Capitolo 4.

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Lali.

La notte precedente non ho fatto altro che pensare a quel ragazzo e ai suoi occhi. Mi muovevo e mi giravo in quel letto troppo grande,con gli occhi spalancati a causa del buio,soffermandomi sui vestiti che portava. Eppure odorava di pulito. Odorava di mare. Mi sarebbe piaciuto sapere perché era così mal vestito,mi sarebbe piaciuto poterlo aiutare e invece non ho fatto altro che guardarlo. Guardarlo senza riuscire a dire niente. Chissà dove andava così di,fretta col suo compagno,chissà cosa c'era in quel piccolo furgone. Avrei dovuto avere paura di due ragazzi così mal ridotti e invece avrei solo voluto conoscerli meglio. Entrambi. Il cellulare all'improvviso squilla e io sobbalzo.
Sullo schermo c'é scritto "Simon" ed io non so se riuscirei a parlargli adesso. Voglio solo poter stare da sola. Così evito la chiamata e cerco di dormire,cercando di conoscere,almeno nei miei sogni qualcuno che,per la prima volta -anche se per un attimo- mi ha fatto battere il cuore qualche volta in più.

Peter.
"Ma hai visto quanto era bella quella ragazza,Nico? Eppure sembrava così infelice..chissà perché".
"Siamo arrivati! Dai,muoviamoci!" Nico sembra non aver ascoltato neanche una parola di quel che ho detto,ma adesso abbiamo cose più importanti da fare. Siamo alla centrale di polizia e mi viene un po di paura. Ci ferma un poliziotto appena entriamo,che ci guarda dalla testa ai piedi. "Che cosa volete?" Poi,chiede ad uno di noi. Io rispondo più in fretta di Nico,riuscendo finalmente a dire:"Dovremmo fare una denuncia".
Il poliziotto ci guida all'interno della centrale. Qui sembra tutto così ordinato che mi viene un po d'ansia. Guardo Nico che sembra più impaurito di me,ma gli faccio un occhiolino,come per dirgli "Andrà tutto bene". Un altro poliziotto,seduto dietro una scrivania ci guarda e ci fa segno di accomodarci. Entrambi diciamo "grazie" come se fossimo in perfetta simbiosi. Il poliziotto che ci ha guidati fin lì,comincia a parlare al suo collega:"I ragazzi dicono di voler fare una denuncia".
"Bene" dice l'altro. "Di cosa si,tratta?" Io e Nico ci guardiamo per un attimo impauriti,cercando di capire se é la cosa giusta da fare. Poi ci diamo un okay con la testa e stavolta é Nico il più coraggioso. Così comincia a raccontargli la sua storia. Dei genitori morti,di quando Juan lo aveva catturato,di quello che abbiamo passato,di come ci ha insegnato questo mestiere,di come abbiamo trovato il coraggio di denunciare. Ogni tanto io e Nico ci scambiamo sguardi,come per darci forza l'un l'altro,come per rassicurarci che insieme ce la faremo. Abbiamo raccontato tutto. Di quella volta che tornammo a "casa" feriti,del pezzo di pane che ci aspettava per mangiare,dei bicchieri d'acqua contati al giorno,dei cinque minuti di doccia che avevamo. Abbiamo raccontato del freddo che faceva in inverno,di quando un lenzuolo era troppo piccolo per coprirci entrambi e così uno di noi,a turno ci sacrificavamo per tenere l'altro al caldo. Abbiamo raccontato della febbre non curata,degli occhi assonnati perché persino le ore di sonno erano contate,dei soldi nascosti per noi,del fatto che non siamo mai riusciti a scappare.
Quando abbiamo finito,i due poliziotti ci guardano con pietà e apprezzamento per il coraggio avuto.
"Se anche noi avremmo una pena da scontare per tutto questo,per favore,ce lo dica ora". Il poliziotto dietro la scrivania ci guarda con tenerezza. "Siete state vittime,eravate prigionieri di una vita schifosa e,scusatemi se uso questa terminologia. Ragazzi avete avuto il coraggio di parlare e questo é un grande gesto. Ora dovete solo dirci dove trovare questa persona e,purtroppo siamo costretti a prenderci il furgone". Improvvisamente sento una forza dentro che non pensavo di avere. Come se fossi rinato,eppure sento di poter crollare da un momento all'altro.
"Il furgone non é nostro. Questa sera dovevamo andare ad una festa per rubare a delle persone ricche. Dovevamo tornare a casa prima della mezzanotte,quindi,siamo ancora in tempo. Juan é a casa ora. Se mi permettete,una pattuglia puó venire con noi in furgone,così che per Juan sembrerà tutto normale e prendere quell'uomo. Io non so se vi servono prove,ma in tal caso,ho installato di nascosto una videocamera ricavata coi pochi soldi che avevo,nell'ufficio di Juan,penso che li potete ricavare tutte le prove che volete". Nico non sapeva di questa videocamera e mi guarda,ammirato dalla mia poca furbizia. "Beh.." dice il poliziotto "andiamo a fargli il culo allora!"
Come da me suggerito,una pattuglia di polizia entra nel furgone con noi,mentre un'altra ci segue con una macchina. Parcheggeranno più indietro e si faranno avanti solo in caso di emergenza.
Arrivati a casa,guardo l'ora. 23:40. Siamo in tempo. Juan dovrebbe essere in casa. Scendo dal furgone parcheggiato e dico ai poliziotti di entrare al mio segnale. Così entro in casa e trovo Juan,ubriaco,su una sedia. Lo saluto e lui mi guarda con aria di disprezzo,mentre sorride amareggiato. "Allora,cosa mi hai portato?" Mi chiede. " É tutto nel furgone Juan,vado a prendere le cose ricavate". Esco fuori in cortile e faccio segno ai poliziotti di scendere. "É ubriaco" dico. "Credo non abbia le forze neanche per reagire". Tre poliziotti entrano nella stanza e Juan,quando li vede,mi guarda spaventato,odiandomi. "Ma che cazzo succede?" I poliziotti lo prendono e gli bloccano le mani dietro la schiena,quando lui cerca spiegazioni da me,cercando di liberarsi dalla stretta. "É finita per te,Juan. É finita per noi!" Dico,sentendomi finalmente libero. I due poliziotti portano Juan nella macchina parcheggiata più avanti ed io stacco la videocamera che avevo montato. La do al poliziotto rimasto in casa con me."Qui c'é tutto!" Gli dico. "Questo posto che fine farà?" Poi domando. "Non saprei,sicuramente verrà messo sotto sequestro adesso" mi risponde. Annuisco senza dire nulla. Esco fuori e guardo Nico che sorride,dall'altro lato del cortile. Mi avvicino a lui e ci guardiamo sollevati. "Che pensi di fare adesso?" gli chiedo. "Non lo so"mi risoonde "Ma qualsiasi cosa sarà sicuramente meglio di questa!"
E restiamo a guardare le stelle,senza sapere dove andare ne cosa fare. Non importa,perché adesso ho voglia di vivere per davvero.

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