Ci ripensò ancora una volta, quando lo vide.
Il suo corpo attraversare lentamente l'arco per poi scomparire, mentre tratteneva Harry furibondo e disperato, mentre vedeva l'ultimo dei suoi amici, il suo Felpato, abbandonarlo ad una vita senza di lui.
Non era possibile.
Non poteva crederci.
Non voleva crederci.
Gli ultimi attimi li visse così, la vista offuscata dalle lacrime, le dita lunghe e pallide, quelle mani che lui spesso stringeva con forza, a cercare di trattenere Harry:
"Non voglio perdere anche lui" pensò "Lui no.
Non può."
Ci ripensò ancora una volta.
Quella notte.
La loro ultima notte.Londra - quartier generale dell'Ordine della Fenice
"Sirius?" un uomo alla finestra si voltò, mostrando il volto solcato dalla sofferenza di lunghi anni passati ad Azkaban, ma ancora bello.
Gli occhi neri dell'uomo scintillavano. Sembravano ardere di passione, luccicando maliziosi nella penombra della camera:
"Se ne sono andati tutti ?" la voce profonda di Sirius non tradiva nulla.
"Si." Remus esitò "stavo pensando...adesso...non c'è nessuno..." non terminò di parlare perché l'altro, avvicinatosi con un sorriso, gli aveva baciato dolcemente le labbra, mentre sfiorava i capelli castano ramato dell'amante.
"Ti amo, Lunastorta" aveva detto "ti amo.
E non c'è bisogno di chiedere" un sorriso gli illuminò il volto, e per un attimo riassunse l'aspetto birichino e mascalzone del malandrino che era stato.
Si erano abbracciati, e Remus non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto era stato fortunato.
Sirius era lì, con lui, e nessuno glielo avrebbe portato più via.
Nessuno.
Lo baciò ancora con passione, quasi furioso, ubriaco dell'amore che provava per lui. Sirius aveva ricambiato con la stessa foga, accarezzandogli il collo con le labbra e stringendogli la mani bianche.
Quelle mani che adorava toccare, accarezzare, quelle mani delicate e forti allo stesso tempo, che un po' gli ricordavano il proprietario: tanto forte da aspettarlo per dieci anni senza mai demordere, ancora speranzoso della sua innocenza, e tanto fragile da non essere mai stato capace di dichiararsi.
Restarono a lungo così, abbracciati, a baciarsi, a sussurrarsi l'un l'altro il loro amore sofferto e a rifugiarsi in un universo di piacere lontano dalla dura realtà quotidiana.
Quando si staccarono, Remus si sedette sul letto, sorridendo, subito raggiunto dall'amato.
Passarono lì le ore seguenti, inconsapevoli che quella sarebbe stata la loro ultima notte, i loro ultimi istanti da amanti, e mentre Sirius accarezzava il volto di Remus addormentato scorrendo delicatamente con le dita sulle labbra, sul collo, e infine lo baciava un ultima volta, senti una stana fitta dentro di sé.
Timore.
Timore di perdere un uomo come lui.
"No. Remus non mi lascerebbe mai.
Niente ci dividerà."
Pensò rassicurato, stendendosi alfine accanto all'amante, mentre il sole accennava a sorgere.
L'ultima notte.