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Mi chiamo Beatrix Moon. Ho 15 anni. Vivo a Londra. I miei genitori sono morti. Ho dei poteri...

Ecco la nuova Bea, ecco la nuova me.

Okay, forse potrebbe sembrare assurdo, ma ho sempre odiato la mia vita nella sua monotonia, insomma diciamocelo: finalmente qualcosa di diverso cavolo!

Assorta dai miei pensieri non mi sono accorta prima d' ora che Lorenzo mi sta porgendo la sua mano, quindi io, di rimando, gliela stringo con tutta la forza che ho, quella forza che ti fa sentire invincibile, indistruttibile, in grado di rompere una roccia, ma che allo stesso tempo ti fa sentire fragile e leggera come una foglia che, d'autunno, cade leggiadra da un albero per posarsi graziosa al suolo.

"Non vomitare" è tutto ciò che riesco a sentire di quello che mi sta dicendo, perché attualmente sono talmente estraniata dal mondo, che se un uomo si presentasse qui con un coltello per uccidermi, credo che non me ne accorgerei nemmeno.

Percepisco una scarica di adrenalina attraversarmi il corpo ed imprivvisamente mi sembra che il mio stomaco abbia preso il volo, che abbia soffici, candide, bianche ali e che possa abbandonare il mio corpo per andare chissà dove.
Inizio di nuovo a vedere immagini che si confondono, che mi fanno sentire spaesata, persa in una specie di mondo parallelo, in un mondo di visioni, di normali immagini che si contorcono e mutano velocemente.

Dopo quello che mi sembra un viaggio di uno, due minuti al massimo, cado ruzzolando su un tappeto di soffice erba verde che, per fortuna, attutisce il colpo violento con il terreno.

Cerco di non perdere l'equilibrio rialzandomi, ma ogni mio sforzo risulta vano perché stramazzo nuovamente al suolo.
Però io non sono una che si arrende, quindi ci riprovo ancora, rifiutando con un gesto della mano l'aiuto di Lorenzo, forse a lui potrebbe sembrare un gesto sgarbato, ma a volte la mia capacità di essere gentile va a farsi friggere con le patatine del MC Donald: voglio semplicemente farcela da sola, e finalmente tutti i miei sforzi danno il loro frutto.
Mi rimetto in piedi con non molta facilità e, barcollando, vado verso di lui che mi porge un braccio per aiutarmi a non cadere ancora una volta.

Sempre reggendomi a lui mi guardo intorno estasiata: non so dove mi trovo, ma questo posto è magnifico.
Tutto quello che riesco a dire è "Wow", ma in effetti questa semplice esclamazione riassume tutto quello che provo, che vorrei dire, ma che non riesco a dire perché sono troppo stupita nel vedere un luogo così bello.

Mi trovo in una foresta verdeggiante.
Dalle alte cime degli alberi filtrano caldi raggi del sole che, riscaldano l'aria e illuminando gli arbusti che ricoprono il suolo, creano un'atmosfera magica.
Intorno a me vedo tanti occhietti curiosi che ci osservano, tra questi noto dei gattini viola con gli occhi blu che seguono la loro mamma anch'essa del medesimo colore.
Sento dei bisbigli dietro di me, mi giro, ma non vedo nessuna persona; un insetto dalle lunghe e strette ali velate ed il corpicino luccicante mi si para davanti e, insieme ad un'altra creatura di simile aspetto, comincia ad emettere emettere i bisbigli che sentivo prima, cosa che starò sicuramente immaginando perché mi sembra alquanto ovvio che gli animali non parlino.
Ma i bisbigli continuano.

Sento un morso allo stomaco, per poco non svengo per la paura perchè sento che qualcosa mi sta toccando i pantaloni, abbasso lo sguardo e vedo che una serpe verde-argento sta iniziando ad avvingarsi al mio polpaccio.
Caccio un grido di terrore e chiedo aiuto a Lorenzo, che scoppia in una sonora risata:“Tranquilla, è il suo benvenuto, non morde, è solamente una serpe argentata dei boschi del Sud.„

“Ah, okay. Comunque mi fa un po'...paura„ ammetto con timidezza.

“Tranquilla, ti ci abituerai. Qui ci sono solamente tre specie di serpenti velenosi, ma di solito non sono nei boschi del Sud, tendono a stare nei boschi del Nord.
Sono il Serpente Testa Rossa, la Vipera Nuctis, ed il Cobra Reale.„

Un'aquila con la coda di serpente ci supera in volo, e Lorenzo rivolgendosi ad essa dice:" Codadiserpe! Eccoti qui! Ho bisogno che recapiti questa lettera a Leon„
“Lo sai benissimo che io non sono un'aquila Messaggera, né un focolare Cinereo. Solamente per questa volta, ma la prossima volta che devi mandare una lettera non contare su di me.„ E dicendo così prese la busta ingiallita e ripartì in volo.

“Lorenzo, ma le aquile non parlano...vero?„

“Bhe, quella non era una semplice aquila, era un' Aquila delle Alte Vette„

“Le Alte Vette?„

“Sì, bhe, le Alte Vette è una regione del posto in cui ti trovi, una regione di Kalos„

“Ed immagino che per voi di Kalos sia anche normale che i gatti siano viola con gli occhi blu?„

“Bhe sì, quelli sono i gatti della Fortuna, poi ce ne sono anche di gialli, i gatti del Sole, di bianchi-argento, i gatti della Luna, di arcobaleno...„
E mentre Loreno continua a elencarmi nomi di gatti con i rispettivi colori, io continuo a gurdarmi intorno e ad ammirare tutto il bello che c'è intorno a me, e contemplo tutto come se possa essere l'ultima volta che guarderò tutto questo.

Finalmente ho scritto il nuovo capitolo.
"È viva allora?" starete esclamando tutti...
sono viva e vegeta nonostante i circa 2 mesi di inattività.
Bando alle ciance e...leggete e votate! Non dimenticate di commentare eh...

Blueskyfalls

Moon (#wattys 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora