Nuvole bianche 4.

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*Quaderno di Jack.
-Chiedimi chi vuoi che io sia e io lo sarò per te.-
-Tu sei pazzo!-
-Posso esserlo.-
Queste furono le seguenti parole che le dissi...da lì la sua vita cambiò radicalmente perché adesso è mia e non se ne andrà da me finché non sarò io a scegliere quando se ne potrà andare. Forse mai...o forse adesso. Chi lo sa... Molti dicono che sono folle.
Ma non sono io che vivo nella follia è la follia che vive in me.
E coloro che danzavano vennero giudicati pazzi da quelli che non sentivano la musica.*

Mi trovo sul cornicione del palazzo che io chiamo prigione. Qui...Proprio qui è morta la persona che mi ha insegnato la parola follia.
Ed adesso sono come lui. Fatta della sua stessa sostanza nera che molti chiamano pazzia ma che io chiamo vita. Perché se non si è folli non si vive. Infatti le persone normali non vivono come vivo io che ho le ali.
Mi ricordo le sue frasi, le sue parole, i suoi pensieri contorti che pian piano diventavano sempre più chiari per me capirli. Adesso sono come lui e so cosa provava.
Eravamo al parco e io volevo sedermi sugli scalini. Lui disse
"Gli scalini sono muri con i brividi"
Pensava che non lo stessi ascoltando invece si. Perché io stavo diventando come lui.
E fu così che la mia vita cadde in un mondo chiamato caos formato da tante nuvole grigie che passano nel cielo e ti sussurrano "non sei solo" mentre tu piangi e guardi quel bellissimo cielo.

Continuo a guardare la strada che ho sotto di me, non ho paura di cadere, l'idea di volare su questo oblio mi attira sempre di più. Metto un piede verso il nulla, chissà cosa si provi a volare...

Decido di sedermi sul cornicione e osservare questa piccola ma immensa distanza che c'è tra me e l'obblio.
A che serve tutto questo?
A che serve vivere?
Forse a provare emozioni...
Mentre le nuvole grigie  mi riempiono la testa qualcuno mi sta urlando parole incomprensibili da ore, ma che solo adesso decido di dare ascolto.
-Cristal! Cazzo ascoltami! Non farlo!- mi giro e vedo l'ultima persona che mi sarei aspettata in questo momento.
Cameron.
Mi alzo e resto a fissarlo. Sono ancora tra l'obblio e il caos che io chiamo mondo.
Cameron continua a dirmi di non farlo e solo a questo punto decido di rispondergli
-Perché? Cosa interessa a te?- gli chiedo senza muovermi.
-Ovvio che mi interessa. Hai tutta una vita davanti.... Devi amare, devi odiare, devi fare tante cose...devi vivere.-
-Se vivere significa tutto questo allora non esito a buttarmi.- dico ma non mi muovo perché amo leggere la sua paura nei suoi occhi. Amo sentire il controllo che adesso possiedo su di lui.
-Questo è solo un prologo...-
-In che senso?- chiedo.
-In tutte le storie la protagonista o il protagonista aspetta qualcosa...un momento di gloria, un'avventura, un principe o una principessa... Tu devi ancora iniziare la storia...questo è solo l'inizio.- ha ragione...magari questo è solo l'inizio...
-e se questo invece fosse la fine?- gli chiedo
-Dipende tutto da te, se scegliere di finire o di iniziare- mi avvicino a lui. Non voglio finire, forse c'è ancora una possibilità per iniziare.
Lo abbraccio, non so perché, forse perché mi ricorda lui...o forse perché lui sarà il mio inizio.
Queste lacrime che adesso mi rigano il volto non sono lacrime di tristezza, non sono di gioia...sono lacrime di pazzia. Perché io sono diventata lui. Ma lui non c'è più.
E tutto ciò mi uccide.
~~~~~
Sono sul nostro albero. C'è ancora incisa la nostra frase
" siamo piccole particelle in un universo così grande..."
Questa fottuta frase...questa frase piena di ricordi.
*"Non bisogna cambiare per nessuno Cristal...per nessuno." Mi disse guardandomi negli occhi
"E se è per amore?" Gli chiesi
"Non è amore allora."*
Su questo aveva pienamente ragione. Anzi, lui aveva ragione su tutto.
Le persone lo consideravano folle solo perché diceva la verità.
Ed io ero follemente innamorata di un folle.
Le persone hanno paura della verità, non l'accettano ecco perché trovano rifugio nelle favole e nelle bugie...perché la verità le fa paura.

-Hey...posso salire?- mi chiede Cameron.
-No.- dico scontrosa
-Perfetto allora salgo.- dice per poi salire senza difficoltà. Anche Jack faceva così...anche lui faceva ciò che gli era vietato. Quanto lo odio...mi ricorda lui eppure qualcosa di diverso lo provo con lui, forse è la sua normalità che placca la mia pazzia, o forse è la mia pazzia che sveglia la sua normalità?
*Cristal cosa minchia stai dicendo?*
Il caos
- Lo amavi tanto, vero?- dice guardando la scritta incisa
-Lo amo, non "l'amavo" perché io lo amo ancora...sai quella-dico indicando ciò che aveva notato prima- l'abbiamo scritta insieme, il giorno del mio compleanno...- una lacrima mi riga il viso.
-Devi reagire...non puoi restare tutta la vita a pensare a lui, non c'è più nulla da fare...sono sicuro che lui non voglia che tu stia così.- dice per poi prendermi la mano.
-Cameron scappa da me prima che ti possa fare del male- dico leggendogli gli occhi.
-Del male non me lo potresti fare e poi dove dovrei andare se viviamo nello stesso posto?- dice ridendo, ma io non rido, sono seria...
-Vai da qualche ragazza normale, io non lo sono...la mia follia può far male come la sua ha fatto del male a me. Ma io non commetto il suo errore, io le vittime le avverto.- Cameron mi guarda spaventato.
-Vittime di cosa?- mi chiede
-Della mia follia. Se si innamorano di me ed io me ne andassi per la mia follia, loro soffrirebbero troppo.-
-E chi ti dice che io mi innamori di te?- dice alzando un sopracciglio
-Vedremo.- dico sicura.

Lui non si innamorerà di me ne sono sicura ma volevo comunque far vedere al mio caos che sono capace di mentire se voglio.
Jack...sei fiero di me? Sto diventando folle come te.

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