Capitolo IX

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Jacopo
Sono le 6.30, tra mezz'ora devo alzarmi per andare a scuola. È lunedi. Odio alzarmi presto il lunedì mattina, perchè si è reduci da un weekend fatto di fumo, alcool e discoteca. E a me di solito non basta una domenica per riprendermi. Dovrebbe essere vietato andare a scuola di lunedì, ma se fosse vietato anche tutto l'anno non mi darebbe fastidio.
Oggi peró mi sento particolarmente nervoso e non ho dormito per niente perchè ho pensato quasi tutta la notte a cosa dire a Celeste, dato che quando l'altra sera ho visto lei e Matteo che passeggiavano mano a mano, ho deciso di darmi una mossa.

Stanotte ho pensato che forse le potrei dire:- Celeste anche se non ci conosciamo bene vorrei dirti che devi lasciare quel coglione del tuo ragazzo perchè è un pezzo di merda.

Oppure credete che sia esagerato? Credo di si.
Ma non credo nemmeno di riuscir a mantenere la calma parlando di quel verme.. dopo tutto la merda che mi ha fatto passare.

Socchiudo, per quello che a me sembra un attimo, gli occhi e quando li riapro vedo che sono le 7.10
Già lo so. Farò in ritardo, una cosa che faccio quasi sempre. Quindi ormai non mi preoccupo più di correre avanti e indietro per la casa con una mano lavadomi i denti e con l'altra cercando di infilarmi i pantaloni.
Credo che entrerò alla seconda ora e firmerò con la firma falsa di mia madre (la quale sarebbe capace anche di ricopiarla un bambino dell'asilo), il permesso per entrare alla seconda ora. La cosa buona è che mi salto fisica.

[...]

Deduco che sia stata una giornata abbastanza di merda.
Ho parlato con Celeste alla ricreazione avvicinandomi a lei mentre Bea non c'era, ero un pó timoroso, avevo anche paura di restare muto dinanzi a quegli occhi irresistibili, avevo anche paura di non resistere e baciarla. Ma per fortuna mi sono calmato e le ho detto con una voce flebile, mentre lei alzava la testa dal banco intenta a far qualcosa e rivolgendomi un sorriso bellissimo:- Ehi, Celeste, devo parlarti. So che può sembrarti strano detto da me, perchè quasi non ci parliamo, ma mi è giunto all'orecchio che tu sei la ragazza di Matteo, quello di seconda.
Voglio solo dirti che io e lui siamo stati amici per un bel periodo e ti dico di starne alla larga perché non è un buon ragazzo per te. Lo faccio solo perché so che tu sei una brava ragazza.

Lei arrossando, e ancora dubbiosa, cercando di capire il perchè di quelle parole uscite proprio dalla mia bocca, ha detto:- Scusami, ma non siamo mai stati amici così stretti io e te. E non vedo il motivo per cui tu dovresti dirmi queste cose. E come puoi pretendere che io ti creda? Come puoi pretendere che io venga a credere a uno con cui non ho mai avuto rapporti di amicizia, ma solo scolastici e non al mio ragazzo?
E non sono mica scema che mi vado a fidanzare con un bastardo. Se faccio qualcosa è perché ne sono sicura. E se adesso permetti vado da lui. Non so nemmeno perchè ti sto ad ascoltare e anche a darti spiegazioni!
E fammi un favore, non ti intromettere in fatti che non ti riguardano assolutamente.

Non mi ha dato nemmeno il tempo di rispondere che é andata via, abbastanza incazzata e pensierosa. Lo si è visto da come ha aggrottato la fronte mentre è corsa tra le braccia del suo amato che sono sicuro che ben presto farà quello che gli riesce meglio.
Celeste aveva ragione ad essere cosí confusa e arrabbiata. Non posso pretendere che mi ascoltasse dato che quasi non ci parliamo.
Anche lei ha esagerato per come ha risposto. O forse no (?).
Chissà se adesso sta pensando alle parole che le ho detto. Chissà se se ne accorgerà da sola con il tempo.
L'unica cosa che mi rimane da fare e che farò è parlare con Matteo appena ne avrò il tempo.


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