Capitolo 6. "Stavo davvero impazzendo?"

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Ormai era quasi un'ora che camminavamo e i piedi iniziavano a far male. Non avrei mai immaginato che la mappa potesse essere così immensa. Giocandoci, si riusciva ad attraversare in neanche due minuti!

<<Che scomodi questi stivali! Oltre alla guerra i soldati dovevano sopportare anche questo dolore ai piedi...>> sbuffai con aria assai scocciata, abbassando lo sguardo sulle calzature.

<<Già...hanno progettato di tutto su questo gioco e non hanno pensato a fare degli stivali comodi.>> si lamentò invece Giovanni, toccandosi una caviglia.

<<beh, sai com'è, credo che non fosse programmato che qualcuno dovesse davvero indossarli!>> ridacchiai, voltandomi verso di lui.

<<Non hai tutti i torti...>> rispose scrollando le spalle <<Tutto questo è cosi realistico che avevo dimenticato di essere in un gioco.>>

Già, come dargli torto. Anch'io ormai sono totalmente immerso in questa avventura.

Penso che se prima di oggi qualcuno mi avesse dato la possibilità di entrare in un qualsiasi videogioco, avrei scelto proprio Call of Duty. Mai avrei immaginato che potesse essere così complicato e pericoloso.

<<...non vedo l'ora di uscire da questo casino.>> sospiari io rattristandomi e passandomi una mano tra i capelli, dando voce ai miei pensieri.

<<Credo che quando usciremo di qui non giocherò più a CoD per i prossimi 10 anni.>> aggiunse il mio amico, con una risatina.

<<Sempre se usciremo...>> sussurrai, quasi cercando di non farmi sentire.

Purtroppo bisognava accettare il fatto che quella storia potesse terminare in qualsiasi modo, non per forza con un lieto fine.

Giovanni mi fulminò con lo sguardo, come per rimproverarmi delle mie parole.

<<Che pessimista! Su con la vita!>> esclamò roteando gli occhi verso l'alto con fare annoiato.

<<Chiamasi realismo, non pessimismo.>> puntualizzai. 

Lui mi scimmiottò, ripetendo la mia frase a bassa voce e provando ad imitare il mio tono.

<<Almeno Ritieniti fortunato del fatto che per un po' non subirai i tuoi che sbraitano e tuo fratello che rompe le scatole.>> aggiunse subito dopo.

Annuii, d'accordo con lui.
Non che avesse tutti i torti, dopotutto.
Qualche lato positivo c'era, in fondo in fondo.

Giovanni, nel vedere la mia espressione, scoppiò a ridere. Contagiò anche me, facendomi dimenticare i pensieri che mi turbavano.

Mentre tra di noi tornava il silenzio, un sussurro attirò la mia attenzione.
Qualcuno alle nostre spalle aveva parlato. Ne ero più che certo.

Mi bloccai di colpo, inquietato.

<<Cosa c'è?>> Chiese confuso Giova, fermandosi anche lui a poca distanza da me.

<<...mi era sembrato di sentire una voce...>> spiegai, guardandomi intorno.

Anche il mio amico fece lo stesso ma, non notando nessuno, si lasciò sfuggire una risatina.

<<...Secondo me stai impazzendo!>> esclamò, scrollando le spalle e schernendomi.

Ricominciò a camminare, ignorando le mie parole.

Forse l'avevo solo immaginata. Dopotutto, perché mai qualcuno avrebbe dovuto seguirci? Se fosse stato un nemico ci avrebbe di già uccisi, senza troppi problemi.

Riscutendomi, ripresi anch'io il cammino.

Dopo neanche un minuto, sentii di nuovo quella voce alle mie spalle.
Mi fermai ancora, guardandomi nuovamente intorno.
Per un millesimo di secondo mi sembrò di vedere qualcuno con la coda dell'occhio.
Mi voltai velocemente.

Non c'era nessuno...

Stavo davvero impazzendo?

<<Muoviti! Cosa stai aspettando?>> grido Giovanni in lontananza, attirando la mia ettenzione.

Lo raggiunsi a passo svelto, dimenticando tutto il resto.
Basta distrazioni, dovevo concentrarmi!

•La Prima Dimensione Di Gioco• ~INoob~ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora