Capitolo 22

35 2 0
                                    

La conversazione continuò ancora e senza che dicessi nulla mi disse di sorridere, perché lui amava quel sorriso.
Non riuscivo a capire, mi mandava in confusione e mi confessò che neanche lui sapeva ciò che provava,
che stava aspettando di vedermi per capire e anche io non aspettavo altro
perché nonostante mi avesse appena ucciso, solo rivederlo mi avrebbe fatta tornare a vivere.

Era ormai tardissimo ed eravamo assonnati e confusi e non sapevamo neppure se ciò che dicevamo era dettato dal sonno o proprio dal cuore, ma in quel momento mi fece una promessa.

Perché se tutto andrà bene avrai tutta la felicità che hai sempre desiderato.
Perché della mia felicità non so che farne, basta che sei contenta tu.
E ti giuro che da questo momento vedrai solo il lato migliore di me.

Furono le ultime parole di quella notte di confessione e non avevo ancora capito di quale dei due Marcus che avevo conosciuto dovessi fidarmi, non avevo capito ancora cosa pensasse quella mente contorta e confusa, ma amai l'idea che le ultime parole fossero le uniche che pensava, che quella promessa l'avrebbe mantenuta in eterno e decisi di non pensare più alle parole precedenti, anche se facile non fu.

28 aprile 2016
Questo è un giorno importante nella mia città:
si riempie di gente che non si vede mai e che il giorno dopo sarà già scomparsa, ma in questo giorno sembra proprio di essere in un bel posto, anche se subito dopo l'incanto scompare.
Questo poi è uno dei pochi giorni in cui mi è concesso uscire di sera, ma questo 28 aprile non mi elettrizzava più di tanto, io stavo continuando ad aspettare ansiosamente il sabato e mancava davvero poco.

Mi preparai ed insieme alle mie amiche uscimmo, non avevo neppure considerato l'idea di passare del tempo insieme a lui in quel giorno.
Appena arrivate andammo a sederci nel posto che più amo di questa città, il nostro posto, ma lui non c'era.

Dopo poco lo vidi arrivare insieme ai suoi amici, il mio cuore perse un battito, sentivo lo stomaco contorcersi, ma ci ero abituata.
Lo salutai come sempre, sorrideva e quel sorriso era la cosa più bella che avessi mai visto.

Mentre parlavo con una mia amica sentii una mano sfiorare la mia, mi voltai e lo vidi

Possiamo parlare un attimo?

Perché alle cose belle è difficile rinunciare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora