Capitolo 3

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«COSA HA FATTO?» urlò in preda alla rabbia Zoe.

Elle si portò una mano alla bocca e delle timide lacrime scesero sulle sue guance arrossate.
Mi guardavano scioccate come se non credevano a quello che avevo appena raccontato.

Avevo chiesto a Harry se andasse a casa a prendermi qualcosa da mettere dopo che il dottore entrò e ci comunicò che la sera stessa potevo già tornare a casa.
Dopo le prime lamentele lo convinsi promettendogli che tornati a casa gli avrei detto tutto.
Louis invece era andato via da un bel pezzo oramai.

«Rose ti prego dimmi che non è vero» sussurrò Elle in preda ai singhiozzi.

Abbassai la testa.
Non riuscivo a vedere Elle piangere, era come se sentissi il cuore spezzarsi, come se una parte di me volasse via.

«È la verità» dissi alzando lo sguardo e fissando il muro bianco.

«Ma io lo ammazzo! Quel brutto figlio di troia» disse a denti stretti Zoe.

«Stai tranquilla Zoe adesso sto bene» dissi rivolgendomi alla mora.

Mi allungai verso la riccia che stava ancora piangendo.

«Ti prego Elle non piangere» le sussurrai mentre la stringevo a me.

Lei ricambiò l'abbraccio e mi strinse forte come se non volesse lasciarmi andare.
In quel momento mi sentii rilassata.

«Zoe vieni qui» esclamai.

Delle braccia cinsero me ed Elle.

«Siete la mia famiglia, e malgrado quello che è successo ieri, questo è il modo migliore per cominciare il nuovo anno insieme a voi» sussurrai mentre le lacrime scendevano sul mio viso.

«Vi voglio bene» dicemmo all'unisono.

*

«Harry sto bene! -sbuffai buttandomi sul divano- ho solamente un livido e qualche punto. La ferita tra l'altro è superficiale. Non c'è motivo di agitarsi»

Presi il telecomando e cominciai a girare per i canali aspettando che si sedesse accanto a me.
Sapevo che non stavo bene.
Stavo bene fisicamente, ma dentro ero distrutta.
Roteai gli occhi al cielo quando lo vidi guardarmi con rimprovero.

«Voglio almeno sapere cosa è successo -alzò le braccia esasperato per poi farle ricadere sui fianchi- e poi mi vuoi spiegare dove cazzo è finito James? Che fidanzato di merda è?»

Deglutii nervosa scrollando le spalle come se non m'importasse.
Mi alzai e spensi la tv capendo che non avrei potuto stare in santa pace per un po'.

«Non ho voglia di parlarne» dissi sperando che lasciasse perdere, cosa alquanto improbabile.

A quelle parole s'infuriò e si avvicinò a me.
Mi accarezzò il collo delicatamente per poi sospirare affranto.
I suoi occhi erano lucidi e non intendevano lasciare il contatto visivo con i miei.

«È stato lui?» non risposi.

«È stato James?» chiese alzando la voce.

Chiusi gli occhi incapace di sostenere il suo sguardo e annuii.
Era fuori di se e lo notavo dai pugni serrati e la mascella tesa.
Feci un passo indietro scontrandomi con il muro.

«Io lo ammazzo» disse avviandosi alla porta.

Ci persi due secondi per capire cosa stava per fare e fermarlo prima che facesse qualche cavolata.
Gli afferrai un braccio e lo feci voltare verso di me.

«Harry so che sei arrabbiato, ma ascoltami non fare cazzate! L'importante è che io stia bene, okay?» gli presi il viso tra le mani per far si che mi guardasse negli occhi.

Mi specchiai in quei pozzi verdi aspettando una sua mossa che non tardò ad arrivare.
Mi prese il viso tra le sue grandi e calde mani ed appoggiò la fronte sulla mia.
Spostai le mie mani sul suo petto per poi stringere la sua maglietta
Non rompemmo il contatto visivo neanche per un secondo.

«Se solo ti tocca un'altra volta io giuro su dio-strinse più forte la sua fronte contro la mia- te lo giuro Rosie che lo ammazzo» terminò per poi abbracciarmi forte facendo scontrare io mio viso con il suo petto muscoloso.

Inspirai il suo profumo e portai le braccia dietro la sua schiena mentre lui accarezza i miei capelli baciando ogni tanto la mia testa.

«Ti voglio bene» sussurrai stringendomi ancora di più a lui.

«Anche io piccola Rose» disse allontanandosi per baciarmi la fronte.

«Ti va di raccontarmi cosa è successo e poi magari vediamo un film?» mi chiese dopo un po' ed io annuii.

*

«Ma che schifo!» urlai coprendomi la faccia con le mani.

«Sta zitta Rose! Questa è la parte più bella» mi diede uno schiaffo sulla fronte mentre io gli lanciavo un occhiataccia.

La cosa che più amavo quando stavo con Harry era il fatto che ci estraniassimo dal mondo come se tutti i pensieri brutti sparissero.
E questo si poteva benissimo intuire dal nostro bisticciare e scherzare anche dopo quello che era successo.
Anche quando eravamo piccoli e uno dei due era triste ci chiudevamo nella sua casa sull'albero e giocavamo ore e ore con qualsiasi cosa ci capitasse tra le mani.
Era un modo per consolare l'altro.
Un modo un po' strano ma efficace.
Ci eravamo sempre stati l'uno per l'altro.
Lui continuò a guardare il film ed io continuai a non guardarlo.

«Harry ma quello ha le budella di fuori» gridai disgustata quando aprii uno spiraglio tra le mie dita pentendomene subito.

Mi tappò la bocca e mi guardò malissimo facendomi cenno di stare zitta.
Alzai la testa dalle sue gambe sporgendomi per prendere la ciotola con dentro le mandorle dal tavolino posto di fronte al divano grigiastro.
La mie adorate mandorle.
Mi misi seduta per evitare di non morire affogata e iniziai a sgranocchiare.

«Ma non può finire così» si lamentò buttandosi a peso morto dall'altra parte del divano quando il film terminò.
Roteai gli occhi e sbuffai.

«Harry ho sonno vai a casa» dissi alzandomi.

Alzò di scatto la testa e mi fissò con aria triste.

«Non vuoi che rimanga?»

«Non ne vedo il motivo» scrollai le spalle.

«Io non ti lascio sola dopo quello che è successo» disse serio mentre si alzava.

«Harry abiti alla porta accanto se succede qualcosa ti chiamo» lo tranquillizzai posando la ciotola sul tavolino.

Scosse la testa deciso dirigendosi al piano di sopra sicuramente verso la mia camera.
Sbuffai rassegnata al fatto che non avrebbe cambiato idea e mi diressi anche io in quella direzione.

«Harry devi comunque andare a casa per il pigiama» lo avvisai entrando e buttandomi accanto a lui sul letto.

Si lamentò per poi alzarsi.

«E non cercare di chiudere la porta a chiave perché ho le chiavi» urlò prima di sentire sbattere la porta.

Sbuffai ricordandomi delle chiavi di scorta che ci eravamo scambiati in caso di emergenza quando ci eravamo trasferiti.
Così mi sistemai meglio e caddi nelle braccia di Morfeo.

Rosalie || L.T. (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora