Trentatrè.

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Caro J,
Ripendo il discorso della scorsa volta, dicendoti che, ahimè, io non sono fortunato:
Io e Michael abbiamo litigato, forse era il fato, ma ora sono tutto sballato.

Dovrei smetterla di fare rime stupide e raccontarti quello che è successo: eravamo da Liz (Jack non c'era, è molto testardo e questa cosa non gli va giù) e stavamo parlando del fatto che Michael, molto probabilmente, si dovrà trasferire a Londra, che è praticamente dall'altra parte del mondo, se si considera il posto in cui abitiamo.

La sua mano era poggiata sul mio ginocchio e  il suo pollice tracciava cerchi immaginari sul lato della mia gamba, facendomi salire, a volte, scosse di brividi e una sudorazione delle mani fastidiosa, che cercavo di mascherare in tutti i modi: ero nervoso, ma non per la vicinanza fra me e Michael (anche perché siamo stati più vicini di come eravamo quella sera), ma per il fatto che Liz vorrà la nostra separazione; come ti ho già detto, non ama le relazioni a distanza.

«E quante volte pensi di tornare, al mese?» Chiese Liz, avvolgendo lentamente la tazza bollente di thè con le sue dita affusolate e sempre fredde.
«Credo una o due, ma non di più. Sai, i soldi non crescono sugli alberi e non sono tanti.» Lui rise, ma questa cosa, forse, peggiorò la situazione: Liz parlava seriamente, lo capivo dall'arricciatura delle sue labbra. E quando Liz parla seriamente, ridere è l'ultima cosa che deve passarti per la testa.

Sospirai leggermente e Michael se ne accorse, ma non ci fece caso e continuò:
«Signora Hemmings, mi prenderò cura di Luke anche se saremo distanti.» Forse per il tono del ragazzo, o forse perché la distanza le ricordava papà, Liz si agitò abbastanza e si alzò dalla poltrona, borbottano una frase che non avrei mai voluto sentire: «Voglio che tu e Luke interrompiate ogni tipo di comunicazioe. Mi dispiace, ma il mio bambino non deve soffrire come ho fatto io.»

Detto questo, afferrò Michael per la giacca, senza tener conto delle mie urla e le mie lacrime, per poi chiudere la porta, mettendo definitivamente una solida barriera impenetrabile fra me e la mia Persona.

La mattina dopo mi svegliai con tre messaggi da parte di Michael:
"Non dirmi che sei della stessa idea di tua madre, perché altrimenti tutto questo è stato tempo perso per tutti e due."
"Non è così, vero?
Ti prego, Luke. Sei la mia unica certezza."
"Ho deciso di partire subito, sto per salire sull'aereo; non ti darò il mio nuovo numero, perché tua madre non vuole che ci sentiamo.
Ci vedremo quando tornerò lì a Syndney. Se tornerò.
Ti amo, Luke Hemmings."

Dopo aver letto per la quinta volta di seguito tutti e tre i messaggi mi misi a piangere: per colpa di mia madre, l'unico mio punto di appoggio fino alla mia nascita, l'unica luce nel buio, l'unica bolla d'aria in un oceano di menzogne, l'unica Donna della mia vita, avevo litigato con Michael, ragazzo a cui, finalmente, piacevo per come ero.

Tu penserai che questo non sia stato come un vero e proprio litigio, ma, J, Michael mi scrisse un altro messaggio, dopo:
"Penso che ora, che mi sono levato dai coglioni, tu possa andare da quel tipo: Calum, giusto? Sono sicuro che formiate una bella coppia.
Che coglione che sono stato: troppo tempo, con te, ho sprecato.
Liz non avrebbe mai detto quelle cose: sei stato tu a convincerla a dirmi quelle cose, non è vero? Si, ovviamente.
Che è? Ti ho già stancato?
Sai che c'è? Vaffanculo, Luke."

Non risposi nemmeno, andava bene così: dovevamo rompere, in qualche modo, non ce l'avremmo fatta.
Adesso posso dire che, grazie a Liz, ho finito la storia con la persona che credevo che fosse l'amore della mia vita.
-A minuscolo.

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heey.
dopo settecento anni ho aggiornatoo!
cosa ve ne pare? pensiate che Liz sia stata cattiva?
#teambadLiz.
devo smetterla con le cazzate e andarmene, lo so.
all the love. xx
-mochi.

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