Capitolo 3: "Aiuto Jason..."

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Canzone del capitolo: Set fire to the rain - Adele

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Capitolo3: "Aiuto Jason..."

Jason pov.

Stavo correndo intorno ad un enorme recinto, ansimando e sentendo voci.

"Aiuto Jason! Aiuto!" Suonava come se fosse una ragazza, una ragazza molto giovane. La sua voce così piccola e disperata.

"Jason non potrò resistere ancora a lungo aiutami!" La stessa voce stava chiamando. La stavo cercando ma non ci riuscivo. Entrai in una piccola casa di mattoni in pochi secondi. Andai in una stanza e si sentì la voce di mia madre.

"Jason esci, sarai il prossimo a cui farà del male." questa di sicuro non era la voce che mi stava chiamando prima. Quella precedente suonava più come quella di una quindicenne.

Continuai a cercare e cercare ma ancora non riuscivo a trovarla. Volevo trovarla così tanto, oh ad ogni costo, sembrava qualcuno di importante per me, qualcuno che sicuramente dipendeva da me.

Cercai di rintracciare il punto da cui veniva la voce ma sembrava provenire da tutte le direzioni.

"Jason l'avevi promesso!" Mi si spezzò il cuore per questa piccola ragazza che aveva così tanto bisogno di me, ma io non c'ero.

Tutto si congelò, la sua voce si affievolì lentamente come la mia vista. Tutto stava roteando, ma lentamente.

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Saltai dal letto e la mia testa iniziò a far male per l'improvviso movimento. Una domanda mi ronzava in testa, chi era? Ero così confuso, specialmente riguardo il perché questa persona aveva bisogno di me così tanto.

Provai a spostare i miei pensieri a ciò che avrei dovuto fare oggi. Avevo bisogno di una doccia fredda, così con i miei piedi sul congelato pavimento in marmo, puntai verso il bagno principale. Saltai nella doccia sfregandomi i capelli con lo shampoo al cocco della bottiglia per il viaggio.

Appena uscii dalla doccia andai ad asciugarmi e aggiustarmi i capelli. I miei capelli sono come un magnete del sesso, come se le donne non ne potessero fare a meno. Lo acconciai in un 'quiff' e andai ad ordinare una colazione con cornetti e caffè. Non avevo idea di cosa diavolo ci facessero i cornetti su un menù per la colazione, ma la foto mi fece venire l'acquolina in bocca. Questa volta la persona al telefono non era fastidiosa come quella dell'altra notte, ma avevo ancora problemi per spiegarle cosa volevo.

Mentre aspettavo strisciai nel letto, presi il cellulare, e iniziai a giocare al gioco per cui alcuni si erano suicidati giocando, 'Flappy Bird'. Avevo continuato a colpire quegli stupidi cosini verdi! Non l'ho fatto?! Avevo premuto al tempo fottutamente perfetto! Diamine questo gioco.

Quando il campanello suonò, volendo dire che avevo ricevuto il mio cibo, mi alzai e lasciai la donna portarlo in cucina per me. Mi guardò con occhi civettuoli mentre roteai i miei, volendo che se ne andasse dalla mia vista. Non vedeva che non volevo il suo culo finto vicino a me! Oh la gente d'oggi.

Presi un morso dei dolci cornetti e fui mandato istantaneamente in paradiso. Era così delizioso, non potevo spiegare ulteriormente quando era sensazionale. Sorseggiando caffè dalla tazzina di vetro bianco, quasi vomitai. Questo caffè era terribile. Trovai del succo d'uva nel frigo e versai il liquido viola in un bicchiere che avevo visto in un armadietto la notte precedente.

Mi vestii in dei True Religion jeans scoloriti e la mia semplice maglietta bianca preferita. Aggiunsi le mie, fatte su misura, Supra bianche con le borchie dorate e camminai verso lo specchio per controllarmi. Chiamatemi presuntuoso ma diamine stavo bene come l'inferno. Indossando la mia nera giacca di pelle e infilandomi la key-card in tasca, uscii dalla stanza dell'hotel e camminai lungo il corridoio con la moquette che sembrava ti tentasse di correrci sopra. Mi toccai la giacca per sentire la pistola e il mio coltellino Swiss Army. Controllato. Dovevo sempre assicurarmi di essere preparato, c'erano molte persone che cercavano vendetta su di me.

Possession (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora