chapitre III

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Dopo alcuni minuti arrivammo vicino ad una porta, posta molto lontano dalle altre, dalla quale si sentiva un leggero rumore, come una melodia, ma davvero molto strana. Che fosse la canzone di cui il marito della donna parlava? Ancora con un pò di timore, aprì la porta, entrando all'interno della stanza, accompagnato da Marcus.
M: Patricia, questo è il mio amico, Fredrick.
F: ciao Patricia!
Salutai la ragazza, che si mostrò disinteressata, continuava a fissare il soffitto, sempre accompagnando il tutto con quella melodia.
F: Vedo che ti piace cantare, Patricia, che melodia è questa?
La ragazza alla mia domanda si zittì, volgendo lo sguardo su di me. Iniziò a scrutarmi, poi mi rivolse per la prima volta la parola.
P:Anche lei è un medico?
Mi domandò, con quella sua voce rauca e con un tono più maschile che femminile, che siano state le troppe sigarette a ridurla così?
F:Si, sono un medico anch'io.
P:Bene, allora può dire a queste persone che io non sono pazza, non sono pazza!!!
La ragazza inziò ad urlare contro il mio compagno.
P:Tu, tu lurido schifoso, morirai, giuro che morirai! Tu e quel figlio del diavolo!
Marcus corse nella direzione della ragazza e chiamò a gran voce alcuni infermieri, che iniettarono della morfina, per calmare la paziente.
M:Vieni Fredrick, andiamo via da qui.
Mi lasciai trasportare fuori, facendomi accompagnare in una stanza, in cui erano presenti alcuni tavoli ed una caffettiera. Il mio amico, prese due caffè, porgendomene uno.
F:Grazie.
Sussurrai cercando di sorridere, prendendo la tazzina, iniziando a bere il liquido.
M:Hai visto la paziente, cosa te ne pare?
F:Sicuramente soffre di qualche disturbo, ma con una sola visita non posso dire molto, devo almeno vederla altre volte, da solo.
M: Da solo?
F:Si, perché magari vedendo solo me, potrebbe aprirsi e parlare tranquillamente.
M:Sì, forse hai ragione. Beh, allora proverò a farti avere qualche incontro privato con la ragazza.
F: Posso incontrare anche il marito?
M:Questo non posso assicurartelo, ma proverò a parlargli ed a convincerlo.
F:Ti ringrazio, ora credo sia meglio che vada via, ho fatto una prenotazione in un piccolo albergo qui vicino, così per qualsiasi cosa puoi subito venirmi a chiamare.
M:Hai fatto bene e mi spiace averti disturbato, ma davvero se non fosse stato necessario non ti avrei infastidito.
F:Nessun fastidio, anzi, mi fa piacere che tra tanti medici, tu abbia scelto me.
M:Ma figurati, beh, credo sia meglio che tu vada, magari ti accompagno con la macchina, così eviti di stancarti trasportando le valigie.
F:Ti ringrazio!
M:Bene, Aspettami qui, prendo la giacca ed andiamo.
Dopo qualche minuto Marcus tornò con indosso una giacca di tweed nera.
M:Andiamo!
F: Ottimo.
Presi le valige, aiutato dal mio amico ed insieme ci dirigemmo fuori dalla struttura, fino ad un parcheggio, nella quale c'erano soltanto poche macchine, tra cui quella del mio compagno. Egli mi accompagnò fino all'hotel.
F:Ti ringrazio ancora una volta, buonanotte!
M:Buonotte a te.
Scesi dalla macchina, salendo poi i pochi gradini che mi speparavano dalla porta dell'albergo, presi le chiavi della mia camera ed entrai all'interno di quest'ultima.

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