La principessa di porcellana

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C'era una volta, una principessa. Mora, dallo sguardo fiero, una vera combattente. Questa principessa aveva un problema: era fatta di porcellana. La gente non aveva molta cura di lei, non se ne accorgeva, la urtava, la toccava un po' troppo forte. Sembrava così robusta! Invece ogni volta la porcellana si crepava ed usciva un po' della sua anima.
Il tempo era passato ed era stata urtata tante volte, non aveva più molta voglia di parlare, era spenta, diffidente. Il re era disperato. E così chiamò un cantastorie, si diceva che avesse salvato una principessa solo con la voce! Ma ora la voce non ce l'aveva più, non sapeva come fare. Provò a scrivere per lei, ma non funzionava se non poteva cantare. Non era più un cantastorie. Doveva reinventarsi. Il tempo passava e la situazione era sempre più grave. Un giorno il cantastorie che non sapeva più cantare le storie stava passeggiando per il giardino reale. Era circondato da alberi da frutto: c'erano ciliegi, peri, mandorli. E poi i preferiti della principessa: meli ed aranci. Fu proprio sotto ad un arancio che vide una piccola gemma brillante. Quando la prese in mano tutto si fece all'improvviso buio, poi vide una bambina delicata, dalla pelle di mandorla, intenta a leggere un libro su di un'altalena, all'ombra di un arancio. Era la principessa. Era felice e si godeva l'aria fresca fra i capelli. Il cantastorie raccolse il ricordo e lo riportò alla principessa, che ringraziò con un timido sorriso. Il palazzo era pieno di gemme colorate. Erano lì, davanti a tutti. Possibile che nessuno le vedesse? Dentro c'erano ricordi, canzoni, belle emozioni. Il cantastorie cercava in ogni angolo, paziente. Non voleva perderne nemmeno una. Era un lavoro lungo, difficile. Piano piano le riportava. Adesso il sorriso della principessa era infinito. Sembrava che tutte le gemme fossero finite sul suo viso, perché non si era mai vista cosa più luminosa. Quando anche l'ultima gemma fu riportata, il cantastorie quasi stette per svenire. Non aveva mai visto cosa più bella di quel viso. Che meraviglia! Esclamò. Aveva ritrovato la voce

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