Capitolo 4. Un alleato in più

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Giovanni tolse la mia mano dal suo viso e iniziò a guardarsi intorno, udendo anche lui il rumore.
Ora era realmente vicinissimo.

Ascoltando meglio capii che fossero passi, provenienti dalle nostre spalle.
Sembrava che un'orda di persone stesse per travolgerci, per quanto forte fosse quel frastuono.

Entrambi ci voltammo nella direzione dai cui proveniva, notando uno schieramento di soldati armati fino ai denti che si avvicinava velocemente a noi.

Rimasi fermo a fissarli, stupito.
In tutti questi anni di partite a Call of Duty, mai avevo visto una cosa simile.
Probabilmente era così che funzionasse l'inizio delle partite.

Giovanni mi prese per un braccio e mi trascinò dietro un muro, nascondendomi insieme a lui. Non sapevamo se fossero alleati o nemici, ma era meglio non farsi vedere per ora.

L'enorme orda di militari si divise perfettamente in due schieramenti. Le squadre si stavano formando, apparentemente.

Il primo gruppo proseguì lungo la sua strada, mentre il secondo si fermò.
Crearono una sorta di formazione, se così poteva essere definita.

Uno dei soldati, notando due posti vuoti davanti a se, si guardò attorno confuso, cercando i militari mancanti. Sfortunatamente ci vide e venne subito verso di noi.

<<Giova...>> sussurrai spaventato, avvertendo il mio amico <<Viene verso di noi,che si fa?...>>
Ero palesemente sovrastato dall'ansia e dalla paura.
Provai ad indietreggiare lentamente, cercando di allontanarmi.

Giovanni bloccò i miei movimenti, afferrandomi per un braccio.

<<Quei due posti non possono che appartenere a noi Andrea, quella deve essere per forza la nostra squadra!> affermò sicuro di se.

I miei occhi si spostarono dal suo volto alla sagoma dell'uomo, che nel frattempo era a pochissimi metri di distanza da noi.

<<Spero per te che tu abbia ragione...>> risposi sospirando, strattonando leggermente il braccio per liberarmi.

Giovanni lasciò la presa, voltandosi anche lui dalla parte opposta.
Il soldato si fermò davanti ai nostri occhi, squadrandoci da capo a piedi.

<<Si può sapere cosa state facendo?! Tornate nelle righe!>> urlò, con tutto il fiato che aveva in corpo.

<<C-certamente. Ci scusi...>> balbettai, chinando leggermente il capo.

L'uomo tornò indietro e noi lo seguimmo in totale silenzio.

<<Comportati come loro e vedi di non farti scoprire.>> si raccomandò Giova sussurrando, avvicinandosi al mio orecchio.

<<Tranquillo. Non sono stupido come te.>> risposi a voce molto più alta, ridacchiando.

<<Aspetta che rido, eh...>> affermò lui sarcastico, roteando gli occhi verso l'alto.

L'uomo davanti a noi ci osservò con la coda dell'occhio e, per un secondo, mi sembrò di aver visto un sorrisetto divertito sul suo volto.

<<Avete finito di fare i bambini?>> ci rimproverò.

Sia io che il ragazzo accanto a me sobbalzammo, non essendoci resi conto del fatto che entrambi avessimo alzato fin troppo la voce.

Annuimmo freneticamente, tornando in silenzio e abbassando lo sguardo sui nostri scarponi.

Ci unimmo alle file, guardandoci attorno. Tutti i nostri compagni avevano sgaurdi seri e concentrati, solo noi eravamo palesemente disorientati.

Il militare che ci aveva condotti fino al nostro squadrone si sistemò davanti a noi, senza proferire parola con nessuno.
Assunse anche lui l'espressione e posizione dei compagni, pronto a partire da un momento all'altro.

Ancora una volta ci osservò, voltandosi leggermente e cercando di non farsi notare. Studiò sia me che Giovanni con una rapida occhiata, corrugando la fronte subito dopo.
Quando tentò di girarsi di nuovo davanti a se, per sua sfortuna, il suo sguardo si scontrò con il mio. Fece finta di nulla, riposizionandosi perfettamente come gli altri.

Quel tipo non mi piaceva per nulla. Sembrava come se, a differenza degli altri, sospettasse di noi.
Tutti sembravano non vederci, ignorarci...
Eppure lui continuava a rivolgerci quelle occhiate confuse e pensierose.

Una voce ci avverti che presto la partita sarebbe iniziata. Anche io e Giovanni ci concentrammo, pronti all'azione.

Prima che la "battaglia" cominciasse, mi voltai verso il mio amico.
Gli rivolsi un sorriso e lui fece lo stesso.

Ero davvero emozionatissimo. Non vedevo l'ora di cominciare a giocare.

•La Prima Dimensione Di Gioco• ~INoob~ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora