CAPITOLO 1

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Stavo seduta nel mio solito banco nell'aula di scienze, il professor Robinson stava spiegando qualcosa di a me incomprensibile,come sempre, quindi decisi tranquillamente di fregarmene della lezione e parlare con Ilary, la mia compagna di banco.
《Ehi Ilary...》. La chiamai in un sussurro per non farmi sentire del prof. Lei non mi sentì quindi la chiamai nuovamente con tono più alto.
《Ilary!》. Questa volta sembrò sentirmi, ma ancora non mi rispondeva... Era arrabbiata con me? Continuai ripetutamente a chiamarla finché finalmente si girò a guardarmi.
《Megan basta! Il professore ti sta guardando》. Mi disse lei facendomi capire il perché non mi rispondeva.
《Credevo che eri erabbiata con me!》. Dissi per poi ridacchiare... ma il prof sembrò notato.
《Miller! Si può sapere cosa c'è di tanto divertente!?》. Sbottó infastidito lui.
《Niente prof》. Dissi con disinvoltura, cosa che lo vece arrabbiare ancora di più, sbattè il libro che precedentemente aveva in mano sulla cattedra e sbuffó con tono esasperato.
《Allora perché stavi ridendo?》. Chiese con tono leggermente più pacato.
《Non stavo ridendo》. Dissi in mia difesa alzando le spalle con menefreghismo.
Alla mia affermazione si alteró più del dovuto... 《Vai a farti un giro così magari ti schiarisce le idee...》. Disse indicando la porta.
Sbuffando mi alzai ed uscii dalla classe, sbattei la porta e raggiunsi la caffetteria dell'orfanotrofio. Chiesi del the e finita la mia tazza tornai in classe.

Appena aprii la porta trovai la preside seduta sulla cattedra che mi guardava sorridendo, io non capivo.
《Eccola, lei è la signorina miller》. Precisó il professor Robinson, anche perché la preside non sapeva i nostri nomi.
《Sì, Miller prenda le sue cose e mi segua》. Disse la preside Turner. Feci come mi disse un po' dibulante... solo perché ho riso il professore ha chiamato la preside?!

Seguii la preside lungo il corridoio dove, mi appoggiò una mano sulla spalla con tono rassicurante... cosa sta succedendo?!
Arrivate alla porta del suo ufficio mi fermó e mi girò per poterla guardare negl'occhi.
《C'è una persona che ti vuole conoscere》. Disse solamente, prima di aprire la porta.
Mi trovai di fronte un uomo, non molto alto, vestito con jeans nero aderente, camicia bianca e giacca anch'essa nera, capelli portati spettanti e occhi chiari.
Stava succedendo tutto così in fretta che la mia mente non metabolizzava ciò che mi accadeva attorno.

La preside mi avvicino al suddetto uomo con una spintarella alla schiena.
《Saluta Megan...》. Disse lei, allora conosceva il mio nome...
Salutai l'uomo a me sconosciuto con un salve sussurrato che lo fece sorridere, si prendeva gioco di me sto buffone?

Ci accomodammo sulle sedie dinnanzi alla scrivania della preside, seguirono istanti di silenzio che servirono solo a spazzientirmi di più.
《Volete spiegarmi perché sono qui?》. Chiesi notando che nessuno dei due aveva intenzione di parlare.
《Megan, vedi... lui》. L'uomo non la lasciò finire..
《Per l'amor di dio! Sono tuo padre》. Disse l'uomo alzandosi e posizionandosi di fronte a me. Mio padre? Impossibile... come può un padre dopo 16 anni di vita della figlia, arrivare di punto in bianco come se non fosse successo niente.

Mi alzai anche io mi avvicinai all'uomo, lo guardai e no... non notavo alcuna somiglianza tra di noi. Gli sorrisi e poi feci una leggera risata isterica, questo lo confuse molto. Presi il mio zaino e mi avviai verso la porta.
《Ok va bene, Arrivederci preside e salve signor padre...》. Dissi con una nota di sarcasmo. Arrivata alla porta pronta ad uscire, notai che era chiusa a chiave, Continuai a spingere e a tirare ma non si voleva aprire... si, era chiusa.

Mi girai verso i 2 adulti e li fulminai con lo sguardo... non era possibile, quello non poteva essere mio padre, e se anche lo fosse non lo considererò mai come tale, ma solo come uomo che mi ha cencepito. Un estraneo.

《Aprite la porta!》. Urlai arrabbiata non volendo passare un secondo in più in quella stanza.
《Megan per favore siediti, tutto questo non è facile neanche per me》. Disse colui che non meritava l'acronimo di padre...
《Non è facile per te?!, mi stai prendendo in giro?!》. Urlai esterrefatta dalle sue parole, non c'è mai stato ed ora dice che questa situazione è difficile? Poveretto...
《Megan siediti e parliamone per favore》. Chiese con tono gentile e supplichevole la preside. Mi sedetti solamente perché sapevo di non aver scelta.
《Allora, da dove posso cominciare...》. Pensò la preside ad alta voce.
《Magari con lo spiegarmi cosa ci fa quest'uomo qui...》. Dissi io non capendo il perché fosse venuto qui.
《Megan portami rispetto!》. Disse l'uomo, mi girai a guardarlo e con tutta la rabbia che avevo in corpo gli Urlai contro.
《PORTARTI RISPETTO?! SPERO CHE TU STIA SCERZANDO! NON MERITI IL RISPETTO NEMMENO DI UN BARBONE! RAZZA DI IDIOTA CHE NON SEI ALTRO!》. Non ero una persona molto aggressiva, forse menefreghista, ma non urlava o perdevo la pazienza tanto facilmente, quindi questo era uno degli insulti più brutti che avessi detto...
Lui sbuffó, capiva di non poter urlare contro una ragazzina, in una scuola e con di fronte la preside...
《Il signor Tomlinson ha deciso di prenderti in affidamento》. Disse la preside tutto ad un tratto prendendo mi alla sprovvista.
《No no no no...》. Continuai a ripetere una serie di no scuotendo la testa mentre guardavo il signor Tomlinson.
《Sì, domani verrai a vivere da me》. Disse quest'ultimo con un sorriso nervoso.
《Assolutamente no! Io da qui non mi muovo!》. Dissi sicura di me stessa, non sarei mai andata a vivere con un perfetto estraneo!
《VUOI VEDERE COME FARANNO MUOVERE GLI AVVOCATI?!》. Urlò l'uomo spazzientito dal mio comportamento.
《Signor Tomlinson! Per favore...》lo richiamò la preside
《Megan per cortesia vai a preparare le tue cose》. Aggiunse la donna riferendosi a me porgendomi le chiavi della porta.
La presi, apprii la porta velocemente e corsi nella mia camera.
Mi aveva abbandonato, non c'è mai stato, ho passato 16 anni senza padre e ora torna dopo avermi nuovamente rifiutata a 4 anni e mandata in orfanotrofio?

Mi buttai sul letto e affonda la faccia nel cuscino, le lacrime scendevano velocemente lungo le mie guance e non avevano intenzione di smettere. Sarebbe iniziata una nuova sfida il giorno dopo... dovevo mantenere la promessa fatta alla mamma...NESSUNO DOVEVA FARMI SOFFRIRE

SPAZIO AUTRICE
Questo è il primo capitolo, non è molto i know
RINGRAZIO @mrsstyles_93 PER LA COPERTINA
(Mi ha obbligato a ringraziarla)

I WASN'T ENOUGH? {L.T.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora