Capitolo 2

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Mi svegliai con le grida della zia isterica che mi diceva "Eva! È tardi!"Qualcuno mi dica che è solo un incubo qualcuno mi dica che sto sognando è presto mi risveglierò ancora in Italia!!!
Non era un sogno, e lo capii quando aprii gli occhi e trovai la testa della zia sopra la mia. "Sbrigati il pullman passa tra 15 minuti" . Non mi lascio altra scelta che alzarmi di malavoglia. Mi misi le prime cose che trovai nella valigia ancora chiusa,mi lavai, mi raccolsi i capelli in una coda alta, presi lo zaino con qualche quaderno e il portacolori e scesi giù. L'autobus arrivò dopo qualche minuto sotto casa mia. Salutai mia zia,e salii nel pullman.C'erano vari ragazzi più o meno simpatici alla vista.Mi sedetti nell'ultima fila di sedili sola,mi misi gli auricolari e mi isolai da qual clima di amicizia di cui io non facevo parte. Non mi calcolo nessuno tranne mio cugino che entro dopo qualche fermata. Si sedette vicino a me,e cominciammo a parlare del più e del meno per tutto il tragitto.Arrivato a scuola scendemmo di malavoglia e lui andò subito con i suoi amici verso la sua aula dopo avermi salutata. Tra i suoi amici notai particolarmente un ragazzo biondo,occhi castano scuro,color terra,mi fissò per pochi secondi con un sorriso sbilenco.L'avevo già inquadrato,il classico "Don Giovanni" della scuola , capitato della squadra di basket magari....
Mi distraggo....andai in classe.
Mi sedetti al terzo banco,da sola: mi piaceva la solitudine. Entrata la prof ,comincio a fare le presentazioni "ragazzi quest'anno avremo una nuova compagna:Eva Mondini....." Vi risparmio i dettagli della noiosissima e monotona presentazione.
Finite le lezioni,ci ritrovammo tutti nella mensa della scuola.Aspettai mi cugino ,che quando mi vide isolata mi chiamo nel suo tavolo dove trovai tutti i suoi amici tra cui il così soprannominato da me "il fighetto".
Cominciammo a mangiare e durante una conversazione sul disgustoso cibo sano delle macchinette,mi accorsi che quel ragazzo mi stava fissando dalla punta del tavolo.Decisi di andarmene con la scusa di andare in bagno. Andai verso il mio armadietto e lo aprii. Cercavo qualche scusa per andare via prima e "hei!Dimmi un po'..... Ma sei la fidanzata di Paolo tu?" Paolo era mio cugino "No! No no no no.... Sono sua cugina! Mi sono appena trasferita" Non disse più niente .... Presi io l'iniziativa: me ne andai dicendo solo "Devo andare ciao!"
Mi corse dietro,mi prese per un braccio "dimmi almeno come ti chiami" mi supplicó. "Eva....Eva Mondini.... Ciao"
A quel punto me ne andai mandando un messaggio a mio cugino per non farlo preoccupare.il messaggio diceva" Paolo non mi sento tanto bene prendo il primo bus e vado a casa" la risposta fu un semplice "ok".

Sola ma non troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora