Capitolo Quarto

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Dopo un momento di incertezza, Fanny scoppiò in una fragorosa risata. Matteo aveva sempre adorato riempirla di scherzi, alcuni forse un po' troppo pesanti se vogliamo essere proprio sinceri. Come quella volta che, nel cuore della notte, si era messo la maschera di un mostro e l'aveva svegliata urlando. Era quasi morta di paura.

"Dai amore, ti prego. Domani ci sposiamo e sono un po' tesa. Niente scherzi almeno per oggi. Anzi...niente scherzi fino al ritorno dalla luna di miele. Voglio una tregua...". Il giorno successivo al matrimonio sarebbero partiti per il viaggio dei loro sogni: prima qualche giorno a Doha, poi un tour abbastanza serrato attraverso Hong Kong, Shangai e Tokyo e per concludere due settimane di assoluto relax in Polinesia francese. Un mese nel complesso. Non vedeva letteralmente l'ora. Non aveva mai visto né Shangai né Tokyo. A Hong Kong, invece, era stata un paio di volte per lavoro ma, a parte le sfilate e gli hotel, non aveva visto nient'altro.

Matteo la guarda intensamente con quegli occhi che l'avevano fatta innamorare: scuri, profondi, intelligenti e vivi. Quegli occhi che davanti a un nuovo progetto riuscivano a trasmettere tutta la passione, l'amore e la genialità che mette in ogni cosa. Il suo futuro marito apparteneva a quella categoria di persone con una marcia in più, era sempre stato un fuoriclasse. Come una specie di demiurgo...ogni cosa che toccava si trasformava in un successo assoluto. A soli vent'anni, mentre frequentava la facoltà di storia, aveva scritto un libro su uno dei più grandi gialli del passato, quello della saponificatrice. Era stato pubblicato da Rizzoli diventando, nel giro di qualche settimana, un bestseller. Non si era più fermato e da quel momento aveva sfornato una media di uno- due capolavori all'anno, sempre in vetta alle classifiche. Dopo la laurea in storia si era iscritto a giurisprudenza e, una volta terminato il percorso, era diventato uno dei massimi esperti nazionali di delitti, crimini e omicidi del passato. Aveva iniziato a essere chiamato da diversi programmi tv, in qualità di opinionista e, da un paio di anni, collaborava anche con i registi per la ricostruzione delle scene durante le riprese. Stargli accanto era una continua fonte di arricchimento, di ispirazione e di stimolo.

"Fanny...non sto scherzando. Io...ho capito che non voglio sposarmi con te. Non posso...".

Fu come se qualcuno le avesse conficcato un chiodo nel cuore. Anzi, peggio. Mentre Matteo parlava...senti chiaramente il dolore attraversale tutto il corpo, dalla testa fino ai piedi e irradiarsi, velocemente, in ogni centimetro di lei.

"Perché? Che cosa ho fatto per meritarmi questo? Sono sempre stata...o meglio...ho sempre cercato di essere perfetta. Di supportarti...di assecondarti...di rispettare i tuoi spazi...il tuo lavoro...".

"E' proprio questo il problema. Io non voglio stare con il clone di me stesso...o con uno specchio che si limita a riflettere quello che desidero...senza metterci nulla di proprio..."

"Ma..."

"Fammi finire per favore. Mi sono reso conto di non conoscere nulla di te. Qual è la tua pizza preferita? Non lo so, perché prendi sempre quella che prendo io. Preferisci il vino bianco o il vino rosso? Il mare o la montagna?".

"Sei ingiusto. Che male c'è a voler essere conciliante? Credi sia meglio sprecare il tempo passato insieme a discutere sulla scelta del ristorante...o sul colore delle tende?"

"Non dico questo...certo che no. Però con il tuo approccio mi sento solo. Mi sembra di avere una relazione con me stesso. E per quanto possa essere egocentrico...ho bisogno anche del confronto...delle diversità...".

"Ma che senso ha dirmelo solamente ora? Siamo insieme da 4 anni...come è possibile che la mattina prima del matrimonio ti svegli improvvisamente in preda ai dubbi..."

"Fanny...è da un anno...se non di più che cerco di scuoterti. Di provocare una tua reazione. Non ti sei accorta che ultimamente cambiavo idea su tutto e per svariate volte...sia che si trattasse della scelta dell'hotel o del ristorante?"

"Si ma pensavo facesse parte del tuo carattere..."

"Invece no. Lo sai che di natura sono molto deciso. Cercavo di vedere se a un certo punto tu mi dicessi...basta...ora si fa come dico io...che ti imponessi per una benedetta volta..."

"Ho bisogno di un caffè...".

Mentre Matteo continua a parlare, con mani tremanti armeggia con la macchinetta nuova di zecca. Quando l'hanno comprata aveva immaginato che sarebbe stata la protagonista dei loro risvegli, momenti speciali e romantici prima di affrontare la giornata. Aveva immaginato che sarebbe servita a preparare decine di caffè durante le cene con gli amici o i pranzi di famiglia. Aveva immaginato che diventasse il fulcro, il cuore pulsante della loro cucina. Che avrebbe assistito alle loro confidenze, alla loro felicità.

Mai avrebbe pensato di utilizzarla la prima volta discutendo della fine della sua relazione...a un giorno dal matrimonio. Deve assolutamente fare qualcosa per convincerlo. Non può assistere inerme alla fine di tutto.

"Ok amore. Posso cambiare. Cercherò di fare come dici. Di impormi...". Mentre lo dice è attraversata da un brivido: lo sta facendo nuovamente. Matteo sembra leggerle nel pensiero.

"Vedi. Dovresti incazzarti. Dovresti prendermi a pugni, tirarmi i piatti. E invece...ancora una volta...subisci senza proferire verbo."

"Io non riesco ad arrabbiarmi. Non mi piace...non ce la faccio proprio. Non riesco a contraddire le persone...specialmente quelle a cui voglio bene. Ma se non è un problema per me...non capisco perché lo sia per te..."

"Non riguarda solo me...ma tutta la tua vita. Non voglio infierire...e l'idea di farti soffrire mi uccide. Ma ti rendi conto che anche nel lavoro hai le stesse dinamiche?"

"Cosa intendi?"

"Intendo che...Susanna ti odia. E' da parecchio che vuole licenziarti...me la sono comprata con una serie di favori lavorativi...ma non so per quanto possa andare avanti..."

"Come fai a saperlo? E soprattutto perché la senti?".

Matteo si alza e la abbraccia.

" Susanna è innamorata di me da sempre. Ti giuro che l'ho sempre respinta...ma sono mesi che mi scrive, mi chiama..."

"Ma...quando l'hai scoperto?"

"L'anno scorso, alla fashion week di Parigi. Ti ricordi che l'avevo accompagnata in albergo perché non si reggeva in piedi? In quell'occasione mi ha rivelato di essere innamorata di me, ha provato a baciarmi...ovviamente l'ho mandata via in malo modo. Tornati a Milano mi ha chiesto di vederci e mi ha raccontato della tua situazione lavorativa"

"Ma perché non me l'hai detto?"

"Per proteggerti. Adori il tuo lavoro. Speravo di poter negoziare grazie alle mie conoscenze...e che poco a poco scemasse. Ma non è cosi. È sempre più insistente. Non è tua amica...e non vede l'ora di allontanarti dal giornale".

Fanny sente che le manca l'aria. Spera solo che sia tutto un terribile incubo e di svegliarsi nel suo lettino, con Tito che le lecca la faccia. Ma il tempo passa e la sveglia non suona.

"Io sono brava nel mio lavoro..."

"Non lo metto in dubbio ma non ti sai imporre. Ti limiti ad assecondare le richieste di tutti, a correre come una trottola, a fare il lavoro sporco...e quando si tratta di scrivere un tuo pezzo...non ci metti te stessa...o il tuo valore aggiunto"

"Perché mi dici queste cose orribili?"

"Perché non voglio che sia colta impreparata se non dovessero rinnovarti il contratto...e io non sarò accanto a te"

Fanny sospira e guarda Matteo. Lo conosce fin troppo bene per sapere che non sta mentendo e che, soprattutto, non cambierà mai idea. E' davvero la fine di tutto. Ha voglia di piangere ma non vuole la sua pietà.

"Amore...cioè Teo...sei stato chiaro. Mi spiace di non essermene accorta prima. Ora vado. Ho bisogno di stare sola. Lasciati dire che stare con te è stato bellissimo...e mi sento comunque fortunata. Posso dire di essere stata felice per qualche anno. Grazie..".

Lo abbraccia forte, prende in braccio Tito che la sta osservando preoccupato e come un automa raggiunge la sua auto.

Throwback to subconsciousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora