Capitolo 4.

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Amami

Milano, 1 giugno 2015
13:20

Arrivai in albergo con la mente ancora annebbiata dai pensieri, da quel chiodo fisso che non riuscivo a togliermi. Entrai in camera e mi buttai a peso morto sul letto, fissai il soffitto per un tempo indefinito, mentre il ricordo di Emma si faceva sempre più vivo dentro di me.
Non ci potevo credere, ce l'aveva fatta davvero. Scoppiai a piangere, un po' per il dolore che mi provocava rivivere il mio sentimento per lei, un po' per l'immensa felicità che avevo nel sapere che aveva realizzato il suo sogno, quel sogno che, un tempo, era anche mio.
Mi feci coraggio e decisi di voler sapere di più sulla sua carriera, su cosa le era successo da quel lontano 2007, quando le nostre strade si separarono. Presi il mio laptop e misi sotto carica il cellulare che era morto da ieri sera, non appena si accese vidi una ventina di chiamate perse da Filippo. Lo richiamai. - Pronto?
- Filippo, sono Sophie!
- SOPHIE! Dove cazzo sei?! - urlò.
- In hotel, dove vuoi che sia? - chiesi perplessa.
- Dovresti essere qui! SUL SET! - esclamò.
- Oh, cazzo. - sussurrai. Quella mattina c'era il servizio fotografico ed io me ne ero completamente dimenticata. - Ehm.. non si può rimandare? - chiesi.
- E' già stato rimandato a domani.Mi sono inventato che non ti sentivi bene.
- Grazie, Phil. Mi dispiace.
- Che fine avevi fatto?
- Diciamo che ieri sera ho esagerato con l'alcool e stamattina non mi sono svegliata nel mio albergo.
Sentii Filippo ridacchiare. - Elisa? - chiese.
Sospirai. - Già.
- Non ti sento entusiasta. Dopo una nottata così dovresti esserlo! - disse ridendo.
- Ci sono abituata, non è niente di nuovo. - risposi secca. - E questa volta è stato.. diverso. - continuai pensando a ciò che era successo.
- Capito, dai. Ora devo andare, se vuoi stasera ci vediamo per un aperitivo. - propose. Accettai l'invito.
- Perfetto, allora a stasera. Più tardi ti faccio sapere tutto, vedi di non bere e dimenticarti anche di questo. - mi stuzzicò.
Accennai una risata. - Non lo farò, prometto!
Chiusi la telefonata con Filippo, mi misi comoda sul letto con il mio computer e iniziai la mia ricerca.

Digitai su Google "Emma Marrone", non sapevo cosa aspettarmi. Mi apparvero tantissimi risultati: articoli, foto, video, notizie. Aprii il primo video che era suggerito, si chiamava "Amami".
Schiacciai play e iniziò la musica, la primissima inquadratura era già su di lei, con un semplice vestito nero. Subito dopo, un primo piano sul suo volto.
I miei occhi si riempirono di lacrime. Era così bella, ancora più bella di otto anni fa. Iniziò a cantaree mi si formò un groppo alla gola. La sua voce non era cambiata di una virgola, era sempre così calda e coinvolgente. Era decisamente migliorata, ma era sempre lei, sempre uguale. Unica. Per questo sentivo di conoscere quella voce in taxi, per questo motivo mi aveva scombussolato così tanto.
Guardai quel videoclip totalemente rapita, quella canzone mi metteva i brividi.

"e tutto quello che resta
sono sogni incollati fino a dentro le ossa
abbiamo appeso le ali
viaggiamo dentro i ricordi
e poi restiamo da soli
ma amami
e dammi le mani, le mani, le mani"

Iniziai a piangere di nuovo, non sapevo se piangevo per la canzone, per le parole, perché avevo visto lei, perché lei cantava quella canzone, non lo so. Rimasi completamente sconvolta da tutta quella situazione: stavo guardando la mia ex ragazza dallo schermo di un computer, in un video musicale con milioni di visualizzazioni in cui lei canta una sua canzone. Non sapevo cosa fare, se continuare ad ascoltare la sua musica, guardare qualche video, cercare delle informazioni su di lei o lasciarmi tutto alle spalle. La mia curiosità era alle stelle ed, in cuor mio, sapevo benissimo che non sarei mai riuscita a lasciarmi questa storia alle spalle facendo finta di nulla. Iniziai a fare qualche ricerca sulla sua carriera, volevo sapere com'era arrivata fin lì.
Lessi che vinse il talent "Amici" nel 2010 e solo due anni dopo vinse anche il Festival di Sanremo.
Wow. Sanremo.
Ricordavo un anno in cui guardammo il Festival insieme, a casa sua con i suoi genitori. Ad un certo punto si voltò verso suo padre e disse "Papà, un giorno ci sarò anch'io lì." Suo padre le sorrise dolcemente abbracciandola forte, io le strinsi la mano sussurrandole che credevo in lei.
E così fu sul serio, su quel palco ci andò davvero. In quel momento immaginai quanto sarà stato felice ed orgoglioso Rosario quando Emma vinse; lei era il suo orgoglio già quando cantava nei piccoli bar del nostro paesino, gli brillavano gli occhi ogni qualvolta lei cantasse. Avevano davvero un bel rapporto, io li invidiavo moltissimo.
Decisi di concludere lì la mia ricerca, tutto ciò mi aveva scombussolato abbastanza. Fu un bello shock, per me, scoprire tutto questo. Venire a sapere che la mia ex ragazza era diventata una cantante affermata, che aveva già vinto Sanremo ma, soprattutto, che il mio sentimento per lei non era per niente svanito.
Dovevo vederla, dovevo parlarci.
Avevo bisogno di farle sapere che ero lì, anche se solo per pochi giorni. Avevo bisogno di dirle cosa avevo combinato in tutti quegli anni, che ero diventata una fotomodella come diceva lei, dovevo
farle vedere com'ero diventata. Volevo delle risposte, volevo sapere perché era sparita, dovevo farle sapere che lei era una ferita ancora aperta per me e, forse, solo sapendo la verità, quella ferita sarebbe potuta guarire.
Ma come?
Sui social network era praticamente impossibile contattarla, non sapevo dove abitava, non sapevo nulla. Dovevo cercarla, in qualche modo. Decisi che ne avrei parlato con Filippo all'aperitivo di quella sera, magari avrebbe saputo aiutarmi.
Magari aveva lavorato con lei in passato, essendo uno stylist.
La mia mente entrò ancora di più in confusione. Oltre a sapere che Emma era famosa, a rendermi conto che provavo ancora dei sentimenti per lei, i miei pensieri si focalizzavano su come incontrarla o contattarla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01, 2016 ⏰

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RESTA ANCORA UN PO' | EMMA MARRONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora