Brandelli, portati via dal vento.
Lacrime che gelano nel buio del primo mattino, mentre i miei fantasmi si riavvicinano e l'alba stenta a nascere.
Eri la mia stella, io che fuggivo dalla luna.
Eri la felicità che non potevo avere.
Eri la mia solitudine, la mia pace.
Credo che si possa chiamare amore, credo si possa gridare alla gente, tutta quella gente che ci guardava male, credo che potrei gridarlo alle stelle lassù, fino a svegliarle e a farle sanguinare per te, come sto facendo io qui, perso nella nebbia.
Alzo gli occhi al cielo, e non ti trovo.
Non sei una stella.
Piccola one shot sui pensieri di Remus