Capitolo 1.

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Peter.
Passeggiando per il parco,sono costretto a cercare la gente più ricca del paese per poter chiedere loro l'elemosina. C'è un gruppetto di cagnolini che giocano sull'erba,contenti come bambini,che corrono all'impazzata dietro un bastone o un biscottino troppo piccolo per dividerselo. Sono le 11:00 del mattino e cammino già da due ore senza fermarmi un attimo. Più avanti noto una fontanina e decido di sostare un attimo per bere dell'acqua fresca. Sotto il sole cocente di fine agosto è uno strazio dover fare questo tipo di ''lavoro",ma purtroppo la vita non è riuscita ad essere clemente con me. Torno in quella specie di casa stanco e coi piedi sudati. Vado in bagno e riesco a farmi una doccia veloce,prima che loro se ne accorgano. Qui ci sono delle regole. Puoi lavarti una volta al giorno,puoi mangiare una volta al giorno e hai cinque bicchieri d'acqua a tua disposizione,ovviamente ogni giorno. Puoi fare quello che a loro piace di più vederti fare quanto vuoi,senza mai stancarti. Puoi rubare quanto ti pare e quello che ti pare,basta che abbia valore. Non puoi tenere niente per te,devi dare a loro ogni cosa,ogni minima,piccolissima cosa rubata. La metà della metà che ricavano è tua,giusto per poterti comprare una caramellina ogni tanto. Esco dalla doccia e mi asciugo in fretta. Indosso qualcosa che possa sembrare simile ai vestiti che avevo prima,non è difficile,alla fine gli stracci che ho sono sempre gli stessi. Giusto in tempo ed eccolo venirmi incontro,col naso pronto per sentire odore di "ricavato''.
''Che cos'hai lì,Peter?''
Getto sul letto un gruzzoletto di soldi e due orologi oro,una collanina e due bracciali di gemme preziose.
''Nient altro?" Mi chiede Juan.
"No,nient altro".
Prende tutto e va via,senza dire nulla. Per fortuna l'altro mazzetto di soldi sono riuscito a nasconderlo prima che entrasse. Mi appoggio sul letto e sospiro,pensando a quando tutto questo è cominciato,a quando mia madre a 10 anni mi abbandonò per andarsene col suo grande amore. Ricordo ancora il suo viso quando mi disse:"torno subito,tu resta qui" e scappó via,senza neanche voltarsi. Mi ha lasciato da solo,senza nessuno che potesse prendersi cura di me in tutti questi anni,senza una guida,un familiare,nessuno,completamente solo. Ricordo che a 15 anni scappai da quello che chiamano orfanotrofio,ma a me sembrava una prigione e basta. E fui uno stupido a fidarmi di Juan e purtroppo da qui non posso più scappare.
La porta che si apre mi distrae dai miei pensieri. Nico col viso gonfio mi fa ciao con la mano. Mi alzo di scatto dal letto e gli chiedo cosa sia successo.
''Ho azzardato troppo oggi,tutto qui".
Lo guardo male,ma preoccupato per i lividi sul viso.
"C'è del disinfettante in bagno,prova con quello..idiota!" Mi guarda di traverso e poi,pian piano si dirige in bagno.

Lali.
"Vi prego,ditemi che abbiamo finito per oggi,sono esausta!" Guardo il mio menager e fidanzato col viso più dolce del mondo,cercando di intenerirlo,ma mi fa di no con la testa e capisco che le prove continueranno ancora. Riprendo il microfono tra le mani e ricomincio a cantare. Canto "Frente a ti". Canto di una canzone che parla d'amore,di una dedica d'amore con esattezza. Canto di un amore nato,un amore speciale,un amore che non può finire. Nulla a che vedere con quello che provo per Simon.
"Okay,Lali,basta così,abbiamo finito per oggi'',mi dice,mentre mi strizza l'occhio. Poso il microfono e lo raggiungo. "Questa me la paghi"gli sussurro,lasciandogli un bacio sulle labbra. Mi allontano e ci guardiamo,sorridendo. Simon è pazzo di me. Lui ha fatto tanto per me,soprattutto negli ultimi anni. Mi ha cercato case discografiche,mi ha fatto lavorare in spot pubblicitari,mi ha aiutato coi testi delle canzoni. Tutto questo per vedermi felice e famosa. Tutto il mio successo lo devo a lui. Ricordo quando,una sera dove ero triste e lui era accanto a me,mi disse:"Se stasera farai l'amore con me,io ti prometto il successo". Quella sera ero così vulnerabile che accettai. Si,mi vendetti per tutto questo. Mi vendetti per le luci,per un palco,per i vestiti sgargianti,per avere un pubblico che mi applaude,per un CD composto da me. Qualcuno che mi cinge i fianchi mi fa sobbalzare. "A cosa pensavi così intensamente che ti ho spaventato?" Mi dice,mentre mi bacia il collo. Mi volto e lo guardo negli occhi,avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo. "A te" poi dico e lui mi da un bacio. "Andiamo a casa?" Mi dice,stringendomi di più a se'. Poi mi appoggia leggermente una mano sul sedere e capisco le sue intenzioni. "Sono stanca" gli dico,cercando di liquidarlo,ma lui insiste,dicendomi:"voglio solo farti rilassare". Così,non potendo dire di no,ci ritroviamo nel mio letto a fare l'amore,cercando di provare a sentire quel qualcosa che mi porta ad innamorarmi di lui. Almeno una sensazione,un'emozione..almeno una..

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