2 - Spilaris

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La cena andava avanti ormai da più di due ore, ed al Re facevano male gli zigomi da quanto cercava di sembrare sveglio ed allegro.
Il Re di Chericia era un uomo sulla cinquantina, più anziano di Nicholas di almeno dieci anni, ma aveva una moglie molto giovane, la Regina Lolanne, di soli ventun'anni. Aveva più o meno la stessa età della Regina Evanella, pensò subito il Re, eppure aveva un che di infantile che Evanella non aveva mai avuto. La sua sposa era sempre stata forte e intelligente, bella e cordiale.
Era la donna che amava, e a cui aveva giurato amore davanti a Dio ed al popolo quando ancora non si conoscevano bene.
Ma il loro era un amore vero, regale, e soprattutto da accettare. Erano stati promessi sposi da piccoli, ma nessuno dei due aveva mai aperto bocca riguardo ciò.
Si erano riconosciuti l'un l'altra persone dall'animo nobile, e perciò erano fieri del loro matrimonio.
Insomma, in confronto ad Evanella a parere del Re la Regina Lolanne era ancora una bambina.
Parlare con Re Karthen, il sovrano ospite, non era difficile al Re, ma doveva cercare di sembrare il più possibile partecipe al discorso, oppure avrebbe fatto brutta figura. Quando rideva, Re Karther tirava su le labbra in modo particolare, e si teneva con una mano pallida la pancia sporgente e tonda.
Solo in quel momento, Re Nicholas si accorse della pancia leggermente gonfia della Regina Lolanne. Terminato lo scambio di battute con l'ospite ed assicuratosi che avesse vino e compagnia di vari uomini di spicco di Vanaria, si alzò e si incamminò verso il tavolo delle Regine alla sua sinistra, dove sedevano le sovrane ed alcune donne di alta classe nobiliare, spesso giudicate dal sovrano ruffiane ed avide di denaro.

«Vostra Maestà» salutarono le due sovrane, chinando leggermente il capo. Le altre donne si alzarono, anch'esse sussurrando quel saluto, e Nicholas pensò che sarebbero andate ad importunare qualche altro ospite.

«Mie Regine» rispose il Re, anch'egli chinando leggermente il capo e con le mani intrecciate dietro la schiena.
«La serata è di vostro gradimento?»

«Oh, è tutto buonissimo. Grazie per tutta questa ospitalità, Re Nicholas e Regina Evanella» disse cordialmente la Regina Lolanne, portando le mani in grembo e, senza volerlo, tirando il tessuto nero così mettendo in risalto la piccola pancia che stava crescendo di mese in mese.

Evanella notò il ventre della Regina, e subito la interrogò interessatissima «Mia Regina, congratulazioni! Tra quanto tempo nascerà?»
Non vedeva da tempo una donna incinta.

«Oh, scusate per non avervelo comunicato. A me ed al Re mio marito sembrava inopportuno tralasciare la vostra ospitalità per festeggiare invece nostro figlio» rispose dolcemente la giovane. «Nascerà tra sette mesi. Credo sia un maschietto» aggiunse poi ridendo e portandosi una ciocca mora dietro l'orecchio. Si toccò la pancia, e la accarezzò con calma e dolcezza.

«Spero ci inviterete al battesimo, allora» disse Re Nicholas sorridendo. Era il primo vero sorriso di tutta la serata.
Detto ciò, si ricordò di aver lasciato un Re panciuto e sudato, ubriaco marcio e goloso ad un tavolo pieno zeppo di cibo, vino e vicino ad altri uomini certamente non sobri, così si congedò e tornò al proprio posto.

Intanto Evanella chiedeva a Lolanne del figlio, della maternità. Ad un certo punto, la Regina capì i problemi della sovrana senza figli, e cercò di confortarla. Disse che anche lei all'inizio aveva avuto problemi, ma che poi il figlio finalmente era arrivato, ed il suo grembo cresceva ogni giorno.
«Ho paura di non potercela fare» confessò la Regina Evanella con voce strozzata. Non lo aveva mai detto a qualcuno al di fuori dello stregone di corte, di sua madre e di Nicholas.

«Certo che ce la puoi fare, mia Regina. E ti dirò di più: tu ce la farai» le dichiarò la sovrana. «Perdonami se ciò che sto per dire risulterà offensivo, ma a volte il problema non è la donna, ma l'uomo. Se vuoi un consiglio...» iniziò Lolanne.

«Sì, ti prego qualsiasi cosa» implorò la sposa di Re Nicholas.

«Si chiama spilaris, è un'erba che in pochi conoscono. È miracolosa» le sussurrò all'orecchio la sovrana di Chericia, e poi tornò ad accarezzarsi il ventre.
Le due continuarono a parlare, e finirono per legare così tanto che si promisero di scriversi spesso.
Invece, i due Re erano molto diversi tra loro, alleati e indifferenti. Si sopportavano anche a livello umano per mantenere la pace tra i due regni, ma non avevano la volontà di divenire amici.

Così la festa finì, gli invitati andarono nelle loro case e i tavoli vennero puliti. Il cibo avanzato nelle pentole ed ancora caldo venne distribuito alla servitù, che ricambiò tale gentilezza con mille ringraziamenti.

Il discorso e la conoscenza di Sua Maestà Lolanne aveva giovato alla Regina Evanella, che ora, grazie alla sovrana, era un po' meno infelice.

Il Re e la Regina di Chericia andarono a dormire nella camera degli ospiti più bella del palazzo, nell'ala est, mentre i sovrani di Vanaria si incamminarono verso l'ala nord, dove si trovava la camera Reale.
La Regina però chiese al Re di poter andare un attimo in biblioteca.
Il Re accettò.
Lei corse dallo stregone, che trovò nel salone del Trono. Lo portò il un luogo appartato e gli chiese dell'erba spilaris. Il vecchio sorrise, compiaciuto degli studi approfonditi della Regina e, stringendosi nel mantello di saio marrone che indossava sempre, la portò nel suo laboratorio e le diede una fiala di quella pozione.
«Ricorda, è per entrambi. Attenta però, mia Regina» disse il vecchio Portelos, con una voce roca provata dalla vecchiaia, «Non ve la avevo proposta perché è un rimedio estremo e non sicuro. Troppo poca provoca febbre, troppo tanta, morte»
La Regina Evanella rimase di sasso di fronte a tale dichiarazione, ma seppe di potercela fare. Era l'ultima spiaggia rimasta.
Ringraziò il medico e gli fece giurare di non proferire mai alcuna parola sull'accaduto.

Corse nell'ala nord, entrò in camera e notò che il Re era ancora nell'anticamera.
Versò i due sacchettini di erbe misurate dal medico nei due calici già pieni di infuso alla pesca, che poi posò sui comodini.
Si fece coraggio, e posò le labbra sul calice.
Chinò la testa all'indietro e trangugiò il liquido.
La Regina si spogliò, stanca per il vino e per la notte, e si coricò a letto ancora truccata, indossando solo un sottile velo di seta rosa e sciogliendo la lunga chioma boccoli sulla schiena. Re Nicholas era ancora vestito quando, uscendo dalla stanza dove tenevano una bacinella d'acqua e delle stoffe pulite, vide la sua sposa in tutta la sua bellezza. Il suo respiro regolare faceva muovere la pelle bianca ricoperta da molti piccoli nei, e le sue gambe lunghe e sottili sembravano quelle di una fata. Ma vide che dormiva già, così represse il desiderio.
Bevve tutto d'un sorso l'infuso sul suo comodino, pensando che quella sera aveva un retrogusto amarognolo.
Si sdraiò a letto, ma sentì che doveva prendere sua moglie, lì ed in quella notte. Spense le candele ed aspettò che il letto fosse più caldo. Si girò su un fianco, ed iniziò ad accarezzare la spalla della donna con l'indice, scorrendo di tanto in tanto la mano sulla morbida chioma. La Regina si destò e dolcemente si girò verso il marito che la baciò mille e mille volte, e lei fece lo stesso.

Quella notte vi fu Luna piena, spettatrice di ore e ore d'amore dei due giovani sovrani.

RosaspinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora