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Dedico questa storia a chi ha bisogno di staccare dal mondo reale per un paio d'ore, a chi si è sentita/o almeno una volta diversa/o e a chi ha bisogno di credere ancora nella magia...

Si è tanto abusato dello sguardo nei romanzi d'amore, che si è finito per svalutarlo.
A malapena adesso si usa dire che due esseri si sono amati perché si sono guardati.
Eppure è così, è soltanto così, che ci si ama.
Il resto non è che il resto e viene semplicemente dopo.
Nulla è più reale di queste due scosse che si procurano due anime scambiandosi quella scintilla.

Victor Hugo

Le parole della professoressa continuano a rimbombarmi nelle orecchie, nonostante la campanella sia suonata da svariati minuti e la lezione oggetto dei miei pensieri sia stata tenuta ormai parecchie settimane fa.

Durante l'ultimo anno abbiamo studiato moltissimi autori interessanti, autori che grazie alle loro opere profonde e mai banali, hanno reso la preparazione agli esami finali molto meno pesanti, almeno per quanto riguarda la letteratura.
Se penso alle parole di Victor Hugo, non posso negare che siano meravigliose e assolutamente veritiere. Ma se ci rifletto con più attenzione, mi rendo anche conto di quanto siano maledettamente attuali.

Perché tanto tempo fa le cose andavano diversamente.
C'erano gli sguardi e i sorrisi, le lettere e le lunghe passeggiate in cui si poteva parlare di ogni argomento possibile e si aveva la possibilità di conoscersi realmente. Chiaramente si correvano i medesimi rischi, perché anche ai quei tempi esistevano falsità e sotterfugi, pregiudizi e bugie, ma almeno, quando incontravi qualcuno per la prima volta, l'incontro era reale.
Tu e il tuo interlocutore faccia a faccia e senza filtri, ma soprattutto senza lo schermo di un cellulare come scudo.

I social sono indubbiamente uno strumento potente, utile e bello e su questo non ci piove.
Il punto sta nell'uso che si sceglie di farne e soprattutto dal carattere di ognuno.
Io rispetto chi ama usarli sempre e in ogni circostanza, perché magari in essi ha trovato un modo di esprimere la propria voce.
Il rispetto però si tramuta in timore quando penso all'uso distorto che molti miei coetanei, ma anche adulti, sono arrivati a farne, con conseguenze a volte davvero terribili.

Penso al bullismo online, alla creazione di canoni praticamente impossibili da raggiungere, alla vita basata sul numero di storie e di likes ottenuti, per non parlare poi dei followers, che se risultano essere sotto un tot, ti portano automaticamente a essere definita come sfigata.
Personalmente la questione non mi tocca, perché è un mondo che non mi incuriosisce più di tanto, ma conosco persone che dietro questi meccanismi si sono perse.

E fa male.
Fa male perché basterebbe trovare il giusto equilibrio, per far sì che queste cose non accadano.
A volte ho la sensazione che da quando i social sono diventati il centro del nostro mondo e delle nostre vite, il tempo abbia iniziato a scorrere troppo velocemente, come se fossimo costantemente su una macchina da corsa, il cui viaggio però non si conclude mai.
Andiamo ormai di fretta, troppo presi a fare non so bene cosa, perdendo invece di vista il quadro generale.
Le piccole cose, quelle banali, sciocche e a tratti infantili, il valore del tempo e della diversità in tutte le sue forme e sfumature.

Molto probabilmente sono troppo critica, tuttavia mi basta guardarmi intorno per avere pieno riscontro di ciò in buona parte dei miei compagni di scuola.
Quello che non capisco e che a tratti mi innervosisce parecchio, è la capacità delle persone di giudicare e sparare sentenze su tutto ciò che secondo loro non va bene o non si uniforma al loro modo di vivere.

A volte mi sento così diversa che, per un attimo, mi domando se non sono nata nell'epoca sbagliata, perché spesso mi pongo domande che buona parte dei miei compagni neanche immaginano, facendomi sentire quasi quella strana.

I hate you, Cameron Dallas !  ( IN REVISIONE COMPLETA dal 2024)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora