Epilogo

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Sette anni dopo.

"Sono quattro sterline e novanta" disse la vecchia donna dietro il bancone del suo piccolo chiosco dove vendevano i fiori più belli mai visti.

"Cinque sterline per tre petali?" Chiesi scioccato, dando però la banconota da cinque, facendola ridacchiare.

"Ha fatto un'ottima scelta di colori, signorino" disse la vecchia, sorridendomi.

"Il blu è il mio colore preferito" risposi, ricambiando il sorriso, per poi girarmi ed andarmene.

Arrivai davanti a quel pezzo di pietra, anche detta come tomba, in quel cimitero pieno di anime che ormai erano in pace, a sorvegliare i loro cari, quella tomba che conteneva il mio primo vero amore, quello che mi aveva salvato da tutto e da tutti, quello che se ne era andato troppo presto, per i miei gusti.

Mi abbassai e mi misi in ginocchio davanti alla lapide con su scritto in calligrafia elegante ma non troppo il suo nome. Posai quei fiori così blu difronte alla lapide, sorridendo leggermente, ricordando quanto blu fossero i suoi occhi.

"Hey" qualcuno poggiò una mano sulla mia spalla, facendomi sobbalzare leggermente, ma dopo che riconobbi la voce, sorrisi, mostrando le mie fossette che tanto lui amava.

"Hey, Louis" risposi, alzandomi ed abbassandomi per baciare quelle labbra così chiare e sottili, che tanto amavo.

"Oddio, perché sei così alto?" Chiese, fingendo di essere infastidito, mettendo su un adorabile broncio, facendomi ridacchiare, e che baciai prontamente.

"Sei adorabile" dissimo all'unisono, ridendo, per poi abbracciarci, io abbassandomi e lui alzandosi sulle punte.

"Ci vediamo un'altro giorno, Marcel"

Uscimmo dal cimitero, dirigendoci al parco, dove avevamo lasciato la nostra macchina per venire qui.

"Papino!" Un'adorabile voce femminile ed affannata mi chiamò, facendoci ridacchiare per la millesima volta.

"Sì, principessa?" Chiesi, abbassandomi alla sua altezza, dandole un bacino sul naso, facendola sorridere.

"Zio Niall mi vuole prendere" disse facendo una smorfia, ed in quel momento una testolina bionda fece la sua entrata da dietro un albero, imitando la voce di un orso e spalancando le braccia, rincorrendo
la nostra piccola figlia di ormai cinque anni, Hayley.

"Non crescerà mai Niall" disse ridacchiando Louis, facendomi annuire.

"Amore!" Qualcuno urlò da lontano, facendomi girare.

Un ragazzo dalla faccia dolce, moro e con gli occhi così marroni e grandi da sembrare quelli di un cerbiatto abbracciò da dietro Niall, facendolo girare verso di lui e sorridere come non mai.

"Liam!" Strillò, baciandolo dolcemente sulle labbra.

Guardai alla mia sinistra solo per ammirare quel ragazzo così basso, anche se aveva tre anni più di me, con la luce del sole a colpire il suo volto perfetto, facendomi rivivere un deja-vu. Sembrava proprio il giorno di sette anni fa, quando mi svegliai nella sua grande, ma non troppo, stanza. Guardai con ammirazione quel ragazzo che mi faceva dimenticare tutte le cose brutte, come mia madre e mio padre in prigione, mio fratello gemello Marcel, anche detto come il mio primo vero amore.

"Piccolo" mi riscosse dai miei pensieri Louis, che anche lui come me si era fermato a guardarmi.

"Sì?" Risposi, sorridendogli, mentre ci sedevamo sull'erba, appoggiando la schiena ad un albero.

"Mi racconterai mai cosa c'era fra te te Marcel?" Mi chiese, cosa che mi fece rattristire leggermente.

"Allora mettiti comodo, perché questa è una lunga storia" Dissi, dandogli un bacio sula guancia, facendolo sorridere teneramente.

"Io e Marcel, come ben sai, eravamo fratelli gemelli. I nostri genitori preferivano mille volte lui che me, questo lo sapevano tutti, ma l'unico a non notarlo ero io. Un giorno io e Marcel avevamo litigato, era stata la nostra prima e vera litigata nei nostri undici anni, tanto da arrivare al punto che gli diedi uno schiaffo. A causare la discussione fu il fatto che capì che tutti preferivano lui a me, dicevo che ero inutile, e lui si era arrabbiato. Poi però quella è stata la prima volta che ci baciammo, era come un cerotto per la ferita che avevamo creato, anche se non troppo dolorante. Da li in poi gli anni sono passati, avevamo una relazione, ma in segreto, nessuno all'ora lo sapeva, avevamo solo quattordici anni, ma sapevamo cosa sarebbe successo se mai qualcuno avesse scoperto di noi. Poi però un giorno io e Marcel eravamo andati in un bosco, uno in cui andavamo sempre, ogni volta per stare da soli, solo noi due, insieme. Quel giorno ho avuto un brutto presentimento, infatti quel giorno Marcel è stato investito, e quella è stato l'ultimo giorno che vidi gli occhi così blu di mio fratello. Confessai tutto ai miei genitori. Mia madre aveva pianto, mio padre invece ha scaricato la sua rabbia su di me, incolpandomi della morte del mio primo vero amore" finì tutto con la lacrime agli occhi, torturandomi le dita, nervoso della reazione di Louis.

Sentì delle piccole mani prendermi il volto, girandolo dalla sua parte, trovando gli occhi di Louis così blu e profondi, così simili a quelli di Marcel. Poggiò le sue dolci labbra sulle mie carnose, sorridendo leggermente.

"Ti amo" disse tra i baci.

"Ti amo anche io"

Ed ancora una volta,

la nostra mente è come l'acqua.

L'acqua cade a terra, viene risucchiata da quest'ultima e sparisce, non ritornando più su.

La mente cade nel dolore, viene risucchiata da quest'ultima e sparisce, non ritornando su.

Ma non sempre.

E questa è una delle poche storie che lo dimostra.

Se vi state chiedendo chi sono, chi è la persona dietro questa storia, la persona che sta raccontando questo racconto, beh, non mi farò problemi a dirvelo.

Mi chiamo Marcel Styles.

Questo vi può bastare.

Fine.

Mute || Larry Stylinson (A/U)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora