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PREMESSA: Ho le mie cose e sto soffrendo come un cane. Piove e odio il brutto tempo. L'altra sera sono uscita ed è successa una cosa che mi ha abbastanza scombussolato, quindi se trovate il capitolo strano o altro e' per quello. SE dopo sto meglio, magari scrivo e pubblico anche il prossimo. E niente, baci.

Son da quando ho memoria, sono sempre stata certa di poche cose. La prima è che l'universo su basa su una sorta di equilibrio malsano e alquanto contorto, per cui quando ti succede qualcosa di molto bello, per controbilanciare la bella notizia, deve per forza succedere qualcosa di negativo. Punto secondo e' che le persone si dividono in due categorie, la prima composta da quel tipo di persone decisamente troppo fortunate, a cui per qualche strano motivo, va sempre tutto dannatamente bene, anche quando sembra assurdo, loro cadono sempre in piedi, mentre la seconda è rappresentata da quelle persone assolutamente sfigate, che neanche pregando in tre lingue diverse potrebbero sfuggire alla sfortuna che li segue, imperterrita e anche piuttosto bastarda.

Perché dico questo?

Semplice, perché io appartengo chiaramente alla seconda categoria. Mi trovo in un bagno minuscolo e alquanto lercio di un treno, mentre sto cercando di cambiarmi i pantaloni e allo stesso tempo indossare l'assorbente. Premetto che già di mio sono una ragazza schizzinosa quando si tratta di andare in bagni pubblici, quindi si dovrebbe intuire la situazione generale.

<< Lily, sei viva?>>

La voce di mia sorella mi giunge a intervalli strani, anche per colpa dell'andamento del treno, che va ora troppo forte e poi troppo piano, non facendo altro che far aumentare il mio nervoso.

<< Si.>>

<< Dai Lils, poteva andarti peggio!>>

Certo, come no. Ho avuto la geniale idea di indossare dei jeans bianchi per viaggiare in treno, jeans comprati un bellissimo mercatino parigino qualche giorno fa, che stranamente mi stavano anche piuttosto bene. Dato che con Cam va finalmente bene, sono stata colpita dal karma che ha fatto in modo che il ragazzo che vendeva da bere e mangiare mi rovesciasse addosso il the bollente a causa di un turista tedesco che gli è andato addosso, e come se non bastasse mentre mi sono alzata di scatto, ho potuto sentire chiaramente una fitta fortissima alla pancia che mi ha avvertito dell'arrivo delle mie cose.

E gli assorbenti chiaramente non sono presenti nella mia borsa, perché il ciclo sarebbe dovuto arrivare non prima della settimana prossima.

L'ho già detto che sono sfigata?

Sfigata e parecchio incazzata.

Non berrò mai più del the in vita mia.

<< Dai sorellina, se deponi per un attimo l'ascia di guerra, ti passo la roba di ricambio...>>

Sbuffo più volte, ma alla fine cedo e afferro furtivamente la sacca che mia sorella mi ha gentilmente portato. Richiudo la porta e cerco di capire come fare a cambiarmi in questa sottospecie di cubicolo. Non so come, riesco a togliere i pantaloni bianchi e a indossare dei pantaloni blu di lino larghi, passo poi all'inconveniente innominabile e infine mi lavo le mani. Mentre torno al mio posto, faccio mente locale delle mie condizioni e inizio a ripetere mentalmente almeno dieci ragioni per cui non dovrei fare fuori ogni singolo essere che mi sta vicino e respira.

Una volta individuati i ragazzi, sistemo la sacca in alto e mi siedo, poi prendo il cellulare e le cuffie e faccio partire la playlist salvata con un cuore. Sono incazzata, senza alcuna apparente ragione e ho solo voglia di piangere. Quando ho le mie cose, specialmente il primo giorno, divento una pazza psicopatica di prima categoria. Per quanto io mi sforzi di non esserlo, passo dal voler uccidere qualcuno, al voler piangere come una scema senza una valida ragione, al volere un abbraccio da qualsiasi essere maschile, solo per sentirmi meno fragile.

I hate you, Cameron Dallas !  ( IN REVISIONE  dal 2025)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora