Capitolo 4 - Don't move

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Capitolo 4 - Don't move

«Dovresti accelerare il passo, altrimenti non arriveremo mai in tempo.» disse mantenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a sè.

Dal modo in cui camminava veloce sembrava un po' teso, addirittura impaziente, ma al momento la cosa mi sembrava normale.

Non era cosa da tutti i giorni addentrarsi nei boschi alle due di notte. Ma quel giorno ne valeva la pena. Per il fenomeno delle "lucciole danzanti" ne valeva decisamente la pena. O almeno era quello che pensavo.

Osservai le nostre mani intrecciate, sentendomi lievemente al sicuro.

L'ambiente circostante, nonostante fosse un po' illuminato dalle lanterne mi incuteva un certo timore.

I fruscii delle foglie mi facevano sempre pensare a qualcosa di mostruso che si muoveva tra di esse.

All'improvviso ci fermammo davanti ad un cancello malconcio.
Mi voltai a guardarlo. Non mi stava mica chiedendo di farlo veramente, vero?

«Non guardarmi così.» mi riprese, intuendo quello che stavo pensando. «Non c'è nessun altro modo per entrare. Dobbiamo arrangiarci.»

Annuii titubante. Forse alla fine non sarebbe stato cosí pericoloso.
Scavalcai il cancello e sentii un brivido lungo la schiena. Mi sentivo osservata. Mi sembrava che in quel posto non fossimo soli e ci fosse anche qualcun altro a farci compagnia.

La suola delle mie scarpe da ginnastica si posava lentamente sull'erba secca, camminavo pian piano per non far rumore eppure sembrava inutile: ogni mio passo comportava lo spezzarsi di quei piccoli fili giallastri e di conseguenza uno scricchiolio inquietante, fastidioso.

Poi sentii un fruscio. Mi voltai di scatto, ma non c'era niente e nessuno. Tuttavia quel suono continuò ad arrivarmi ai timpani, sempre più vicino, portandomi a girare su me stessa, fino a percorrere 360 gradi.

«Cosa c'è, Bry?»

«Ho paura.» confessai finalmente.

Lui alzò gli occhi al cielo annoiato. «Non fare la bambina adesso.»

«Ma io-» non mi lasció neanche finire la frase. Afferró subito la mia mano e mi tiró con forza per proseguire. Andava cosí veloce che per poco non inciampai sui miei stessi passi.

«Ti prego, rallenta un po'.» lo supplicai con voce flebile, ma sembró non sentirmi neanche.

«Non manca molto, non lamentarti.» rispose invece continuando ad avanzare.

Appena inoltrati nella foresta tutto si fece buio improvvisamente. I battiti del mio cuore aumentarono sempre piú e mi ritrovai a respirare a fatica, come se avessi corso in una maratona. Gli alberi formavano ombre spaventose e nonostante i miei tentativi di strabuzzare gli occhi per vedere meglio, in quel luogo non c'era la minima ombra di lucciole.

All'improvviso mi resi conto di essermi fermata e che la mano che stringevo e che mi faceva strada non era piú nella mia.

Qualcuno mi toccó la schiena. Mi raggelai sul posto a quel contatto. Chiusi gli occhi ed iniziai a tremare. Non riuscivo neanche a pensare, ero totalmente terrorizzata.

La mano si mosse un pochino, poi con lentezza si allontanó completamente.

Avevo finalmente accumulato un po' di coraggio e voce per urlare quando una presenza mi si avvicinó.

Un alito caldo mi colpì il lobo dell'orecchio destro mentre una voce che a stento riconoscevo mi sussurró «Ssht, non ti muovere.»

Androphobic [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora