Prologo

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Prologo

7 Anni prima.

«Non lo verrá a sapere nessuno, Bry.» continuó a ripetermi mentre alternavo lo sguardo da lui alla porta davanti a noi.

«Sará il nostro piccolo segreto, te lo prometto.»

Gli occhi scuri di Ray mi fissarono in attesa di una risposta.

Guardai un'ultima volta dietro di me; l'oscuritá inghiottiva la stanza e un vago ticchettio di lancette continuava ad aleggiare insistentemente nell'aria.

Rivolsi un'occhiata allo schermo del telefono: erano le dodici meno un quarto.

A quell'ora al piano di sopra dovevano essere a letto da un bel pezzo. Se avessimo fatto piano saremmo riusciti ad uscire senza essere beccati.
Eppure...

«Avanti, Bry...» mi supplicó con voce piú flebile.

Avevo desiderato quel momento da tempo eppure sentivo le gambe troppo molli per restare in piedi e l'aria nei polmoni insufficiente per respirare.

Era evidente: il pericolo non faceva per me. Non ero fatta per rischiare, non ne ero capace.

All'improvviso la mano di Ray si avvicinó alla mia, stringendola forte. Era il suo modo di incoraggiarmi.

Lo guardai dritto negli occhi.
«Sei sicuro che non succederá nulla?» chiesi titubante.

La mia voce tremó e ció non gli sfuggí. Strinse maggiormente la presa e mi osservó piú intensamente.

La flebile luce della luna che pentrava da una finestra
semi-aperta gli illuminava il viso.

In un brevissimo istante il colore dei suoi occhi cambió, diventando piú scuro, e vidi oltrepassarli da uno scintillio che non mi piacque per niente.

Mi faceva paura l'espressione che aveva acquisito il suo bellissimo volto; sembrava una persona completamente diversa da quella che conoscevo.

Non volevo fare la bambina e tirarmi indietro all'ultimo, ma c'era come una vocina che continuava a sussurrarmi di non seguirlo.

«Senti, Bry... So quello che stai pensando e no, non te lo lasceró fare. Non puoi tirarti indietro proprio adesso. Dobbiamo farlo insieme. Insieme, ricordi?» insistette, alzando di qualche nota la voce.

Sembrava arrabbiato. Dovetti accumulare tutto il coraggio che avevo in corpo per riuscire a rispondergli.

«Va bene, hai ragione. Dobbiamo farlo insieme.»

«Brava la mia piccolina.» sorrise cambiando totalmente espressione e scompigliandomi dolcemente i capelli.
«Ora andiamo.»

Presi un ultimo respiro e lo seguí fuori dalla casa. In quel momento non sapevo che non ci sarei piú ritornata la stessa di prima.

Androphobic [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora