Fin da piccolo guardavo quel treno con ammirazione ma non ho mai avuto il coraggio di salirci. Chissà dove portava, chissà se una volta salitoci sopra sarei poi tornato indietro.. ma non erano domande poi così importanti, a me importava sopravvivere, e non avevo scelta.
Era il 5 maggio 2150 ed io Giacomo Picasso (Jack per gli amici), uomo di mare, iniziavo la mia giornata con la solita colazione a base di frutta ed acqua molecolare che facevo stampare ogni mattina dal mio robottino fidato Whisky. Abitavo in un grande cocco nel nord del deserto di Gibson, in Australia. Ero uno dei pochi sopravvissuti dalla 4 grande guerra mondiale svoltasi nel 2130 quando io avevo la tenera età di 5 anni. La guerra dimezzò di gran lunga la popolazione mondiale rendendo la vita sulla terra molto complicata e dovevamo anche difenderci da pelose bestie mutanti che chiamavamo golem del deserto; loro erano la conseguenza delle forti radiazioni causate dalle bombe 'zar' lanciate dalle flotte aeree jihadiste 35 anni prima, quando ancora abitavo a Bursha, l'ex Genova in Italia. Queste belve feroci vagavano per i deserti in cerca di carne durante la notte ed incontrarle voleva dire esser morti.
Il giorno mi recavo spesso al porto di Sidney a bordo del mio cocco, la mia grande fortuna e mi spostavo di città in città in cerca di risorse, avendo sempre con me il rifugio per proteggermi durante il sonno. Mi spostavo spesso, ma il mio punto di partenza e di arrivo preferito era sempre il deserto perché nei centri abitati o comunque in pianura la vita era molto più a rischio per via della notevole deforestazione, del dominio degli insetti in alcune zone e dell'alto tasso di radiazioni presenti soprattutto nelle grandi città.
Sidney era sempre stata una sicurezza per me: una delle poche città a non essere contaminata e ad essere ancora popolata da umani. Impiegavo circa 3 ore per arrivarci e la maggior parte delle volte pernottavo lì con il pericolo di essere comunque potenzialmente infettato. Mentre la mia vita scorreva, se vuoi fatta di routine di sopravvivenza, arrivavano notizie da Marte e mi parevano tutti contenti. A me non piaceva l'idea di lasciare la Terra, mi convincevo che preferivo di più il posto in cui vivevo. Il mio lavoro a Sidney era quello di controllare potenziali avvistamenti di qualche seacraft cariche di generi di sopravvivenza. Dovevo sorvegliare l'attracco ed organizzare le operazioni di sbarco che dovevano terminare entro l'imbrunire per evitare che il prezioso contenuto venisse distrutto nella notte. Era il mio modo di contribuire alla possibilità di salvare il popolo, mio padre era un marinaio e per onorarlo avevo deciso di portare avanti la sua professione a contatto col mare. Il problema più grande, infatti, erano le risorse che scarseggiavano, la richiesta era schizzata alle stelle tanto che per comprare qualche pezzo di ricambio per il robot bisognava pagare fino a 50.000 bitcoins, un furto! Non vedevo quei soldi nemmeno in tre mesi... Sta di fatto che riuscivo a mantenermi con quel poco che avevo e a restare in vita spinto dalla volontà di salvare le poche altre vite rimaste: questa era la filosofia che mi faceva andare avanti. Una sera, mentre pernottavo a Sidney, sentii un forte rumore provenire dall'esterno del cocco: tremava tutto in un modo indescrivibile, un fortissimo vento spazzava via ogni cosa.. Ero in preda al terrore, pensavo fosse la fine, pensavo che i golem fossero arrivati fino in città.
Decisi di uscire dal cocco per vedere con i miei occhi cosa stava accadendo e con enorme spavento vidi che il mondo si stava letteralmente distorcendo, le mie aspettative furono spazzate via. Il mare si espanse, come gonfiato e sembrava non finire mai, il cielo era nero come la pece ed era complicato capire la situazione; un buco di dimensioni spropositate si intravedeva sullo sfondo: era un enorme buco nero. In un attimo di lucidità mi tornò in mente l'immagine del treno, quello che avrei dovuto prendere da tempo, ma per paura e testardaggine evitavo sempre tale scelta..
Caddi a terra all'improvviso con forti giramenti di testa e vagamente ricordo di aver visto tutti i momenti della mia vita passarmi davanti in un flash e poi... annegai in un vuoto profondo.
[1] Tipica abitazione-capsula per nomadi
[1] La seconda grande città stava per essere inaugurata
[1] Navi merci che di tanto in tanto arrivavano dall'Eurasia
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Ominmania: alla ricerca dei colori (versione parziale)
FantasiImmaginatevi un mondo privo di colori dove tutto è monotono e stinto, un mondo piatto, insapore. Ecco a voi una storia unica ed emozionante con protagonista un ragazzo di nome Jack Picasso, che essendo vissuto in una terra colorata, riporterà, dopo...