Capitolo Settimo

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Guardando l'orologio affretta il passo per non perdersi il consueto caffè con la segretaria della dottoressa, una ragazza carinissima sua coetanea. Oramai è una piacevole abitudine, un modo per scambiare due chiacchiere con qualcuno della sua età. Un po' le manca il contatto con altre ragazze. Anche se con Cami, Bea e Benedetta si sente spessissimo, per telefono o via Facetime, non è la stessa cosa rispetto al contatto umano. Sorridente varca la porta dello studio e la saluta allegramente. Chiara è china a riordinare alcune carte e le risponde indaffarata.

"Arrivo subito...dammi un secondo". Mentre finisce di parlare alza la testa e, vedendola, il sorriso si tramuta in una smorfia di fastidio. Senza dire nulla la squadra da capo a piedi, e viceversa, per un paio di minuti.

"Non mi riconosci? Sono sempre io. Oggi avevo voglia di farmi un po' carina. Che mi racconti? È andato bene l'appuntamento con l'uomo del mistero?".

"Scusa Fanny ma mi sono ricordata che devo fare una cosa urgente. Serviti pure. Ti racconto la prossima volta".

"Ok...buon lavoro".

Mortificata si dirige verso la sala d'aspetto e inserisce alcuni spiccioli nel distributore. Ma perché il copione si ripeteva sempre uguale da anni? Era sempre stata soggetta all'invidia femminile e la cosa le aveva causato non pochi problemi. Finché cercava di camuffarsi con vestiti informi e occhialoni da talpa le altre ragazze erano deliziose. Non appena osava mostrarsi un po' di più...iniziava la serie di occhiatacce, risposte monosillabiche e inviti disdetti. Come se essere bella fosse una colpa. Grazie a quel quarto di origini libanesi ha la pelle di una stupenda tonalità ambrata e gli occhi neri e profondi venati da pagliuzze dorate. Dal padre ha ereditato, invece, gli splendidi capelli biondi e setosi naturalmente mossi in onde perfette. Dalla madre ha preso il fisico, un metro e sessanta di curve sensuali al posto giusto. Sono in molti a dirle di assomigliare terribilmente alla conturbante Shakira e al liceo si era pure aggiudicata il titolo di miglior sosia della cantante, in un concorso organizzato da un giornale per teenager. Sa di essere bella, e la cosa le piace pure, se non fosse per la fastidiosa reazione delle altre donne. Non tutte, ma abbastanza da impattare sui rapporti personali. 

Cerca di distrarsi leggendo qualche rivista e l'occhio le cade proprio su Glamour. Fantastico, pensa, oggi è il mio giorno fortunato. Non ne aveva più visto una copia da quando Susanna l'aveva licenziata in malo modo e trovarsela davanti le provoca un moto di tristezza. Senza che il cervello possa fermarla, inizia a sfogliarlo, perdendosi tra i servizi, le modelle stupende e gli abiti da sogno per "un capodanno da regine". Un servizio in particolare attira la sua attenzione e, involontariamente, trattiene il respiro. "Romanticismo e grandi amori nella Cortina degli anni 60, un viaggio attraverso il passato iconico della località più in di sempre".

Questo è troppo. Quello era il suo servizio. Era stata una sua idea, bocciata da Susanna con un laconico "banale". Talmente banale che, non appena se l'era levata di torno, aveva pensato bene di utilizzarlo. Il suo corpo è scosso da un tremolio e attraversato da una vampata di calore che, dalla testa, si dirama a tutte le altre parti. In un impeto strappa le pagine, le accartoccia e le getta a terra.

"Fanny...che piacere vederla. Oggi è bellissima..." dice la dottoressa entrando nella stanzetta.

Ignorando i brandelli della rivista la invita a seguirla nello studio.

Chiara, dalla sua postazione, le lancia occhiate di fuoco. Le parole escono dalla sua bocca prima che possa fermarle.

"Scusi dottoressa può dire alla sua segretaria che non può trattarmi cosi? Non è possibile. Negli scorsi mesi sono venuta sempre in tuta, struccata e lei era carinissima con me. Ci bevevamo un caffè, raccontandoci brevemente la nostra settimana. Oggi...solo perché ho osato vestirmi meglio del solito, ha eretto un muro e si è comportata da vera stronza. Mi ha salutato a stento. Le sembra un caso?"

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