Milano, sei mesi dopo
Fanny finisce di scrivere l'articolo, salva e con gesto deciso chiude il computer. D'altronde, come diceva sempre la sua insegnante del master, scrivere un pezzo è un po' come fare una torta, bisogna lasciargli il tempo di riposare prima di rifinirlo. A grandi falcate raggiunge la zona snack e si prepara una tisana che sorseggia perdendo lo sguardo tra i profili dei palazzi di Porta Nuova, splendidi capolavori di design che hanno trasformato la sua amata Milano in una città sempre più bella e sempre più cosmopolita.
È sera inoltrata e in redazione, a parte lei, non c'è nessuno. Ma non è come ai tempi della sua schiavitù da Glamour: ognuno è libero di organizzarsi il lavoro come meglio crede, l'importante è portare a casa il servizio. Con Anna, la sua nuova capo redattrice, si è instaurato fin da subito in rapporto basato sulla fiducia e sul rispetto. E pensare che quel lavoro lo aveva trovato proprio grazie a Barbara. La proprietaria del magazine è una sua cliente storica, una designer molto in voga che aveva deciso di destinare parte del suo enorme capitale a un nuovo progetto editoriale, interamente dedicato ai nuovi talenti: Fusis, (ingegno in greco antico). La rivista tratta di argomenti svariati a partire dal design, ovviamente, passando per moda, arte, cibo e qualsiasi altro prodotto o attività creata da giovani talentuosi.
Fanny aveva fatto il primo colloquio nel centro di Baby, seduta a gambe incrociate su uno dei tanti cuscini orientaleggianti disseminati qui e là.
Edvige, con la sua voce piacevolmente arrochita, l'aveva messa subito a suo agio, facendola parlare di sé. Era stato naturale raccontarle, oltre alle esperienze lavorative, dell'ultimo periodo di reclusione in montagna e dei recenti sviluppi. Qualche giorno più tardi aveva ricevuto una telefonata da parte di Anna, per il secondo colloquio. Era stata assunta e, nel giro di qualche settimana, si era ritrasferita a Milano. Inizialmente era tornata a Como dai suoi dove era rimasta fino a quando, per un caso assolutamente fortuito, la sua casetta di Brera si era liberata.
Approfittando del fatto di essere sola, passeggia per la redazione, un ampio open space all'ultimo piano di uno dei palazzi più nuovi della zona. Le scrivanie, separate da ingegnose librerie, sono disposte a ferro di cavallo in modo che tutti possano godere della vista della città. Gli unici ambienti chiusi sono la grande sala riunioni e l'ufficio di Edvige che, tra i mille impegni in giro per il mondo, si vede molto poco. Le altre ragazze, tutte giovani e alla mano, le sono parecchio simpatiche e, con alcune in particolare, si è creata una bella amicizia.
Ritornata alla propria postazione, rilegge l'articolo e non può fare a meno di esplodere in un bellissimo sorriso: è oggettivamente uno dei pezzi più belli che abbia mai scritto. Ricontrollatolo una terza volta lo invia ad Anna, per l'ok finale, l'ultimo passo prima dello shooting in loco.
L'idea le era venuta durante un weekend a Forte con le sue migliori amiche. Avevano deciso di incontrarsi nella casa al mare di Cami, una vecchia villa dove avevano trascorso tutte le estati della loro adolescenza. Durante un pomeriggio di pioggia, un po' annoiate, si erano avventurale ad esplorare l'appartamento della nonna, l'unica parte della casa non ristrutturata. Varcando la soglia erano rimaste letteralmente a bocca aperta: all'interno tutto era rimasto fermo agli anni '60, anni in cui alla Capannina si ballavano l'hully gully, il cha cha cha e il twist. Curiosando tra gli armadi avevano scovato vecchie foto di famiglia e si erano perse tra costumi interi, abiti a trapezio e sgargianti foulard. Scatti che raccontavano tutto il bello, la spensieratezza e la benevola frivolezza della Dolce Vita. I neuroni di Fanny avevano iniziato a lavorare fino all'illuminazione o all'epifania (in senso letterale, ovviamente): un servizio su una stilista dallo stile e dal tocco vintage, ispirato alle estati di quegli anni. Naturalmente Cami aveva acconsentito a prestarle la casa.
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Throwback to subconscious
Mistério / SuspenseImmaginate che qualcuno abbia il dono di rivivere, attraverso i sogni, il vostro passato. Immaginate che, come in un film, possa osservarlo da più punti di vista. Immaginate che, sogno dopo sogno, possa accedere ai vostri ricordi più reconditi, ai...