01 - Ci siamo quasi... (Modificato)

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Quella mattina fu un'impresa svegliarmi, ma il continuo scuotermi da parte di mia madre contribuì al mio risveglio.

"Jooooooooohn alzatiii" disse togliendomi le coperte di dosso.

Mormorai qualche imprecazione contro mia madre per poi, finalmente, aprire gli occhi. Li richiusi velocemente per la troppa luce presente nella stanza.

"Mi sto alzando, non mi assillare" borbottai strofinandomi gli occhi.

"Lo sai che dobbiamo finire di aggiustare il locale per domani sera. Prima iniziamo meglio è" proferì in tono solenne.

"Ma che ore sono ?" borbottai cercando di trovare la sveglia sul mio comodino.

"Sono le otto, scendi a fare colazione, papà ci sta aspettando con i pancake" sorrise per poi scendere al piano di sotto.

Iniziai a imprecare contro mia madre per avermi svegliato così presto, consapevole che potesse sentirmi grazie al suo super udito.

A volte avere dei genitori vampiri era davvero sconveniente.

Sospirando presi dei vestiti puliti e entrai nel mio bagno personale per una doccia veloce, iniziando a pensare inevitabilmente a quello che sarebbe potuto succedere domani, continuando a lavarmi.

Domani sarebbe stato il mio compleanno, per la precisione il mio diciottesimo compleanno, e avrei dovuto prendere una decisione molto importante, diventare un vampiro o rimanere un semplice umano.

All'inizio non avevo capito bene come fosse possibile una cosa del genere, ma mia madre mi aveva spiegato che era stato merito di una maga, la stessa che le aveva insegnato tutto quello che c'era da sapere sulla magia.

Questa maga, conoscendo la paura più grande di mia madre, ovvero la possibilità che un giorno avrei potuto odiarla per il fatto di essere nato vampiro e non umano, decise di sacrificare la propria vita praticando un incantesimo proibito che mi avrebbe dato l'opportunità di scegliere quando avrei compiuto diciott'anni.

Questa signora si chiamava Johanna, e scoprì solo dopo che si trattava di mia nonna e non di una signora qualsiasi. Amavo profondamente mia nonna, anche non conoscendola di persona, e andavo orgoglioso di avere il suo stesso nome.

I miei pensieri vennero interrotti dalla voce di mia madre che mi richiamava dal piano di sotto.

Uscii dalla doccia, presi un asciugamano e lo legai in vita e con un altro inizia a strofinarmi i miei corti capelli neri, per poi iniziare ad asciugare il resto del corpo. Una volta finito mi vestii velocemente e scesi in cucina dove trovai mia madre e mio padre seduti intorno alla penisola mentre consumavano la loro colazione.

"Era ora, ci hai messo una vita" disse mio padre, facendomi il suo solito sorriso dolce.

"Giorno papà" dissi dandogli un bacio sulla guancia per poi sedermi vicino a lui.

"Giorno figliolo" disse per poi porgermi un piatto pieno di pancake con dello sciroppo d'acero sopra.

Finita la colazione ci dirigemmo tutti e tre in macchina per poi andare verso il locale dove si sarebbe tenuta la festa, anzi, le feste.

Avevamo deciso di organizzare due feste in giorni differenti. Domani si sarebbe tenuta la festa con i miei amici umani, mentre il giorno successivo si sarebbe tenuta con i miei parenti e i miei amici che facevano parte del mondo soprannaturale.

Lavorammo sodo per qualche ora, sistemando tavolini, sedie, divanetti, spazzando per terra e spostando i mobili presenti nel locale semivuoto affittato per l'occasione.

Il locale consisteva in un'unica grande stanza dove vi erano diversi divanetti sparsi per la stanza e ampia al punto da poter permettere alla gente di alzarsi a ballare se ne avesse avuto voglia.

Catturato Dai Suoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora