Quando Rose tornò nella Sala Comune quella sera, le sembrava di camminare a tre passi da terra.
Senza scope volanti, si intende.
Quel giorno, la sua vita aveva avuto una svolta. Una svolta che lei non si sarebbe mai immaginata.
Ancora riusciva a capacitarsi di quello che le era accaduto, ma soprattutto non avrebbe mai pensato che quello che era successo le avrebbe provocato tali emozioni.
Aveva scoperto un nuovo Scorpius Malfoy, diverso da quello che credeva di conoscere; e tutto era partito da un bacio, da un'attrazione che fino a quel momento, entrambi avevano voluto nascondere dietro un muro fatto di insulti, battibecchi e frecciatine.
Dopo pranzo Scorpius l'aveva portata al Lago. E lì avevano parlato.
Bè... non solo parlato.
Il tempo era passato così veloce che non si erano neanche resi conto di aver saltato la cena.
Poi lui l'aveva riaccompagnata fino alla signora Grassa per darle la buonanotte. E se ne era andato, lasciando Rose in quella sorta di piacevole confusione che la perseguitava dalla mattina.
In sala comune c'erano pochi studenti; cercò con lo sguardo una persona in particolare, ma non la trovò.
Strano che Dominique non le fosse saltata addosso per farle il terzo grado, sia sulla vicenda di James che sui particolari su quella di Scorpius.
Salì nel suo dormitorio: quattro dei cinque baldacchini erano già chiusi. Tentando di non far rumore, si cambiò ed andò in bagno a lavarsi.
Una volta uscita, si infilò nel letto, muovendosi nel buio pesto, e si coprì con il pesante piumone fino alla testa.
Ma subito, percepì una pressione ai piedi del letto, come se qualcuno si fosse seduto.
Dopo un attimo di esitazione, Rose si tirò su a sedere, vagamente impaurita, e scrutò il fondo del suo letto.
In un momento scorse una figura che si muoveva all'interno del suo baldacchino, ma prima che avesse il tempo di urlare, una mano le tappò velocemente la bocca.
- Zitta, Rose! - l'ammonì una voce familiare.
In risposta, la ragazza corrugò la fronte, facendo un sospirò di sollievo quando l'altra persona le liberò la bocca.
- Dominique! - sibilò, sperando di non svegliare le altre. Afferrò la sua bacchetta per fare luce - Hai deciso di farmi prendere un infarto? - le disse, puntandole contro la bacchetta per illuminarle il viso.
Dominique alzò gli occhi al cielo, scuotendo la fluente chioma bionda. Con la mano, fece a Rose segno di spostarsi, mentre, agilmente, si infilava sotto le coperte accanto a lei, appoggiandosi comodamente allo schienale del letto.
Rose rimase a guardarla divertita, mentre l'altra si sistemava.
- Allora, a cosa devo questa visita? - chiese Rose, quando Dominique parve soddisfatta della posizione.
Dominique le scoccò un'occhiata truce - Fai poco la spiritosa, Rose Weasley! - la rimproverò subito, puntandole un dito contro - Perché dopo tutto quello che hai fatto e che non mi hai raccontato, potrei decidere di parlarti per il resto della vita!
Rose tentò di ribattere, ma l'altra la bloccò - Tuttavia... visto che sei la mia migliore amica, ho deciso di darti la possibilità di recuperare. Quindi, inizia pure.
Rose sbatté un paio di volte le palpebre, imbarazzata.
- Ehm... cosa vuoi sapere, esattamente? - in realtà lo sapeva, ma conveniva prendere tempo.
- Rose! E' ovvio! - urlò Dominique, mentre Rose le faceva segno di abbassare la voce - E' ovvio - ripetè sussurrando - Il nome "James" ti dice qualcosa? E non dirmi che non è successo niente, Rose, perché non ci credo. Non l'ho mai visto così incazzato come ieri alla partita. E ho capito che la sua rabbia aveva qualcosa a che fare con Malfoy.
Rose sospirò. Ormai non aveva via di fuga.
Non aveva mai raccontato a nessuno di quella storia dall'estate precedente.
Non perché non si fidasse di Dominique, ma perché temeva che quell'episodio potesse modificare il meraviglioso rapporto che aveva con James... e il raccontarlo a qualcuno lo rendeva troppo reale.
Ma a quel punto, non poteva più nascondersi dietro un dito.
Rose si passò lentamente una mano sulle tempie, riportando la mente a quel ricordo.
- E' successo tutto al matrimonio di Victoire e Teddy, lo scorso giugno...
La Tana non era mai stata così bella.
Festoni bianchi e oro ornavano il giardino; dappertutto c'erano fiori e fiocchi e altri fiori...
Quando Teddy e Victorire avevano comunicato alla famiglia di volersi sposare là, nonna Molly era scoppiata a piangere. Persino all'impassibile zia Fleur era scesa una lacrima.
E così, dopo mesi di preparativi il grande giorno era arrivato. E tutto era perfetto.
A Rose era quasi preso un colpo quando Victoire le aveva chiesto di essere una delle damigelle insieme a Dominique. Lei aveva accettato subito, anche sapendo che ciò avrebbe significato seguire e assecondare Victoire in tutte le decisioni riguardo la cerimonia.
Dopo la celebrazione del rito, tutti gli invitati si erano dati ai festeggiamenti nel grande gazebo che era stato allestito per l'occasione. Una miriade di tavoli circondavano la pista da ballo. Rose era seduta al tavolo insieme agli altri cugini Weasley- Potter.
La gente ballava felice, facevano brindisi agli sposi, ridevano e chiacchieravano.
Stretta nel suo abito di taffettà lilla, appositamente scelto da Victoire come colore delle damigelle, Rose, dopo un innumerevole numero di brindisi e di balli, aveva sentito il bisogno di sedersi, sentendo che lo spumante stava iniziando ad avere i suoi effetti.
Si sedette al primo tavolo libero, dopo aver fatto cenno ad Albus e agli altri che stavano ancora ballando, versandosi dell'acqua.
Ma prima che potesse portare il bicchiere alla bocca, qualcuno glielo tolse dalle mani.
- La damigella della sposa non può bere acqua! - disse la voce squillante di Teddy, mentre le porgeva un calice di champagne.
- Oh, Ted... non credo sia il caso... penso di aver già bevuto abbastanza! - gli rispose Rose, allontanando il bicchiere.
- No, no, no! Rose, non puoi rifiutare... è per buon augurio! - le disse Teddy, sorridendole - Gli sposi potrebbero offendersi! - e facendole un occhiolino, le passò di nuovo il calice.
Rose sospirò... d'altra parte, uno in più... - E va bene! Saluti agli sposi, allora!
E bevve qualche sorso.
Teddy poi si allontanò, tutto contento e raggiunse Victoire che quel giorno era ancora più radiosa del solito.
Ma l'allontanamento di Teddy fu sostituito dall'arrivo di un'altra persona, che si parò davanti a Rose, elegantissimo nel suo smoking nero (Victoire infatti, aveva acconsentito a far indossare il classico abito babbano, piuttosto che l'abito da cerimonia dei maghi, decisione approvata con entusiasmo da nonno Arthur).
- E' da ore che ti sto cercando! - le disse James, guardandola con i suoi bellissimi occhi verdi - Devi concedermi un ballo.
- Fidati, James, non penso di essere in condizioni...
Ma James la bloccò - Non puoi rifiutare. In quanto damigella della sposa hai il sacro dovere di ballare con il testimone dello sposo. E' la legge, Rosie.
Rose rise per quell'assurdo ragionamento e James colse l'occasione per afferrarla per un braccio e trascinarla fino alla pista da ballo.
- E poi, dov'è il divertimento in un matrimonio, se non puoi ballare con la ragazza più bella della festa? - le sussurrò in un orecchio mentre la guidava tra la folla.
Rose non era fisicamente nella condizione di potersi ribellare.
Si appoggiò alle spalle di James, mentre lui le circondava la vita.
Bene. Almeno così non rischiava di cadere davanti a tutti.
Oltre la spalla di James vide i suoi genitori che ballavano poco lontano. La mamma stava benissimo con il suo abito dorato, che aveva acquistato sotto consiglio- imposizione di zia Ginny. Poco distante dai suoi c'erano... i suoi genitori? Ancora?
Chiuse un attimo gli occhi, aumentando la stretta alle spalle di James, e li riaprì...
Sì, a meno che i suoi genitori non si fossero sdoppiati, qualcosa non andava.
- James... - disse - James... mi sta girando la testa... io non... - aggiunse, fermandosi.
Lui la guardò preoccupato - Rosie, stai bene? Aspetta, allontaniamoci da qui...
Sostenendola, la condusse fuori dalla pista da ballo.
- Meglio? - le chiese poi.
- Sì... credo di sì - rispose lei, non del tutto convinta, passandosi una mano sulla fronte - E' solo un giramento... sto bene, davvero.
James annuì - Certo. Vieni, andiamo a fare un giro. Magari ti fa bene uscire dal trambusto.
Rose acconsentì e seguì James sul retro della casa, dove erano stati ammucchiati tutti gli scatoloni per gli addobbi. Dà lì era possibile sentire ancora il trambusto proveniente dalla festa.
Rose alzò gli occhi verso il cielo, osservando la luna e sospirò.
- Cosa c'è? - le chiese James da dietro.
Lei scosse le spalle - Niente. Pensavo.
- A cosa?
Lei strinse le labbra, sedendosi su uno scatolone - Mi chiedevo se anche io avrò mai una festa così.
Lui le si avvicinò, appoggiandosi al muro con espressione pensosa.
- Ma certo che l'avrai - la rassicurò - Figurati se zio Ron e zia Hermione non organizzeranno per la loro Rosie la festa più bella che si sia mai vista...
Rose scosse la testa, divertita da quel pensiero sui suoi genitori - Non è questo. Mi stavo domandando se... se mai mi sposerò, un giorno.
James scrollò le spalle, inarcando le sopracciglia - E perché mai non dovresti farlo?
Lei riporto il suo sguardo verso il cielo scuro - Non credo che riuscirò a legarmi per sempre ad una persona... - ridacchiò, tristemente - Victoire e Teddy sono fortunati, ma io non ci riuscirei.
Rose si era soffermata molto su quel pensiero, ultimamente; un pensiero che, in qualche modo era riuscita a turbarla. Era sempre stata del parere che il matrimonio dovesse essere per sempre.
Ma lei, davvero sarebbe riuscita a restare con una stessa persona per tutta la vita?
Ma soprattutto... esisteva quella persona che sarebbe stata disposta a restare con lei per sempre?
No... trovare la vera anima gemella è una cosa rara. Rose era sempre stata molto scettica su questo concetto.
- Lo dici adesso - James interruppe i suoi pensieri. Rose si voltò verso di lui, che con un dito, si stava allentando il papillon che la zia Ginny lo aveva costretto ad indossare.
- Lo dico perché è la verità - lo rimbeccò Rose, osservandosi i piedi, calzati in eleganti sandali dal tacco vertiginoso. Scelti da Victoire, ovviamente.
James scosse la testa, mollando un calcetto ad un fiocco da pacchi abbandonato a terra - Ne riparleremo fra qualche anno, Rose. Quando arriverà il ragazzo che ti farà capitolare...
Rose sbuffò, guardando il cugino come se avesse appena detto un'assurdità - James, mi conosci. La possibilità che qualcuno mi faccia capitolare è più bassa di zero. Un ragazzo poi, ma figurati...
- Succederà - ripetè convinto James, ghignando - Anzi, sai che ti dico? Perderai la testa alle prime smancerie...
Lei rise - Non ci credi neanche tu a quello che stai dicendo.
James si scostò dal muro, andandosi a sedere sulla montagnetta di scatoloni, proprio accanto a lei.
- Sì, invece - disse lui, convinto - Vuoi che ti faccia qualche esempio?
Rose schioccò la lingua, scettica. Dall'altro lato della casa, provennero dei gridolini gioiosi. Un altro brindisi agli sposi.
- Capitolerai, Rose, quando lui comincerà a farti i complimenti... - disse James, guardandola con i suoi occhi verdi.
Rose alzo gli occhi al cielo. Davvero James credeva che lei avrebbe perso la testa per così poco?
- Quando ti dirà che sei la cosa più bella che gli sia mai capitato di incontrare...
Decisamente troppo sdolcinato, aveva pensato Rose. Figurarsi se lei...
- Che quando è lontano da te, trova difficile persino respirare - le disse James sorridendole - Che si sente perso quando non ci sei... Capitolerai, quando ti dirà che sei il primo pensiero quando si sveglia la mattina e l'ultimo prima di andare al letto. Quando ti confesserà che i tuoi occhi bastano a farlo andare in tilt, che la tua risata cristallina è una musica per le sue orecchie... che trascorrerebbe ore a guardarti mentre leggi o studi, perché in quei momenti hai un'espressione adorabile... - James ingoiò il vuoto, sorridendo vagamente, senza spostare lo sguardo da quello ammaliato di Rose.
Fu Rose a voltarsi, guardando in basso, imbarazzata. Non voleva certo dare a James la soddisfazione di aver raggiunto il suo obiettivo.
Che poi, aveva barato, quel manipolatore doppiogiochista. Ovviamente non esistevano ragazzi che dicevano quelle cose. Certo che no. James stava solo cercando di dimostrarle che aveva ragione, imbrogliando.
E mentre nella sua mente si costruivano tali ipotesi, James le spinse il mento con un dito, facendo in modo che lo guardasse. I loro sguardi si incontrarono di nuovo.
- Capitolerai, Rosie... quando lui ti dirà che se potesse, passerebbe tutta la vita a baciarti...
Fu un soffio. Le ultime parole, James le pronunciò sulle labbra di lei.
Forse era stato l'eccessivo entusiasmo per la festa.
Forse erano state le frasi di James.
Forse era stato il troppo spumante.
Ma mai Rose avrebbe immaginato che un giorno lei e James si sarebbero... baciati!
Santo cielo... lui era come un fratello! Momentaneamente troppo... affettuoso.
Sapeva che era sbagliato; lo sapeva. Ma mentre la sua testa le urlava quello, le sue mani avevano stretto più convulsamente la camicia di James.
Quando sentì la mano di James risalire fino alla nuca, lasciata scoperta dall'acconciatura, Rose si riscosse.
- Aspetta... James, aspetta! - sussurrò, premendogli una mano sul petto.
Lui la guardò con lo sguardo perso e il viso arrossato leggermente; ma subito, i suoi occhi furono attraversati da un guizzo - Oh, merda... Rose, mi dispiace, io...
Rose lo tranquillizzò con un gesto della mano, passandosi l'altra sulla fronte, mentre riprendeva fiato e cercava inutilmente di fare chiarezza su quell'assurda situazione.
- Non devi scusarti, James... - disse Rose, ridacchiando - Voglio dire, non è che hai fatto tutto da solo!
Dicendo questo arrossì fino alla punta dei piedi, evitando di guardarlo, tormentata dal pensiero che questa cosa avrebbe potuto, in qualche modo, rovinare il loro rapporto.
James si passò una mano tra i capelli scompigliati, sospirando - Bè... ehm... devo dire che non è stato niente male. Davvero niente male, cugina. Mi chiedo quanti dovrò Schiantare, per averti insegnato a baciare così bene...
Lei gli mollò un cazzotto sulla spalla - Piantala, James! - lo rimproverò, vagamente divertita - E adesso torniamo alla festa, prima che ci diano per dispersi.
James annuì, aiutandola a tirarsi su.
- E comunque... - aggiunse Rose - Nessuno riuscirebbe a farmi capitolare con quel giochetto, James.
Lui rise, scuotendo la testa verso il cielo - Sei un caso perso, Rose.
- Questo è tutto - concluse Rose, sbadigliando.
- Hai capito James! - cinguettò Dominique, ridendo - Ma perché non mi hai detto nulla, Rosie?
Rose sopirò - Perché volevo evitare questo - rispose, indicando con un gesto eloquente la cugina, elettrizzata dalla notizia- scoop appena ricevuta.
Dominique mise su un finto broncio - Non posso credere che tu mi abbia tenuta nascosta una cosa del genere! - disse, aggiustandosi la fascia che le tratteneva i capelli.
- Ora sai tutto - rispose semplicemente Rose - E sei l'unica. Anzi tu e Albus siete gli unici.
Dominique trattenne il respiro, posandosi una mano sulla bocca - Albus lo sa?
Rose annuì - Lo ha scoperto ieri, per sbaglio, mentre io e James ne parlavamo. Certo, non conosce i particolari... ma adesso immagina che sia successo qualcosa.
Dominique si morse le labbra mentre rifletteva. Poi le sue labbra si piegarono in un sorriso - E Scorpius lo sa?
Per qualche strano motivo, Rose si sentì arrossire - Oh... ehm... sì, credo che a grandi linee sappia cosa è accaduto.
La cugina schioccò la lingua - Ecco perché ieri lui e James stavano discutendo. E' geloso!
Se possibile, Rose arrossì ancora di più - Oh, no... non credo proprio! - disse in fretta, distogliendo lo sguardo.
- Sì, invece - stabilì Dominique - Allora, come vanno tra voi le cose?
Rose, si appoggiò allo schienale del letto, accanto a Dominique.
Per un momento pensò di raccontarle tutto.
Che la storia tra lei e Scorpius era nata da una scommessa; che era tutto un gioco.
Ma adesso... era ancora così?
Stavano ancora giocando?
In teoria, sì.
Ma in realtà...?
- Bene - rispose, alla fine - Va tutto bene.
Dominique si sporse verso di lei, per poterla guardare in faccia - Non ti sei innamorata vero, Rose?
A farla sussultare non fu tanto la domanda, quanto la risposta che avrebbe dovuto dare.
- Dominique! - disse, tirandosi la coperta fino alle spalle - Ma che domanda è questa? Io... no, non lo so! - rispose imbarazzata - E poi, scusa... non eri tu quella entusiasta della mia relazione con Scorpius?
Dominique le sorrise dolcemente - Certo, Rose. Uscirci, divertirti con lui, passarci del tempo insieme va bene. Ma innamorarsi di Scorpius Malfoy... potrebbe essere problematico.
A Rose si strinse lo stomaco.
Perché Dominique doveva essere sempre così maledettamente realista?
- Già... - fu l'unica risposta di Rose, che non osò guardarla in faccia.
Dominique le strinse un braccio - So che io ti ho sempre appoggiato su questa cosa, Rose. E non ho intenzione di tirarmi indietro ora. Ma devi farmi un favore: assicurati che le sue intenzioni siano serie, prima di innamorarti di lui.
Rose annuì, sospirando.
- Sarà meglio che vada a dormire ora. Altrimenti domani avrò le occhiaie - disse Dominique, scendendo dal letto e facendole un occhiolino. Poi, si sporse verso di lei per abbracciarla.
- Ti voglio bene, Rosie.
Rose sorrise - Anche io, Dom,
E il pensiero che ci fosse almeno una persona a stare dalla sua parte ,in quella situazione, l'aiutò ad addormentarsi.
Perché doveva prendere una decisione e Dominique l'avrebbe appoggiata, qualunque cosa avrebbe scelto di fare.
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Dangerous Beat
ФанфикLo sguardo freddo di Scorpius si illuminò - Hai paura di perdere. Rose sbuffò - Non ho paura. Solo che non ho intenzione di partecipare ai tuoi giochetti, Malfoy. - Non vuoi partecipare perché sai che perderesti - Scorpius infilò le mani in tasca, m...