Tiara

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Camminammo finché le luci di quella strana città non scomparvero e i mille colori dei capelli di quelle strane persone non lasciarono spazio a vicoli che mi ricordavano i vicoli del mio quartiere,con la differenza che qui,al posto del panettiere paffuto e del meccanico,c'erano delle persone minuscole con la pelle blu dalle sfumature verdi.
Andavamo sempre avanti,fino alla fine del vicolo poi salimmo delle scale dall'aria abbandonata,con i pezzi di pietra che si sgretolavano se ci mettevi troppo peso e io,a differenza di Tinuviel,che sembrava fare una leggera danza mentre camminava,rischiai di cadere più volte.
Arivammo in cima e arrivammo a quello che sembrava un enorme palazzo antico.
Tinuviel mise una mano sulla grande porta e questa fece una specie di click prima di spalncarsi.
Ora che ero alla luce del sole potevo vedere bene Tinuviel.
Aveva un corpo slanciato e i lunghi capelli erano raccolti in una treccia che le arrivava fino a metà schiena che sembrava formare una corposa cascata di capelli blu con delle ciocche azzurre che si abbianavano perfettamente con la pallida pelle e gli occhi turchesi.
Mi fece cenno di entrare e quando lo feci rimasi sorpresa della bellezza del palazzo.
Era grande,molto di più di quello che potevi immaginare da fuori,ed era pieno di luce,che derivava unicamente dalle enormi finestre.
Difronte a me c'era una larga scala con sopra un tappeto rosso.
Tinuviel avanzò sicura verso di esse superando senza problemi le guardie che invece bloccarono me,ma la ragazza fece cenno loro di farmi passare e la raggiunsi allungando il passo in modo da superare le guardie.
-Qui spesso si tengono le riunioni più importanti del mondo sotterraneo, ma di solito è la residenza del re.-spiegò Tinuviel vedendo la mia evidente aria di confusione.
-E noi che ci facciamo qui?
-Te l'ho detto-fece con aria annoiata-voglio farti conoscere una persona.
-Il re?
-Che? Non il re... E poi perchè dovrei portarti da lui?
-Non lo so...io...
Mi bloccò con un gesto del braccio e mi portò verso una stanza in cima al castello con una piccola porta che quasi non si notava tra le altre enormi.
Tinuviel entrò senza nemmeno bussare.
La stanza era piccola ,ma accogliente.
La luce entrava da un balcone che era aperto facendo entrare così un fresco vento primaverileche odorava di fiori di ciliegio che faceva svolazzare le leggere tende color salmone.
C'era un piccolo armadio bianco,un letto sfatto che faceva vedere le leggere lenzuola gialle e infine c'era una scrivania piena di armi che non si abbinavano per niente con il dolce aspetto della camera.
Sopra la scrivania era appeso un grande specchio.
Da fuori il balcone spuntarono dei capelli ondulati del colore dei fiori del ciliegio.
Poi entrò una minuta figura femminile dalle piccole,ma dolci forme.
Aveva un viso sottile cosparso di lentiggini che si notavano appena,il tutto completato da grandi occhi verdi e carnose labbra rosse.
-Guarda guarda chi si vede!-fece entrando e aprendo le braccia mentre si avvicinava verso Tinuviel che però liquidò l'abbraccio spostandosi verso destra-Cosa ci fa un'amante della notte come te in una giornata di sole come questa?-continuò.
-Faccende importanti-spiegò Tinuviel indicandomi con lo sguardo.
-Chi abbiamo qui?-adesso lo sguardo della ragazza si era spostato verso di me.
-Lei è Clarisse, viene dal mondo in superficie...-cominciò Tinuviel.
-Perchè è qui-adesso i suoi occhi verdi sembravano studiarmi e il suo viso si fece incredibilmente serio,tanto che un brivido mi percorse la schiena.
-Tiara,posso spiegare...-fece Tinuviel,lo sguardo basso.
-Allora fallo!Dimmi perché hai portato una della superficie qui!Da me!-ora lo sguardo spensierato di Tiara era scomparso lasciando il posto ad una rabbia quasi animale.
-Lei li vede,come te.
-Davvero? Come fai a dirlo?
-Hanno preso suo padre.
-Perchè avrebbero dovuto prendere uno della superficie?
-È questo il punto,Tiara,significa che lei non è come gli altri,dobbiamo portarla da Tio,lui saprà.
Tiara si limitò ad annuire,prese un cestino intrecciato con quelli che sembravano rami di qualche albero e ci mise dentro alcune armi.
Tinuviel si inginocchiò accanto al letto e da qui sotto cacciò un arco con una faretra e delle frecce.
Tiara mi porse qualcosa e io vidi che era una spada,però era diversa dalle altre.
La lama catturava la luce del sole e la trasformava in luce propria ed era di un grigio-bianco accecante che si attorgiagliava su se stessa formando una spirale.
L'elsa era color porpora e sopra aveva dei strani disegni:draghi e scene di battaglie, che le parvero stranamente familiari.
Esitai ad impugnarla, ma Tiara mi bloccò un polso e mi mise la spada in mano.
-Andiamo-disse Tinuviel-e,Clarisse, qualunque cosa succeda una volta uscite di qui ti do un solo consiglio: non esitare ad uccidere.

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