La ragazza del vento

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Ricordo ancora quella giornata che mi cambiò la vita.
Nell'aria del mio quartiere di Brooklyn si respirava l'odore del pane appena sfornato e si sentivano le macchine di andava a lavorare.
Quella mattina mi svegliai presto a causa dei miei continui incubi.
Andai in cucina a fare colazione e mia madre era già andata a lavorare.
Mi preparai per andare da James.
Mezz'ora dopo ero in centro e lui era già lì.
-Buingiorno-dissi io.
-Oh Clarisse!-disse con un sobbalzo chiudendo il libro che stava leggendk -Non farlo mai più!
-Ok,scusa- gli risposi ridendo mentre mi sedevo avanti a lui.-hai già ordinato?-
-In realtà ti stavo aspettando...quindi ora che sei qui,emh,ordiniamo?
-Ovviamente.
Quando arrivarono i nostri pezzi di torta al cioccolato,gli occhi di James si illuminarono e io non potei non scoppiare a ridere e così i suoi occhi si spostarono dal dolce al mio viso e mi guardò confuso.
-Cosa c'è?Sono sporco?Perché ridi?
-Oh no niente,è solo che...-dissi ridendo .
-È solo che cosa?
-La tua faccia quando hai visto il dolce,sembra quasi che tu non abbia mai visto un dolce.

Più tardi eravamo sul treno per tornare ognuno a casa propria.
Quando James se ne va e io rimangono da sola sembra che qualcosa o qualcuno,mi stia osservando,solo che quando mi guardo intorno non trovo nessuno nella mia cambina,l'unico movimento è quello del vento che arriva dal finestrino.
"Quando ho aperto il finestrino"mi chiesi.
Quando mi avvicinai al finestrino,però, l'aria che arrivava dall'esterno era abbastanza calda,mentre l'aria che sentivo sulla pelle era un'aria gelida.
Scesi dal treno con ancora quella sensazione addosso.
Entrai dentro casa e sua madre ancora non era tornata.
Lanciai la borsetta sul divano e andai a preparare la cena.
Mentre ero seduta e mangiavo saltò la corrente e si spalancò la porta che fece entrare di nuovo quell'aria fredda.
Prima che potessi alzarmi per andare a cercare il cellulare mi sentii afferrare per il polsi e fui costretta a rimanere seduta.
Poi nell'ombra,proprio sopra di me,sopra il tavolo c'era un'affilato viso con tanti segni simili a tatuaggi su tutta la faccia e due occhi a mandorla di un blu che illuminavano tutto il viso.
Poi quella strana figura disse solo due parole:
-Dobbiamo parlare.-

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