CAPITOLO 8: La vera identità di Neige

683 54 4
                                    

Phoenix aspettava Neige seduta su un camino, giocherellando distrattamente con il suo medaglione e, come si aspettava, lo vide arrivare sul suo sentiero ghiacciato silenzioso come una pantera:-Allora, hai intenzione di dirmi dove hai rubato il medaglione?-chiese con tono saccente. Phoenix sbuffò e alzo gli occhi al cielo. Questa volta però aveva deciso di non scappare. Aprì la ali e si avvicinò a lui, tanto che sentiva il suo alito freddo sul viso. Era una cosa che adorava, mettere in soggezione le persone che la infastidivano, e nulla era meglio di avvicinarsi talmente tanto da farli distogliere lo sguardo dall'imbarazzo. E anche questa volta funzionò:- Che c'è, Jack Frost dei poveri? Hai paura della vicinanza di questo angioletto?
Neige ripuntò i suoi occhi glaciali su di lei, e la solita sensazione di non potersi muovere la gelò:-No, non ho paura di nessuno... Non hai ancora intenzione di rispondere alla mia domanda?-chiese tirando fuori i suoi coltelli. Phoenix alzò le spalle, mentre nei suoi occhi danzavano delle fiamme dorate, un nuovo potere che la aiutava a scaldarsi:- Pensavo che sarebbe bastato parlare, ma a quanto pare devo usare le maniere forti...- e gli tirò un calcio nello stomaco. Neige barcollò sorpreso, ma fu solo per pochi secondi, poi si lanciò verso Phoenix con forza. Si trasformò presto in un corpo a corpo, solo che erano a diversi metri da terra e uno poteva congelare o bruciare l'altro, a seconda della persona. A un certo punto Neige riuscì a sfilare il medaglione dal collo. Appena si accorse di quello che aveva fatto, Phoenix iniziò a inseguirlo e ricominciò il gioco dell'acchiapparella tra di loro, solo che in quel caso era probabile che se uno avesse acchiappato l'altro, questi non avrebbe fatto una bella fine. Quando però il medaglione cadde dalla mano di Neige, entrambi si precipitarono a salvarlo, ma tutto ciò si rivelò vano. Il rumore del suo ciondolo che si rompeva ruppe anche il cuore della ragazza. Si inginocchiò di fronte ai frammenti dorati e pianse, cercando di rimettere insieme i pezzi. Neige rimase in silenzio dietro di lei, sentendosi incredibilmente in colpa. Cercò di scusarsi, ma lei si girò di scatto, mentre un'aura rossa la circondava:-Tu! Pagherai per ciò che hai fatto! Non ti azzardare neanche ad avvicinarti nemmeno di un passo a me!
Si avvicinò minacciosa a Neige e gesticolando con i frammenti in una mano e le lacrime agli occhi gridò:- Era l'ultima cosa che mi rimaneva del mio fidanzato, sparito senza lasciare traccia alcuni mesi fa, il giorno del nostro anniversario! Sei contento ora di sapere il motivo per cui non te l'ho detto? Dirlo ad alta voce rende più reale e più vero il fatto che lui non sia qui con me! E ti odio ancora di più per questo!
Detto ciò aprì le ali e spiccò il volo.
Neige era paralizzato: no, non poteva essere lei... ma se non era lei, chi altro? Ma soprattutto, perché pensava che fosse lui quello che se n'era andato?
Lo squillo del suo miraculous lo risvegliò dai suoi dubbi e si nascose per non essere visto mentre tornava normale. I suoi occhi, ora di un limpido color ghiaccio, si posarono sul kwami che era appena uscito dal miraculous, un piccolo pinguino di ghiaccio:-Kikko, è lei! L'ho finalmente trovata!
Kikko incrociò le braccine semitrasparenti, guardandolo storto:- L'hai quasi uccisa e hai distrutto l'ultimo ricordo che aveva di te: secondo te ti amerà anche se le hai fatto tutto questo?
Axel si scurì in volto, tirando fuori dalla tasca dei jeans una foto spiegazzata con gli angoli bruciacchiati: rappresentava due ragazzi che sorridevano all'obiettivo abbracciati, una ragazza dai folti capelli color cannella e gli occhi color miele e un ragazzo coi capelli talmente chiari da sembrare bianchi e la pelle candida. Una lacrima solitaria bagnò la carta della fotografia:-La speranza è sempre l'ultima a morire, giusto?

Margaret piangeva disperatamente, distesa sul suo letto, mentre Glimm cercava di consolarla, senza però ottenere risultati accettabili. I frammenti dorati che stringeva tra le dita le ferivano la mano, ma lei neanche se ne accorse, come non si accorse della piccola farfalla nera che si era posata proprio su quei frammenti. Una voce le sussurrò all'orecchio:- Mia cara Death Angel, io sono Le Papillon. Sono sicuro che vorrai vendicarti di quel povero idiota che ha distrutto il tuo cuore, e in cambio tu dovrai solo portarmi i miraculous di Chat Noir e Ladybug...
Un ghigno malvagio si dipinse sul viso della ragazza:-Con vero piacere, Le Papillon...

Miraculous Ladybug-The Phoenix [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora