3. Ritardataria

2.3K 122 15
                                    

Rotolai da una parte all'altra del letto, cercando di sfuggire all'orribile suono della sveglia.

Dovrebbe essere illegale un risveglio del genere.

Mugugnai infastidita, e con uno scatto infilai la testa sotto al cuscino. Già meglio.

All'improvviso qualcosa mi saltò addosso, facendomi strabuzzare gli occhi.

"Kate, razza di idiota, mi spacchi la schiena!" urlai, la voce ovattata dal cuscino.

Sentii una risatina. "Non ti seeeento!"

Afferrai il cuscino e lo scaraventai all'indietro alla cieca, sperando di colpirla, ma essendo bloccata sotto di lei era alquanto difficile.

Quando però lo sentii ricadere sulla mia schiena, capii invece di essere riuscita nel mio intento.

"Levati immediatamente di dosso o ti appendo al muro per le trecce!" la avvertii.

"Daaaai, sto comoda!" si lamentò, dopodichè si sdraiò su di me a pancia in giu, sentivo il suo petto alzarsi e abbassarsi ad ogni suo respiro. Si avvinghiò a me, attorcigliando le sue braccine attorno al mio collo.

"Non sei esattamente un peso piuma." dissi soffiando via un capello da davanti agli occhi.

Lei mugulò qualcosa che non compresi, nè mi sforzai di farlo.

Tanto le volte in cui diceva qualcosa di sensato erano estremamente rare, non era esattamente quella che si direbbe una bambina che tira fuori perle di saggezza.

Gettai uno sguardo alla sveglia sul compodino e sbiancai. "Cavolo Kate, è tardissimo!"
Con uno scatto mi alzai sulle braccia, lasciandola cadere sul letto, e corsi in cucina alla velocità della luce. Quasi rischiai di cadere per le scale, ma all'ultimo secondo riuscii ad aggrapparmi in qualche modo allo scorrimano.

Aprii il frigo e versai del latte in una ciotola, lasciandone cadere sbadatamente qualche goccia per terra. Afferrai la scatola dei cereali, quelli al cioccolato che adoravo, e ne misi alcuni nel latte.

Solitamente prendevo anche un po' di frutta, a colazione, ma quella mattina non avevo proprio il tempo di mettermi a sbucciare qualcosa. L'unico frutto veloce da mangiare sarebbe stata la banana, ma le odiavo. Puzzavano e basta.

Con la ciotola in mano salii nuovamente di sopra, per andare a scovare nell'armadio qualcosa da mettermi.

Se mia madre mi avesse beccato a mangiare qualcosa al di fuori della cucina mi avrebbe linciata, ma fortunatamente lei era già a lavoro quindi non correvo pericolo.

Usciva ogni mattina più o meno alle sei, quando io ero ancora nel beato mondo dei sogni.

In camera trovai Kate sempre nel mio letto, spaparanzata ad osservare il soffitto.

"Interessante?" le domandai mentre buttavo fuori qualche maglietta.

Lei sembrò rifletterci su. "Sì, è molto...Bianco. Mi piace." affermò poi, dopo averci riflettuto per qualche secondo.

La osservai interdetta. "Se lo dici tu.."

Quel giorno lei non sarebbe dovuta andare a scuola, mi pare avesse una gita o qualcosa del genere, ma lei non ne avrebbe preso parte perchè -a detta sua- stava male.

Cosa darei per tornare ai tempi della scuola primaria...E invece ero lí, bloccata nella dura indecisione tra un maglioncino blu ed uno grigio, afflitta dall'idea di dover affrontare un altro lungo ed estenuante giorno di liceo. Perlomeno, quello sarebbe stato l'ultimo anno.

UncoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora