Capitolo 8. "Un cecchino!"

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<<GIOVA! UN CECCHINO!>> gridai in preda al panico, con tutto il fiato che avessi in gola, voltandomi nella direzione del mio amico.

Purtroppo, me ne accorsi troppo tardi.
Abbassai lo sguardo su di lui proprio in quel momento, quando tutto ormai era successo. Si senti un colpo di pistola, che rimbombò tra le facciate dei palazzi e arrivó alle mie orecchie come un fortissimo boato.

Purtroppo non ero riuscito ad avvertirlo in tempo.
Quando mi voltai verso di lui, ormai non poteva essere più fatto nulla per evitarlo.
Uno schizzo di sangue giunse fino a me, sporcando i miei vestiti.

Giovanni lasciò cadere la sua arma a terra, poggiandosi con una mano contro una parete e premendo l'altra sul fianco destro. I suoi occhi si spalancarono, colmandosi di terrore e fissando un punto indefinito dell'asfalto. Il suo petto si sollevava molto più del normale, come se cercasse di prendere più ossigeno possibile nei polmoni.

Improvvisamente, sentii un immenso vuoto crearsi al centro del mio petto, facendomi mancare il fiato per alcuni secondi.
Non poteva essere vero...
non ora, non qui...
non a lui...
non a Giovanni.

Giovanni's pov

Sentii Andrea gridare. Non riuscii neanche a capire cosa avesse detto, provai solo un lancinante dolore al fianco destro. Spalancai gli occhi per il male, sorreggendomi grazie ad un muro a pochi metri da me. La sofferenza che provavo era talmente forte e accecante, che non riuscivo neanche più a vedere. 

Era accaduto davvero, qualcuno mi aveva sparato e Andrea aveva cercato di salvarmi.

Senza che io potessi fare nulla, numerose lacrime iniziarono a scendere lungo il mio viso. Il fiato cominciò a mancare, il respiro a farsi pesante. Era come se qualcuno stesse premendo contro il mio petto con una forza immensa, come avere un enorme masso sui polmoni. Non volevo morire. Non adesso, davanti agli occhi del mio migliore amico. Non volevo che mi vedesse soffrire... non volevo vederlo soffrire.

Con le uniche forze che ancora avevo, allontanai la mano che avevo poggiato sul fianco e guardai il mio palmo. Il caldo liquido di quel rosso scurissimo, scorreva tra le mie dita e gocciava sul suolo. Stavo perdendo moltissimo sangue.

Sollevai lo sguardo lentamente, voltandomi verso destra e incrociando i traumatizzati occhi di del mio amico.

<<A-andrea...>> deglutii, mentre la mia mente si offuscava per qualche secondo <<Aiutami...ti prego...>> sussurrai con un filo di voce, piangendo terrorizzato.
Lui provò ad avvicinarsi velocemente a me, ma purtroppo non riuscii a sentire il suo tocco.

L'ultima fitta, la più forte e dolorosa.
Quella che tolse il poco ossigeno che ancora avevo nel mio corpo.
Le palpebre si fecero pesanti e tutto si rabbuiò, lasciando spazio all'oscurità più totale.
L'ultima immagine che avevo in testa era il volto sconvolto di Andrea...poi buio...nient'altro.

Forse era così che doveva andare, morire nel mio gioco preferito, in compagnia del mio amico più caro con il suo sguardo distrutto per sempre nella mia mente...

•La Prima Dimensione Di Gioco• ~INoob~ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora