Capitolo 3

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Afire Love-Ed sheeran, bellissima e perfetta per tutto il capitolo
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LOUIS' POV

Erano le otto di mattina, e io ero già in piedi a fumare sigaretta dopo sigaretta sul terrazzo di casa mia.
Era passata una settima esatta dal fatidico incontro con Harry, e ancora dovevo realizzare quanto le cose fossero cambiate rispetto a quattro anni prima. Io avevo un figlio di quattro anni ed ero fidanzato con Danielle e nella vita ero principalmente un cantante e sportivo e organizzatore di feste di beneficienza, mentre lui era non solo cantante, ma anche attore e stava insieme ad una delle ragazze più belle al mondo. Dopo lo scioglimento della nostra band, Harry era stato quello a fare più strada, da solista. Buttai fuori il fumo della mia sigaretta e sbuffai prima di gettare via la cicca. Faceva freddo a Londra, seppur fosse Marzo. Mi strinsi nella giacchetta di lana e tirai giù le maniche per coprire le mie mani.
"Louis, Amore perché sei già sveglio? Torna a letto, fa freddo fuori." Danielle era apparsa alle mie spalle, coperta da una semplice mantellina rosa. Era bellissima anche da appena sveglia.
"Vengo subito." Dissi e andai da lei per baciarle la fronte. Danielle tornò dentro, ma io restai fuori. Odiavo quella sensazione strana che provavo all'altezza del petto, quell'inquietudine che mi logorava dentro. Quella sensazione che provavo ogni volta che vedevo Harry. Non tornai dentro da Danielle, mi accesi l'ennesima sigaretta e restai fuori a pensare.

"Freddie, campione, sbrigati!" urlai per la casa. Dovevo portare il piccolo all'asilo privato e poi andare ad un appuntamento lavorativo. Danielle era partita per Atlanta, perché un suo parente stava male. Ero in ritardo e avevo i nervi a fior di pelle. Da quando ci eravano temporaneamente traseferiti a Londra, la mia vita era abbastanza stressante. Mi accesi un sigaretta mentre aspettavo mio figlio.
"Sono plonto papi. Ciao ciao casetta!"
fece Freddi salutando la casa prima che io chiudessi a chiave la porta.
"Ciao Ciao casetta!" ripetei io, facendolo sorridere. Gli chiusi la giacchetta e uscimmo fuori.
"Dai campione, siamo in ritardo." dissi camminando troppo velocemente per le sue piccole gambine.
Lo presi in braccio per sbrigarmi. Freddie mi accarezzò in viso mentre io quasi correvo disperato. Ad un certo punto, mi fermai di botto sul ciglio della strada, notando una figura familiare da lontano. Era Harry, vestito in nero, con una mantella nera lunga , i capelli raccolti in una crocchia disordinata e con addosso degli occhiali, tanto brutti da sembrare di giocattolo. Camminava a passo svelto, e non notò il cane legato al palo vicino ad un negozio, e cosi gli calpestò una zampa. Il cane ugulò dal dolore. Harry tornò indietro, la sua faccia sconvolta, e lo sentii chiaramente scusarsi con il cane. Rimasi impalato a guardare la scena, quando una fragorosa risata si fece spazio dal profondo del mio cuore.
Risi tanto forte da attirare l'attenzione della gente lí presente. Poco me ne inportò, continuai a ridere, con le lacrime agli occhi. Harry, guardò nella mia direzione e sbiancò non appena mi riconobbe. Cercai di riprendermi e sempre con Freddie tra le braccia, andai verso Harry.
"Louis...che ...cosa ci fai qui?" balbettò in imbarazzo. Era rosso in viso e mi fece una tenerezza assurda.
"Sto portando Freddie all'asilo, poi ti ho visto mentre...passavi di qua...!" raccontai, trattenendo un'altra risata.
"Ah...ecco!" rispose Harry e posò lo sguardo su Freddie.
"Papi chi è quetto signole?" chiese Freddie incuriosito dalla persona di Harry. Andai leggermente in panico.
"Ecco ehm, lui é un...un amico di papà!" Buttai lí e Freddie fissò Harry con la bocca aperta.
"Posso andale in braccio al signole Hally?" fece Freddie e si districò nella sua direzione.
"Certo che puoi campione." dissi e guardai Harry per un consenso. Harry annuì, così gli diedi Freddie.
"Ciao piccolino, come va?" sussurrò Harry a mio figlio.
"Non sono più piccolo signole, ho quattlo anni adesso." disse fiero Freddie, mostrando però un tre con le mani.
"Quattro anni? Allora sei un piccolo uomo ormai." Lo incitò il riccio. Freddie annuí con forza, sorridendogli. Osservai la scena come in trance, provando una strana sensazione, mai conosciuta prima. Era...felicità?
Freddie premette una delle sue minuscole mani sul viso di Harry, che lo guardava incantato.
"Signole Hally, che belli occhi veddi che hai!" squittí mio figlio.
Harry si girò a guardarmi, io ero paralizzato. "Lou, ti somiglia tantissimo." disse a bassa voce.
"Campione, dobbiamo andare adesso." Annunciai e feci per prenderlo, ma lui si attaccò al collo di Harry.
"Alliverci signole Hally." poi di staccò e lo presi in braccio.
"Ciao piccolo uomo. Arrivederci Lou." mi sorrise, mostrando le sue fossette.
"Si...ciao." dissi freddamente e girai sui tacchi.

Young Gods | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora