Capitolo 13

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Non avevo idea di quanti giorni passarono dall'ultima volta che vidi Federico o parlai con mia madre una seconda volta per chiarire almeno un po'.

Quante volte cercai di ricordare qualcosa anche vagamente.

Quante volte osservai la luna dalla finestra.

L'unica cosa che ricordavo molto chiaramente fu quando il medico entrò silenziosamente nella mia stanza richiudendosi la porta alle spalle.

Lasciando che il rumore della maniglia rieccheggiasse all'interno del piccolo abitacolo mezzo vuoto.

《Volevamo avvertirti che è arrivato il momento di tornare a casa》disse sorridendo dopo essersi seduto accanto a me 《Anche se probabilmente niente ti tornerà alla memoria sentendo la parola "casa"》continuò leggendomi nel pensiero

Prese il primo foglio tra uno dei tanti che aveva in mano e lo mise in mezzo agli altri. Continuò così per qualche secondo senza neanche guardarli, osservava il muro bianco pallido.

Così ingenuamente mi girai per capire cosa avesse catturato la sua attenzione ma subito lui riprese come se nulla fosse:

《Ci siamo accorti che non hai nessun miglioramento e nessun peggioramento, quindi il tuo è un caso di perdita totale della memoria》

Si alzò come se per lui la questione fosse stata chiarita e conclusa, in effetti lo era, ma avevo bisogno di un ultimo dettaglio per essere sicura di quello che ne avevo tratto.

《Questo significa che devo ricominciare da capo? Che non ricorderò niente? Che devo imparare tutto da capo?》chiesi nascondendo la mia paura

《Esatto》rispose semplicemente, prima di abbracciarmi di fretta e uscire.

La mia valigia, rimasta tutto il tempo nell'armadio, era stranamente vicino alla porta riempita di tutti i miei pochi oggetti, ma prima di andarmene la appoggiai sul letto aprendola.

Ne tirai fuori una maglia bianca e dei jeans, mi cambiai velocemente lasciando la mia lunga maglia a righe grigie e bianche, che mi avevano gentilmente dato, vicino al cuscino.

In qualche minuto ero fuori dall'ospedale. Senza emozioni. Mi sembrava un giorno come un altro.

Eppure ero sicura che quell'avvenimento mi avrebbe cambiato la vita.

Le mie mani ebbero un fremito quando i suoi occhi incontrarono i miei, esattamente come la prima volta che lo vidi nella piccola stanza bianca

Era appoggiato con un fianco su una macchina rosso fuoco, appena riverniciata, ma non nuova e lo si notava dal numero della targa

Il poco vento che c'era gli muoveva i capelli e lui continuava a sistemarseli con la mano non appoggiata all'auto

Fece un cenno con la testa appena posai il mio sguardo su di lui, forse era un modo per chiamarmi da lui, oppure era un saluto.

Federico era incomprensibile

Mi avvicinai titubante ripensando da quanto tempo non si rifacesse vivo

《Stai bene?》chiese sistemandosi la camicia bianca

《Perché dovrei risponderti?》domandai a mia volta

《Perché ho fatto una domanda》rispose con un mezzo sorriso. Io non feci lo stesso.

《Mi sento come una che è appena uscita dall'ospedale》conclusi rimanendo a più di un metro da lui

Lui non continuò, entrò in macchina senza parlare.

Io lo osservai con le sopracciglia corrugate nascondendo la mia curiosità

Lui mi indicò con una mano mentre si allacciava la cintura e poi il sedile del passeggero.

Lo guardai ancora per un attimo prima di avvicinarmi e salire di fianco a lui.

Mi allacciai la cintura all'istante e appoggiai le mani sul sedile accanto alle mie cosce.

《Mi dispiace》disse dopo qualche minuto《di non esserti venuto a trovare per quasi due settimane》

Io guardai le case che sfrecciavano lontano veloci, fingendo di non ascoltarlo

《Mi ero ammalato》

《Come se ci credessi》sussurrai alzando gli occhi al cielo

Passarono altri minuti e il silenzio continuava ad incombere su di noi.

O non avevamo il coraggio di parlare o non avevamo più niente da dirci.

《Cazzo spostati》quasi urlò il biondo frenando di colpo quando una macchina, senza guardare la strada, era uscita da una stradina sterrata

Se non avessi avuto la cintura sarei sicuramente finita con la faccia sul vetro.

Mi girai verso Federico terrorizzata

《Tranquilla, va tutto bene》disse trattenendo a stento la sua rabbia

Appena riappoggiai lo sguardo sulla strada le mani presero a tremarmi.

Ogni secondo che passava percepivo sempre di più le piccole frenate della macchina ed era quello che mi spaventava.

Così tanto che dovetti afferrare il sedile per non tremare più

All'improvviso un'altra frenata, una delle tante, una che non mi avrebbe mai preoccupato se fosse stata prima dell'incidente.

Il mio cuore prese a battere più velocemente e forte che per un attimo pensai uscisse dal petto

Gli occhi erano sbarrati, ma Federico era troppo concentrato a guidare per accorgersi di quello che mi stava succedendo.

Poi di colpo mi fermai e vidi bianco. Tutto era bianco.

《Tu cosa hai fatto?》urlai guardando Federico.

Aveva le maniche della maglia tirate su fino al gomito e si potevano vedere tutti i suoi tatuaggi.

Non mi degnó di uno sguardo, anzi sbuffó

《Guardami》urlai ancora afferrandogli il mento e spostandolo verso di me

Lui mi guardò e sorrise

《Cazzo l'hai fatto davvero. Fammi scendere. Adesso.》dissi e mi sganciai la cintura mettendola al suo posto

Ma lui non lo fece

《Adesso》urlai, ma lui sembrava avere dei tappi alle orecchie

A quel punto le lacrime rigavano senza sosta il mio volto.

《Farò quel che devo fare》dissi

Presi un grande respiro, afferrai il volante e riuscii a girarlo, contro la volontà di Federico.

La macchina uscì di strada.

Urlai e riaprii gli occhi, rimettendo a fuoco l'interno della macchina rossa

《Grace cosa succede? Sei svenuta!》il biondo tinto aveva fermato la macchina a lato della strada e mi stava scuotendo per risvegliarmi

Avevo il respiro affannato quando parlai guardandolo diritto negli occhi

《So cosa è successo.》

~~~~~

Io, davvero...mi dispiace per tutti questi mesi

Non cercherò una scusa, ho semplicemente preso un po' di tempo per me

E mi dispiace di non avervi detto nulla, spero di non rifarlo più  (anche perché mi sentivo in colpa per non continuarla)

Ringrazio sia tutti coloro che sono rimasti sia quelli che non hanno fatto lo stesso.

P.S. per tutti quelli che sono rimasti: sinceramente vi meritate una medaglia per aver aspettato così tanto tempo

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 07, 2017 ⏰

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Dangerous || Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora