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Vado ad aprire la porta con un animo un po' scocciato, Volevo riposarmi non mi andava di parlare

"Riccardo che ci fai qua?"

"Dobbiamo parlare"

"Non hai già detto tutto ieri notte?" dico con aria di sfida

"A proposito di ieri notte..che ci facevi nel letto di Alfonso?"

"Dormivo"

"Non ne hai uno qui? Dovremmo fare reclamo e sottolineare il fatto che quando ti hanno dato la stanza hanno scordato di metterci il letto dentro, anche se qui, io ne vedo 2"

"Ah ah non sei simpatico. Volevo dormire da lui, non sono fatti tuoi"

"Si sono fatti miei se mi ritrovo una ragazza in camera mia nella notte"

"STAVO SOLO DORMENDO"

"Non tutta la notte a quanto pare..." sussurra, pensando che io non lo possa sentire

"Voi urlavate, era inevitabile che mi svegliassi, comunque non importa che ci fai qui? Non ti voglio, mi stavo per mettere a sentire un po' di musica e questi sono ancora i miei programmi quindi o ti sbrighi o te ne vai" intanto si era fatta la mezza ed iniziavo ad avere fame.

"Come siamo arrivati a questo punto? Ad odiarci, a parlare a malapena, al non poter parlare per 5 minuti senza litigare? Prima non eravamo così, prima..."

"Tu, e sottolineo tu perché é stata tutta colpa tua, hai fatto delle cose che hanno portato a questa tragica conclusione, io ci ho messo un po' di mio, ma nulla in confronto a te. Sei passato dall'essere la persona più importante per me, il mio migliore amico, a...questo; non so come descrivere questa cosa."

Riccardo mi inizia a guardare, in quel modo che, non si può spiegare, in quel momento era lui, non tutte le cose che era diventato, solo Riccardo, il vecchio Riccardo.
Sento bussare di nuovo la porta, apro, é Arianna

"Marta sei qui menomale, avevo dimenticato le chiavi dentro"

Guardo il comodino, le sue chiavi erano li, distinguibili in ogni luogo perché decorate in mille modi

"Perché sei tutta bagnata?" dico io

"Stavo andando in centro a comprare un album perché mi serve per il corso di arte visto che il mio non so dove sia finito, quando ha iniziato a diluviare quindi sono corsa qui per cambiarmi; dobbiamo muoverci, fra un quarto d'ora dobbiamo stare alla mensa!" dice lei.

Prendo il phone, un'asciugamano e dei vestiti di ricambio, poi guardo riccardo

"É meglio se te ne vai, parliamo dopo"

"Ho mandato un messaggio ai ragazzi sono già scesi per il pranzo aspetto con voi"

"Va bene"

Do l'occorrente ad Arianna e prendo dei jeans lunghi blu intenso, una canotta grigia e una felpona grigio scuro di quelle che ci hanno dato quando siamo arrivati, infatti ha sopra il logo del college. Prendo le stan Smith e vado in bagno con ari. Lei intanto si asciuga, per fortuna i capelli non erano tanto bagnati, in due minuti si acsciugano, il problema sono i vestiti. si cambia e si mette dei jeans neri, una maglietta a mezze maniche con su una felpa nera aperta e le super star. Si fa una treccia, io mi sto per sciaqquare la faccia, quando mi ricordo che sono una donna e ciò implica che mi trucco quindi se mi lavo la faccio impiegherò un quarto d'ora per ritruccarmi e lascio perdere. Usciamo prendiamo le chiavi due ombrelli il telefono, Riccardo e andiamo a cena. Riccardo non dice una parole in quei 5 minuti di tragitto, ci ringrazia per il 'passaggio' con l'ombrello e ci sediamo tutti al tavolo, io mi siedo vicino ad Alfonso. Due tavoli avanti é seduto Peppe, era tutto preso in un dibattito che stavano intraprendendo due suoi amici, ma si interrompe un attimo, mi guarda, mi sorride, poi riprende a seguire il discorso.
Alfonso mi guarda e mi fa

"Dopo vengo da te perché mi devi raccontare, e forse, anche perché...non ho l'ombrello, ma principalmente mi devi raccontare."
Sorride in un modo goffo e si mette in bocca un bel pezzo di tonno.

Mangio e decido di andare a studiare un po'.

Camminando mi ricordo che alle 6 sarebbe arrivato Vito, quindi imposto la sveglia

5:30 p.m.
Tra poco arriva Vito, preparati
Thursday
Ripeti una volta

PEPPE GENTILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora