Capitolo 8

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Isabelle guardò ancora l'orologio.
Le 6:34.
La festa iniziava alle 9:00.
Non si era mai sentita così agitata fino a quel momento e non sapeva neanche che cosa volesse fare: vedeva quella festa come la possibilità di inserirsi  e prendere più manualità con le persone, ma allo stesso tempo, era terrorizzata dall'idea di fare la figura dell'ebete e di dover affrontare molte persone contemporaneamente. Era seduta in cucina a fissare l'orologio da almeno mezz'ora e quando si accorse che ormai le bruciavano gli occhi, arrivò alla conclusione che non avrebbe risolto nulla restando lì seduta. Salì in camera sua e, aprendo l'armadio di fronte al letto, strizzò gli occhi per cercare di individuare qualcosa di decente da mettere tra quei pochi vestiti che ormai possedeva. il suo risveglio dal coma era stato così inaspettato che i genitori non avevano avuto il tempo e la preparazione per comprarle molte nuove cose. Fortunatamente però, una parte dei suoi vecchi abiti le andavano ancora bene  visto che era sempre sottile e poco generosa nella parte superiore del corpo, ma era comunque diventata più alta e dovette ricorrere agli abiti di sua cugina Lauren che era più o meno della sua stessa taglia. Frugò nei cassetti ed estratte tutto quello che le appariva decente. Alla fine optò per un jeans classico  con una maglietta svasata bianca con un cardigan blu. Indossò le ballerine e, dopo essersi lavata i denti, si guardò allo specchio: non aveva la più pallida idea di che cosa dovesse fare. Si arrotolò i capelli in uno chignon un po' disordinato e infine si guardò allo specchio intero: per la prima volta, dopo tanto tempo si sentì come una classica ragazza delle Georgia, con una normalissima vita e niente di particolare da raccontare. Ma sapeva che non era così e che nessuno l'avrebbe riportata indietro, a quando viveva e cresceva con il mondo, ma ora invece, tutto proseguiva senza di lei. Fece un gran sospiro e scese nel cortile dove, inaspettatamente, c'era la madre che era appena rientrata e stava posando le chiavi e la borsa. -oh. Non ti avevo sentita- disse colta di sorpresa. -si, Oggi ho fatto prima, in banca un mio collega si è offerto di coprimi il turno, ed ho pensato che sarebbe stato carino stare un po' insieme, stasera-
Ad un tratto fu assalita dal senso di colpa. I genitori lavoravano tutte le giornate tornando a casa sempre tardi, per permetterle di vivere una vita il più possibile normale. E lei invece, si lamentava di non essere all'altezza di una festa. Si sentì all'improvviso molto determinata e dirigendosi alla porta disse- mamma mi dispiace, ma stasera devo fare una cosa a casa di un'amica e torno più tardi, non ti preoccupare ti chiamo quando sono lì. -
- oh, buon per te, tesoro, ne sono contenta- rispose la madre con un sorriso cercando di nascondere la delusione.- Grazie per aver capito, facciamo un'altra volta okay? Ti voglio tanto bene mamma, ci vediamo dopo- disse dandole un bacio sulla guancia e sgusciando fuori dalla porta. Le dispiaceva trascurare la madre ma aveva perso già troppo tempo e troppe opportunità. Quella sera poteva essere per lei, la sera del riscatto e una seconda possibilità per ricominciare a vivere e lei, non se la sarebbe lasciata scappare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 09, 2017 ⏰

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