Perché alle cose belle è difficile rinunciare.

Capitolo 12

L'inizio della scuola stava rendendo tutto più difficile proprio come avevamo previsto.

Riuscivamo a vederci solo nel fine settimana e per pochissimo tempo: quando eravamo fortunati riuscivamo a trascorrere insieme qualche ora, ma questo capitava raramente.

In quel poco tempo che passavamo insieme cercavamo di dimostrarci tutto ciò che provavamo, di abbracciarci per tutte le volte che l'avevamo voluto fare durante la settimana passata, di raccontarci tutto ciò che avevamo da dirci, di scambiarci tutti i baci che ci eravamo custoditi.

Quei momenti con lui erano l'unica ragione che mi spingeva ad andare avanti, racchiudevo in quelle poche ore tutta la mia felicità, attendevo con ansia che arrivasse il sabato,
per sentire il suo calore, il suo corpo stretto al mio in quel primo abbraccio, un abbraccio di liberazione, come a dire 'sono completo solo tra le tue braccia',
per riavere i suoi baci, quelli lenti e pieni d'amore, quei baci che sai che, comunque andranno le cose, riserverai ad una sola persona,
per poggiare la testa sulla sua spalla,
per avere il suo affetto, quello che sapevo che riservava solo a me.
Ricordo che non appena lo raggiungevo nel nostro solito posto eravamo attratti uno all'altro come due calamite, la prima cosa che facevamo era rinchiuderci nel nostro solito  abbraccio, lo stringevo forte forte, come se avessi la costante paura che qualcuno o qualcosa potessero portarmelo via.
I baci venivano dopo: la cosa più importante era ritrovarmi intera tra le sue braccia.

Tornavo a casa e mi sentivo la ragazza più felice di questa terra, sentivo che qualunque cosa succedesse non avrebbe potuto rovinare quella sensazione di leggerezza che solo i suoi abbracci sapevano lasciarmi.

Durante la settimana era molto difficile andare avanti, era difficile ripeterci 'mi manchi' e non poter far niente per evitarlo:
ci sentivamo impotenti e lo eravamo.

L'unica arma che avevamo, l'unica cosa in grado di tenerci legati era il nostro grande amore.