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Un rumore continuo mi sveglia.
Guardo subito nel lettino del mio piccolo, vuoto! Poi lo sento gorgogliare vicino a me.

"Buongiorno piccola peste, mattiniero come al solito" sorrido innamorata.
Mi alzo e lo cambio, per scendere poi a fare colazione.
Preparo subito il latte e mentre gli do da mangiare sento bussare.
La porta si apre e Maisie entra, pimpante come sempre.
"Buongiorno! Già in piedi?" Si stupisce.
"Piccola peste ha deciso che era il momento di alzarsi." Spiego, sbadigliando. Devo metterla al corrente di ciò che è successo ieri.
"Mase, senti, ieri è successa una cosa. Ho incontrato, al matrimonio, il padre di DJ" lei conosce tutta la storia.
Infatti, resta a bocca aperta.
"E adesso? Cosa facciamo?" Vuol sapere.
"Non lo so, ma di certo non voglio che venga a sapere nulla.
Sono successe troppe cose e, visto quel che ho combinato, non voglio che il piccolo venga messo in mezzo.
E cosa ancor più certa, non lo sottoporrò a nessun test" affermo.
"Ok, lo capisco. Però, non credi che lui abbia il diritto di sapere?" Azzarda.
"No. Nella maniera più assoluta. Lo conosco bene e so che se vuole sa come rendere difficile la vita ad una persona.
Userebbe DJ per far del male a me, ma lui non ha colpa.
Sarebbe guerra, e io non voglio questo per mio figlio." Sono categorica, non dirò nulla a nessuno.
Mase e mamma lo sanno, pure Shelby è a conoscenza, e sono già troppi.
"Farò come sempre, lavoro e casa.
Mio figlio viene avanti a tutto e non metterò a repentaglio il suo benessere." Con questo, il discorso è chiuso. Mase ha capito.
Mi prende il bambino dalle braccia, esortandomi a fare colazione. Peccato che il telefono stia squillando.

"Pronto?" Rispondo.
"Ciao, Tai."
Come cavolo ha fatto ad avere il mio numero?
"Come hai avuto questo numero?" Sono furiosa e impaurita.
Mase si avvicina a occhi sbarrati.
"Ti ho seguita ieri. Ho preso il tuo indirizzo e ho fatto delle ricerche.
Non è stato facile. Ma come dicevo, dobbiamo parlare" insiste.
Faccio un respiro profondo e lo affronto: "Senti, lasciamo stare ok? Io ho molto da fare e non ho tempo.
Ma non preoccuparti, ti perdono di tutto quanto, va bene? Non sono più arrabbiata.
Sono felice e realizzata, la mia vita mi piace com'è e vorrei che continuasse così." Il tono con cui pronuncio le parole è stridulo. Credo mi stia per venire un attacco di nervi.
Anche DJ comincia a piagnucolare ma Mase, svelta, lo porta in un'altra stanza.
"Sono felice che ti vada tutto bene.
Ciò nonostante, vorrei davvero parlarti.
Sono stato in terapia e fa parte del processo di guarigione.
Per favore, ti ruberò poco tempo.
Poi, se davvero non mi vorrai più vedere, ti lascerò stare."
Penso furiosamente e arrivo alla conclusione che fare come vuole lui può essere la via migliore.

"Ok, vediamoci oggi pomeriggio allo State Park, alle 16:00." Sto al gioco.
"Ci vediamo al laghetto delle papere."
"Grazie, sarò puntuale, ciao Tai."
Riaggancio senza salutarlo.
Spero di non essermi ficcata nei guai.
Faccio l'unica cosa che mi può aiutare... chiamo la mamma.
Risponde al secondo squillo, e dopo le solite domande: come stai, il piccolo, quando ti fai vedere, le racconto tutto.
Sta in silenzio per un po', poi sospira.
"Perdonami, ho detto io a Dimi dove trovarti" esclama.
Com'è prevedibile vado su tutte le furie.
"Sei impazzita? Ma che ti dice la testa! Sai che non volevo averci a che fare.
Perché, mamma, dimmi perché?"
"Perché voglio bene a te, ma soprattutto a DJ.
E lui ha diritto di crescere con sua madre e suo padre.
Anche se non starete insieme.
Dimitri è un uomo intelligente, e ha un cuore buono.
Penserà a ciò che è meglio per suo figlio.
Tu vedi le cose dalla prospettiva sbagliata. Non tutti hanno la tua sete di vendetta, tesoro.
Vi siete fatti male, troppo.
Adesso è il momento di appianare le cose" termina.
"Io... ci penserò, devo andare ora, piccola peste mi reclama.
Ti voglio bene" riaggancio senza sentire la replica.
Prendo il mio piccolo tra le braccia e mentre lo cullo per farlo dormire, racconto tutto a Mase.
Anche lei è d'accordo con la mamma, è una congiura contro di me. Non appena il piccolo si addormenta lo metto nel box ed esco in giardino.
Mi siedo su una sdraio e penso a ciò che è meglio per lui.
Anche se lo amo più della mia vita e vorrei fargli da mamma e papà, so che merita di crescere con un padre che lo ami.
Ma ho paura che possa portarmelo via.
Non so se ne sarebbe capace, anche se una parte di me, in profondità, sa bene qual è la risposta.
Sto cercando scuse per allontanarmi, ho il terrore che mi illuda e mi spezzi il cuore di nuovo.
Penso e ripenso, e alla fine decido di dirgli la verità.
Starò a vedere come si comporta, prima di giudicare e decidere.
Allatto di nuovo il mio piccolo amore, preparo il pranzo e dopo averlo affidato alle cure di Mase, mi faccio una doccia e mi vesto.
Nulla di che, una maglietta e pantaloni della tuta.
Prendo la macchina e guido verso il parco.
Entro a passo lento, vado verso il laghetto delle anatre.
Non c'è, ma io sono in anticipo.
Mi fumo una sigaretta.
Avevo smesso del tutto, ma ogni tanto me ne concedo una.

Osservo le anatre e la loro vita semplice e felice.
"Scusa il ritardo, mi sono perso" si scusa arrivandomi alle spalle.

"Sono arrivata da cinque minuti. Non fa niente" lo rassicuro.
"Sediamo? Così magari iniziamo, se ti va bene." Chiede.
"Benissimo" assecondo. Ci sediamo, e dopo avermi guardata, mette i gomiti sulle ginocchia riflettendo.

"Ascolterò quello che mi devi dire, poi parlerò io.
Ho bisogno però che tu ti prepari, quello che ti dirò potrebbe sconvolgerti" metto le mani avanti.
"Ok, va bene."
E poi inizia a parlare...

SIAE Falling In Love 2- Dark Love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora