Capitolo 3.

41 2 0
                                    

Peter.
"Juan,è lontano,non possiamo mai farcela a piedi,dai,prestami il furgone,ci metteremo di meno. È una bella festa,tutta gente ricca,non possiamo perdercela!" Cerco di convincerlo,di fare l'interessato,di pensare ai suoi interessi. In realtà li ho sempre pensati fino ad ora. Mi chiedo perchè ci abbia messo così tanto tempo per convincermi che questa vita,questo posto non sono quello che voglio. "Va bene!" Mi dice all'improvviso,distraendomi dai miei pensieri. "Per mezzanotte voglio che tornate a casa,ragazzi. Fate attenzione e non mi fate scherzi!" Una parte di me si sentiva un pò in colpa,ma l'altra parte non vedeva l'ora di vendicarsi per tutto il male e per questa vita da schifo che ci ha costretti a vivere. Lancio le chiavi del furgone a Nico,che mette le nostre cose dentro,mentre faccio da palo. "Dai,sbrigati!" Dico a bassa voce,per paura che Juan possa sentirmi. "Sali,Peter!" Salgo su e mette in moto. Ci guardiamo per un attimo,cercando di capire se quel che stiamo facendo è giusto,ma nessuno dei due riesce a dare certezze all'altro. Mi smuovo un pó sul sedile,poi tossisco. "Andrà tutto bene,te lo prometto,fratello" gli dico,fissandolo negli occhi,cercando di tenere sicurezza in me stesso,ma soprattutto per il nostro piano. Arriviamo alla festa e c'è un casino di gente. La festa si sta svolgendo in giardino. C'è una grande piscina e litri di birra. Ci sono tante ragazze con vestitini sgargianti e molto sexy e si fanno correre dietro da tutti i ragazzi presenti alla festa. Solo una sembra diversa. Sembra starsene in disparte per conto suo,col suo bicchiere di birra tra le mani. Quando qualcuno la saluta,finge un sorriso e poi ritorna seria,immersa nei suoi pensieri. "Ci muoviamo ad entrare o no?" Mi dice Nico,tirandomi col braccio. Entriamo dentro e,cercando di non farci notare da nessuno,cominciamo a rovistare tra le cose. Entro in una camera,accendo la luce e chiudo la porta a chiave. Ci sono giacche e cappotti firmati distesi sul letto. Cerco. Cerco nelle tasche,nelle maniche,all'interno delle giacche. Riesco a trovare solo un anello d'oro e un bracciale. Qualcuno cerca di aprire la porta,ma è chiusa a chiave. La persona dall'altro lato insiste ed io non so cosa fare. Per un attimo penso di non parlare e non dire niente,magari andrà via,ma data l'insistenza,non credo sia la cosa giusta. Così chiedo:"Chi è?" La persona dall'altro lato risponde:"Sono Lali,puoi aprire per favore?" Cerco di inventarmi qualcosa al momento,ma diventa difficile. "Sono..ehm..occupato. Magari se mi dici cosa ti serve,potrei dartelo dopo". La ragazza,Lali,risponde con un 'okay' strano,ma credo che abbia fatto la stessa impressione a lei. Apro leggermente la porta e,senza farmi vedere,le passo la sua pochette rosa. Nel prenderla,Lali tocca la mia mano e dentro di me si crea una strana sensazione. Come una magia. Faccio finta di nulla,chiudo la porta e continuo a cercare. Poi mi fermo e mi siedo sul letto. Ma cosa cerco di ottenere in questo modo? Io non voglio nulla da questi ricchi e non voglio togliere nulla a loro. Voglio solo andare via da qui,via da Juan,dimenticare tutto e provare -almeno un pò - ad essere felice. Esco dalla stanza e cerco Nico. Lo trovo in un bagno,che bacia una ragazza. Faccio gesto per dire di andar via,ma per i gesti che fa,è la ragazza che si è incollata a lui. Facendo in modo che legga il labbiale,gli dico che l'avrei aspettato in furgone ed esco dalla casa. Sto per uscire dal cancello,quando mi viene in mente la ragazza silenziosa che stava per i fatti suoi. Chissà se le sia cambiata la serata in qualche modo. Chissà se il suo ragazzo le avrà fatto un regalo per tirarla su di umore. Chissá se si starà divertendo con le amiche. Torno indietro. È solo curiositá,mi ripeto. La guardo. È allo stesso posto di prima e mi chiedo se la birra che ha tra le mani sia la stessa o ne abbia presa un'altra. Mi guarda. E mi sento come un ladro colto con le mani nel sacco. Non riesco a staccarmi dai suoi occhi. Ci guardiamo da lontano,poi lei si sposta,continuandomi a fissare e penso che stia per raggiungermi e mi viene in mente che forse non dovrebbe conoscermi,che è meglio andare via.

Lali.

Alla festa non riesco a divertirmi. Pensieri su pensieri mi fanno immaginare di voler stare da sola,al mare. Guardare il mare e non smettere mai. È così tanto grande che potrei rimanere a lui tutti questi pensieri. Lui li terrebbe con se,in un angolino,magari vicino ad uno scoglio e poi sarei libera. Libera dai litigi dei miei,libera di sentirmi sola,libera da Simon. Porterei solo la musica con me. La musica e il mio successo. Un ragazzo da lontano mi fissa. Ha dei vestiti che somigliano a stracci addosso. Mi chiedo se abbia fatto a botte con qualcuno o forse è un ladro. I suoi occhi sembrano chiari,ma da lontano non riesco a vederli bene. Sembrano gli occhi di un bambino a cui hanno tolto tutto. Non riesco a smettere di fissarlo. Lo guardo e lui guarda me. Le sue mani sono grandi. Mani che potrebbero portare via tutto quello che ho dentro. La curiosità di sapere chi è mi prende così tanto da non riuscire a fermarla. Vado per avvicinarmi,dall'altro lato della piscina,ma quando arrivo nel punto esatto dove c'era lui,non lo trovo più. Così mi guardo intorno e comincio a pensare che forse la birra che ho bevuto è stata un pò troppa. Saluto Rocio e la ringrazio per avermi invitata. Voglio andare a casa. "Dai,resta ancora un pò!" Mi dice,ma il mio unico pensiero è starmene da sola nel mio letto e,magari (perchè no?!) versare qualche lacrima e addormentarmi,cercando di non pensare a niente più.
Prendo la mia macchina e comincio a guidare. Sull'autostrada che mi porta a casa,sul lato destro,riesco a vedere il mare. Alla prima sosta decido di fermarmi. Scendo dall'auto e accosto vicino al guardalinee. Se non fosse per la luna che illumina le piccole onde che battono sugli scogli,neanche me ne sarei accorta del mare. È bello come sempre. Bello e lontano. Per un attimo penso di volermi lasciar cadere e salvarmi da tutto questo,ma sono pensieri troppo brutti da mettere in atto. Annuso un pò di più,cercando di sentire il suo odore,ma niente,sono troppo distante. Così mi sporgo ancora un pò. Niente. Non ci riesco. Un furgoncino sosta dove ho fermato la mia macchina,ma non ci faccio caso. Voglio l'odore del mare. Voglio sentirmi libera come lui. Un ragazzo mi prende per un braccio e mi tira verso di lui. "Non farlo! Non ne vale la pena". Lo guardo e mi chiedo se ubriaca sono io o lui. "Sei tu" poi mi dice. Gli occhi illuminati. Lo guardo meglio e un flash mi riporta alla festa,al ragazzo sparito nel nulla. È lui. Lui che mi tiene tra le braccia. Lui con le mani grandi. "Perché mi hai tirata via da lì? Volevo solo sentire l'odore del mare". Mi sciolgo dalle sue braccia,cerco di alzarmi,ma quando sono in piedi la testa comincia a girare. "Ce la fai?" Mi chiede. E qualcuno dal furgone urla:"Peter,dobbiamo andare!" Il ragazzo dalle mani grandi -Peter- mi guarda preoccupato. E mentre si avvicina al furgone,mi dice:"Vai piano e cerca di non bere così tanto. Mi dispiace..devo andare". Sale sul furgone,mentre mi guarda dallo specchietto laterale. Si,i suoi occhi sono verdi. Verdi come questo mare che non riesco ad odorare. Ma adesso,odorando i miei vestiti che sanno di lui,penso che sia simile a quell'odore che tanto non riuscivo a sentire.

Il mio posto è dove sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora