Capitolo 2

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《Grace sei tu!》

Avrei voluto ridere, eppure mi uscì un mugolio strozzato perché i polmoni bruciarono quando inspirai aria velocemente

La ragazza mi guardò e giurai di aver visto una lacrima attraversarle una guancia

《Se solo...》 sussurrai, ma il seguito delle mie parole venne sostituito dallo sbattere di una porta

In qualche minuto mi ritrovai completamente sola in quella stanza e non seppi far altro che sprofondare sotto le lenzuola

Il mio nome non era Grace, non poteva essere.

Normalmente quando senti il tuo nome ti giri, anche se magari non era riferito a te. È come un richiamo e associ a quella parola migliaia di emozioni positive o negative che siano.

Io invece ero solo vuota.

Ero talmente persa tra i miei pensieri che non sentii la porta aprirsi, mi accorsi di una persona solo quando sentii una mano posarsi su una mia spalla

《Grace》 il medico.

Ci mancava solo lui a confondermi le idee.

《Tua madre è preoccupata per te》 mi sussurrò a un orecchio. Evidentemente si era accorto che anche solo a parlarmi normalmente mi risultava tutto assordante

《Mia mamma non c'era neanche》 affermai, più sicura che mai, continuando a guardare le mie mani.

Non avevo riconosciuto nessuno.

Lo sentii sospirare e cercare forse di capire quello che mi stava succedendo

《Dove abiti?》 Chiese subito dopo

Silenzio.

Solo il silenzio poteva colmare i miei pensieri e sostituire le mie parole.

Il medico uscì dalla stanza con la stessa velocità con cui era entrato

Volevo anche io capire quello che mi stava succedendo e spostai con uno strattone il lenzuolo.

Le mie gambe non volevano rispondere e dopo qualche tentativo fui costretta a spostarle io a forza

Fuori dalla stanza provenivano dei rumori e la mia curiosità aumentava al passare di ogni secondo.

Chiusi gli occhi mentre mi alzavo, appoggiando il peso sui gomiti

Strinsi i denti quando mi arrivò una fitta dalle gambe

Cercai di non far caso a niente e mi spostai verso la porta

Il corpo bruciava e mi diceva di tornare indietro, ma non potevo arrendermi

Tre o quattro passi mancavano affinché raggiungessi la porta, ma quando alzai la testa incontrai gli occhi di un'altra persona

Persi l'equilibrio per lo spavento e finii a terra

Nessuno sembrava aver sentito il tonfo che avevo fatto, quando le ginocchia non mi avevano retto, perché non entrò nessuno.

Alzai lo sguardo di nuovo, ma non vidi nessuno

Il mio cuore stava per uscire dal petto, ma ero anche troppo curiosa per fermarmi proprio in quel momento.

A fatica mi rialzai incurante del dolore e ripercorsi i movimenti fatti

Ci misi qualche secondo per capire che la persona che avevo visto prima ero proprio io.

Il mio battito diminuiva mentre mi avvicinavo allo specchio

Con una mano mi sfiorai i capelli castani completamente ammassati e spettinati, poi le ciglia e le guance

Ero così diversa. Mi ricordavo diversa.

I miei occhi verdi, le mie labbra, il mio naso. Nulla sembrava combaciare con i miei ricordi.

Sembrava un puzzle a cui mancavano dei pezzi, quasi tutti.

Nel momento esatto in cui appoggiai una mano sullo specchio la porta si aprì e capii che non avrei avuto più pace

Il medico si fiondò da me riportandomi sul letto, eppure non mi sembrava di aver bisogno di aiuto. Potevo farlo benissimo da sola.

Lo vidi muovere la bocca ma le sue parole non avevano senso

Decisi di ribattere, non ero dipendente da nessuno e gli lanciai un'occhiataccia, per la prima volta da quando mi ero svegliata.

Lui scosse la testa affranto e ripetè tutto da capo e questa volta capii

《Grace》 quel nome non aveva nulla di familiare e non lo avrebbe mai avuto 《Dovrai rimanere qua per molto tempo》

《E perché?》 Chiesi facendo finta di essere disinteressata

《Perché》 allungo l'ultima lettera rimandando la notizia, doveva per forza essere negativa 《Hai perso la memoria》

Risi per un attimo, poi la sua serietà mi mise quasi paura

《I...io?》 Balbettai dopo una ventina di secondi

《Hai fatto un incidente, ma dato che hai diciassette anni non hai la patente》 pronunciò la mia età più chiaramente rispetto al resto della frase, quasi come se volesse mettermi in testa tutte le nozioni perse

《E quindi?》 Chiesi sempre più confusa

《Quindi non sei stata tu a causare l'incidente》 chiarì 《È stato un altro ragazzo, che ora è qua fuori》

Fece per allontanarsi, ma lo bloccai

《Viene a trovarmi ora?》

《N...no lui non vuole》 blaterò quasi tra sé e sé

Continuai a tenerlo stretto per la maglia finché lui mi costrinse a mollare la presa

《Come si chiama?》 Gli chiesi prima che scomparisse dietro la porta

《Federico》 un brivido mi percorse la schiena 《Federico Rossi》

Dangerous || Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora