Lo scrigno del male

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Mi accomodai sull'elegante poltrona di pelle rossa dall'aspetto consumato in modo che,il mio sguardo, cadde dritto negli occhi di quello strano uomo.
Anche se era seduto -o almeno credevo fosse seduto- potevo notare che era molto alto,o almeno lo era per gli standard delle persone normali,quelle che venivano chiamate makaijri .
Aveva i capelli abbastanza lunghi per un uomo e,nonostante le pronunciate rughe agli angoli della bocca,risplendevano di un acceso colo giallo canarino che dava un tocco di colore alla tetra stanza.
Gli occhi,di un azzurro cielo,erano contornati da grandi cerchi scuri che terminavano con delle lunghe zampe di gallina che mi ricordarono mia nonna Lucy-se non fosse stato per il colore dei capelli e per i vigili e vispi occhi che ti scrutavano fin all'ultimo millimetro delle ossa dei piedi,ovviamente.
Guardava spesso oltre gli sporchi vetri delle finestre,per poi guardare in ogni angolo buio della dimora, anche se sapeva perfettamente che lì,oltre a me,era completamente solo.
Anche Tio non era lì,quell'uomo gli aveva detto di aspettare fuori e lui eseguì l'ordine, anche sepotevo scorgere ogni tanto delle ciocche bianche al lato della porta.
Il silenzio attorno era imbarazzante, li stesso genere d'imbarazzo che provavo quando andavo a casa di James e sua madre mi tartassava di domande per scoprire se il figlio frequestava qualche ragazza (oltre a me,ovviamente), con la differenza che questo silenzio faceva ribollire in me l'ansia.
Quell'uomo aveva detto che conosceva mia madre e quella era la conversazione che avevo aspettato per tutta la vita.
-Alloora-ruppi il silenzio schiarendomi la voce-E così lei conosce mia madre,eh?Strano perché ecco-continuai-di solito dovrei sapere tutto su di lei,ma in realtà,fino a due minuti fa,non sapevo nemmeno che lei fosse viva.
-È normale.
-Normale lei dice?!A me non sembra niente normale-mi alterai io.
-Le consiglio di abbassare il tono signorina-il suo tono era del tutto calmo,come se avesse aspettato quella conversazione da tutta la vita-Non è questo il modo che dovrebbe utilizzare una persona di alto grado come lei,tradirebbe tutti i principi della sua famiglia.
-Non so di cosa stiate parlando.
-È per questo che non deve far altro che tacere e ascoltarmi attentamente,senza interruzioni,per cortesia.
-Ok...
-Senza interruzioni-ripeté lui.-Allora per iniziare, devi sapere che tutte quelle cose che da te sono "strane",noi le chiamiamo "normali".
Come probabilmente già sai,sono anni che questo mondo,anche se a te può sembrare un luogo tranquillo e pieno di gioia,in realtà siamo in guerra e non sappiamo nemmeno noi con chi stiamo lottando. Una cosa però la sappiamo, sappiamo,che chiunque sia,ha già macchiato troppe strade di sangue, ha distrutto intere generazioni,intere famiglie,ha ucciso bambini senza alcuna pietà e lo farà ancora. Quello che è successo a tuo padre...probabilmente è la stessa cosa che ci sta distruggendo.
Rapisce dei normali makaijri che sono a conoscenza di questo mondo e,nella maggior parte dei casi, fa su di loro degli esperimenti per costruirsi l'esercito perfetto, che non abbia paura ne pietà, come lui...
-Farà questo anche a mio padre, vero?-chiesi io cercando di respingere le lacrime, ma la voce mi tremò e le guance iniziarono a bagnarsi.
-Non lo so,Clarisse,ma se c'è qualcosa che puoi fare è di lottare insieme a noi...tu fai parte di questo mondo.
-No,ti sbagli,tutto questo è uno sbaglio!-mi alterai io.
-Ti prego di calmarti,stavano parlando di tua madre prima,no?Ti interessa sapere chi è e sopratutto perchè non è stata con te per tutti questi anni,giusto?
Mi limitai ad annuire, la sua voce era completamente calma,pronta per qualsiasi situazione.
-Dovresti iniziare dal passato.Un tempo,tutto questo mondo era diviso in vari popoli.
C'era il popolo dei barbuti nani,ai quali piaceva sporcarsi le mani,c'erano i folletti,piccoli esseri furbi e maliziosi,ai quali piaceva far divertire la gente e,sopratutto fare scherzi,c'era il popolo delle fate,esseri graziosi e dalla bellezza ipnotica,l'esempio perfetto del male e del bene messi insieme, c'erano i giganti,alcuni buoni e altri cattivi,i quali però venivano allontanati, e infine c'era il Regno degli elfi,abili lavoratori come i nani,furbi come i folletti graziosi come le fate.
Probabilmente quello degli elfi era il popolo più importante.
Il loro re o la loro regina,infatti, avevano il compito di custodire in un posto fuori dalla portata di tutti uno scrigno.
Molti dicevano che erano uno scrigno maledetto e che ,in caso fosse stato aperto,la disperazione e il terrore si sarebbe diffuso tra tutti i popoli.
In realtà quello scrigno era una specie di vaso di Pandora,e se fosse stato aperto, il risultato sarebbe stata la distruzione del popolo che lo aveva aperto.
Un giorno però un elfo servo del re,troppo curioso di capire cosa sarebbe successo, seguì di nascosto il re fin nel luogo segreto e,dopo che il re se ne andò, lui fece quello che tutti avevano giurato di non fare mai e poi mai:aprì il vaso.
In un primo momento ne rimase deluso.
Niente fumi dall'aspetto malvagio o spettri uscito da lì dentro,ma semplicemente vide un ciondolo.
Quando stava cercando di capire cos'era, però sentì ancora i passi del re dentro la tana,e allora fuggì con il ciondolo appeso al collo.
In realtà quello non era un normale ciondolo, ma dentro di esso vi era il potere del male,del diffondere il terrore e,cosa ancor più inquietante, di aver la capacità di trasformare il proprio corpo in qualcosa di immateriale.
In più, per chi era troppo debole da combatterlo, quel ciondolo creava una specie di dipendenza, una necessità fisica e morale.
Purtroppo l'elfo traditore non seppe resistere e allora iniziò la morte del popolo degli elfi.
Quando sembrava che tutto quel glorioso regno era ormai finito, molti dicevano che c'era ancora una piccola elfa appena nata.
La madre,infatti,ormai sul punto di morte, partorì la sua unica piccola di una cima di una montagna del popolo dei nani.
Poco tempo dopo la donna morì e un giorno un gruppo di nani che si dirigevano a lavorare nelle miniere, trovarono la piccola elfa e quando videro poco lontano da lei il corpo senza vita di un'elfa adulta capirono che,per qualche motivo,quella donna che stava per morire,usò le sue ultime forze per lasciare la piccola lì,nel popolo dei nani,nella speranza che qualcuno la trovasse e si prendesse cura di lei.
E così fu.
Infatti in un villaggio poco lontano girava voce che c'era una coppia di giovani sposi che però non potevano avere figli perché la donna era sterile e,quando gli venne chiesto se volevano prendersi cura di quella neoelfa,loro accettarono di prendersi cura di lei come se fosse figlia loro.
Così l'elfa fece una ragazza e poi una donna, finché non si innamorò.
Però quello sbaglio enorme,il più bello che fece,ma era uno sbaglio.
Infatti si innamorò di uno del mondo in superficie e i due ebbero una splendida figlia per metà umana e per metà elfa.
La donna però non voleva far crescere la piccola nel mondo di sotto perché era troppo pericoloso e allora decise a malinquore di non entrare mai nella vita della figlia pur di non farle correre rischi, e così fece.
-Scusa e tutto questo cosa centra con me?-chiesi io confusa.
-Proprio non capisci? La metà-elfo sei tu!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 13, 2016 ⏰

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