Capitolo 4

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Erano passate quasi quattro settimane da capodanno.
Per essere esatti era il 24 gennaio.
Non avevo più visto Louis da quel giorno, sapevo solo che aveva riallacciato i rapporti con Harry.
Quest'ultimo negli ultimi giorni era diventato sempre più opprimente.
A volte me lo ritrovavo nel mio appartamento quando tornavo dall'università e non se ne andava finché non era sicuro al cento per cento che stavo bene.
E attenzione io apprezzavo il fatto che si preoccupasse per me, ma era diventato peggio di un padre geloso.

Ma torniamo al 24 gennaio.
Giornata alquanto strana.

Stavo camminando per i corridoi dell'università per andare ad una conferenza.
Mi giravo intorno per trovare l'aula giusta e quando la trovai mi ci fiondai subito.
Mi sedetti nella prima fila per riuscire a stare attenta.
Non sono mai stata una secchiona, ma quando si trattava di volontariato e cose simili ero la prima di tutti.
Mi sistemai la borsa sulle gambe e aspettai pazientemente l'inizio della conferenza.

«È libero?»
Alzai lo sguardo e fissai il ragazzo sorridente di fronte a me che mi indicava il posto alla mia destra.

Ricambiai il sorriso e annuii.
Appena si sedette mi rivolse un altro sorriso e poi prese a giocare con il telefono.
Sospirai stufa di aspettare così presi il libro che avevo iniziato a leggere il giorno precedente dato che mancavano ancora quindici minuti.
Alzai la testa quando la stanza cadde nel silenzio.
Spalancai la bocca alla vista di due occhi blu mare.

«Louis?» sussurrai come se lui potesse sentirmi.

Il suo sguardo si posò su di me ed ebbe la mia stessa reazione prima di scuotere la testa e cominciare la conferenza.
Dire che non ascoltai una parola era un eufemismo, ma ero così concentrata a chiedermi cosa ci facesse lui lì.
Ero piacevolmente sorpresa che facesse volontariato.
Non me lo sarei mai aspettata da lui.
Anche se infondo non lo conoscevo affatto.
Passai tutta l'ora a mordicchiarmi il labbro e a rimuginare.
Era ovvio che fosse un volontario, ma non so perché non riuscivo a capacitarmi del fatto che con tutte le università che c'erano lui doveva venire proprio nella mia.
O meglio adesso so il perché ma allora non lo sapevo.
Ma torniamo alla storia.

«Comunque piacere io sono Niall» mi disse il ragazzo accanto a me allungandomi una mano alla fine della lezione.

Il viso mi sembrava stranamente familiare familiare
Sicuramente qualche amico di Harry, pensai.
Gli strinsi la mano e gli sorrisi dolcemente.

«Io sono Rosalie, ma puoi chiamarmi Rose»

«Allora ci si vede Rose» mi salutò con un occhiolino prima di sparire tra la folla.

Mi alzai per andare in biblioteca ma una voce mi fermò.

«Rose! Rose!» sentii urlare.

Mi girai e trovai Louis che cercava di passare tra la folla e mi faceva segno.
Aspettai che mi fu di fronte e gli sorrisi.

«Ti va un caffè?» mi chiese sistemandosi in spalla la tracolla che portava.
Annuii e gli feci strada verso il bar dell'università.

«Allora fai volontariato» dissi per rompere il ghiaccio.
Lui sollevò lo sguardo dalla tazzina e annuì.

«Si da qualche anno ormai» sorrise prima di prendere un altro sorso di caffè.

«Io sin da quando ero al liceo vado ogni domenica in ospedale ad intrattenere i bambini» dissi poggiando la tazza ormai vuota sul tavolino.

Mi guardò sorpreso prima di sorridere per l'ennesima volta.
Quel ragazzo sorrideva troppo spesso.

«Questo venerdì c'è una festa a casa di un mio amico ti va di andarci?» mi chiese all'improvviso.

«Si perché no» risposi portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Cademmo in un silenzio imbarazzante e mentre stavo per dire che sarei andata via lui parlò.

«Come stai?» mi domandò guardandomi dritta negli occhi facendomi intuire che era realmente interessato.

«Sto alla grande ma adesso devo scappare -mi alzai di colpo- è stato un piacere rincontrarti» presi la borsa e lo salutai con la mano prima di girare i tacchi e dirigermi verso l'uscita.

«Ci vediamo venerdì» mi urlò dietro.

*

«Dove sei stata?»
Buttai un urlo dallo spavento e mi portai una mano sul cuore.

«Harry porca troia non farlo mai più! Ho perso dieci anni di vita» esclamai guardandolo con sguardo truce.

Lui scoppiò a ridere prima di ritornare serio e incrociare le braccia al petto.

«Stai sereno Harry! -sbuffai buttando la borsa sul divano- ho incontrato Louis all'università e abbiamo preso un caffè insieme»
Spalancò gli occhi e subito dopo un sorrisetto malizioso aleggiò sul suo volto.

Roteai gli occhi al cielo e dopo averlo afferrato per le spalle lo buttai fuori dal mio appartamento.
«Devo cambiare amici» dissi tra me e me.

Mentre mi dirigevo verso la cucina però mi ricordai che avevo dimenticato a dire a Harry della festa di venerdì.

Così spalancai la porta di casa bussai alla sua e urlai: «Venerdì Louis mi ha invitato ad una festa»

«E a noi non ce ne frega un emerito cazzo» urlò il mio vicino, il signor White.

«E a noi non importa dei suoi stupidi gatti di merda» risposi col suo stesso tono.

Era chiaro che col signor White non andavo molto d'accordo, ma lui era così fastidioso.
Ogni giorno cantava canzoncine inventate da lui dedicate ai suoi gatti.
Chi fa una cosa del genere?

Flashback
«La gatta, la gatta, la gatta ha chiuso gli occhi
Non sa, non sa, non sa che cosa fare
Bada, bada, bada che se la tocchi
La gatta, la gatta, la gatta ti graffierà.
Oh Geltrude sei la gatta più bella la gatta più bella»
«Harry va avanti così da quando ci siamo trasferiti una settimana fa, se continua io lo ammazzo!» esclamai con le mani nei capelli.
«Rose siamo appena arrivati e questo posto non costa neanche tanto quindi ti prego di sopportare» mi disse guardandomi supplicante.
Fine flashback

«Rosalie per favore!» mi urlò da casa sua Harry.

«Eh va bene -sbuffai- mi scusi signor White» dissi prima di rinchiudermi in casa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 09, 2016 ⏰

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Rosalie || L.T. (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora