5. Little things

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Mi raccomando di ascoltare le canzoni che aggiungo a inizio capitolo.
C'è sempre un motivo se ho scelto di mettere proprio quella canzone in quel capitolo e quindi se vi va, potrete ascoltarla durante la lettura.

Grazie per l'attenzione e buona lettura🌸

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«Give me love like never before
Cos lately I've been craving more
And It's been a while but I still feel the same
Maybe I should let you go.»

— Give me love, Ed Sheeran.

Perdonare. È sempre stato difficile comprendere a pieno questa parola.
Perché alla fine, cosa vuol dire? Cosa si intende per perdonare? Dimenticare tutto? Far finta di niente? Accettare gli errori dell'altro e ricominciare da capo? Sì, forse quest'ultima opzione è la più plausibile.
Ma non si potrà mai ricorrere ad una risposta definitiva.
Perdonare è amare, nonostante tutto.
Perdonare è accogliere gli sbagli commessi dall'altro e renderli propri, renderli parte di sé.
E così ho fatto.
Ho preso i tuoi errori e ora fanno parte di me.
Ho preso i tuoi errori ed ho fatto in modo che non diventassero un ostacolo fra noi due o una barriera, ma bensì un ponte, in grado di unirci.


13 Dicembre 2014

Non esisteva giornata più fredda di quella. Non che io ricordassi in tutta la mia vita.
Il vento si infrangeva ruvido e violento contro le mie guance, provocando centinaia di brividi lungo la pelle. E nonostante il cappello, il giaccotto, la sciarpa e i guanti, mi sentivo nuda di fronte a questo gelo.

«Ehi ma stai tremando.» Osservò Harry avvolgendo un bracco intorno a me e stringendomi ancora di più, passando poi la mano su e giù lungo la mia schiena per provare ad affievolire il freddo.

Amavo quando Harry si prendeva cura di me. Era così premuroso. E vederlo preoccupato per qualcosa di così comune e banale mi faceva sciogliere il cuore come cioccolata al sole.
Ma non volevo sciogliermi. Non dovevo sciogliermi.
Aveva fatto di tutto in questi mesi per farsi perdonare, per rimettere a posto le cose e far tornare tutto come prima.
Nessuno potrà mai capire quanto io abbia apprezzato tutti i piccoli gesti che, anche inconsapevolmente, mi regalava.
Piccoli dettagli, piccole attenzioni che facevano la differenza.
Ma questo non glielo ho mai detto. L'ho custodita dentro di me questa consapevolezza.

Ché quando ti esponi troppo, è come se ti trovassi in bilico sopra a un filo sottilissimo.
E quando sei lì, basta poco, basta un niente, per precipitare.
E io ancora non mi sentivo abbastanza pronta per rischiare.

Quella sera mi aveva invitata a cena fuori, abbiamo passato una serata bellissima, sembrava ci conoscessimo da anni e rimasi piacevolmente stupita anche io nel constatare quanto entrambi conoscessimo l'uno dell'altro nonostante la nostra conoscenza non sia così datata.
Ho capito che ad Harry non sfugge nulla, gli basta un mio minimo movimento impercettibile per capire se io sia nervosa o in tensione. E subito mi prende la mano e sorride.
Tutto bene? Sei sicura? Mi chiedeva con quel timbro roco e graffiato, in grado entrarti direttamente nelle arterie. Quel suono, così impossibile da non riconoscere, da non decifrare, impossibile da dimenticare.
Quel suono che appena arrivava alle tue orecchie, ti faceva vibrare il cuore.

E io più lo vedevo indaffarato a farmi stare bene, impegnato a far sì che io fossi sua di nuovo, più me ne innamoravo.

Oh Harry, ma non lo hai ancora capito che io sono sempre stata tua?
Come potrei anche solo minimamente pensare di poter appartenere a qualcun altro?
Nel mio cuore c'è spazio solo per te.

E una volta usciti dal locale, il freddo ci aveva investiti, congelandoci le ossa. Così ci andammo a riparare subito dentro la sua macchina.

«Arrivati a destinazione, signorina.» Disse con un tono altolocato quando parcheggiò di fronte al mio appartamento.

«La ringrazio di cuore per questa serata.» Gli ressi il gioco, lasciandomi scappare qualche risata. Lui in risposta prese la mia mano e ne baciò il dorso.
A quel gesto scossi la testa, mordendomi il labbro inferiore. Uno stupido, ecco cos'era.
Mentre le sue labbra sfioravano la mia pelle, le sue palpebre si alzarono e i suoi occhi si posarono sui miei.
Non mi aveva mai guardato in quel modo.
Con quell'intensità indecifrabile.
Non ero mai stata guardata in quel modo.
La tensione stava mano a mano aumentando fra di noi e in quell'abitacolo quasi mi sentii mancare l'aria.
Il mio cuore saltò un battito quando posò delicatamente una mano sulla mia guancia. Gli occhi fissi lì, come se temesse che io potessi spostargliela.
In questo momento non ho la forza di fare niente, Harry.
Istintivamente chiusi gli occhi, soffermandomi sulle sensazioni che solo le sue dita erano in grado di provocarmi con un semplice tocco.
Aprii gli occhi e trovai i nostri visi troppo vicini.
Il respiro che si infrangeva e si fondeva in quello dell'altro.
Harry non sapeva cosa fare. Sapevo che avesse paura di un mio rifiuto, come in passato era già successo, ma io non ce la facevo più.
L'unica cosa che sapevo in quel momento era che avevo bisogno di lui.
Avevo bisogno di lui come mai prima d'ora, un bisogno fisico, una necessità impellente che dovevo a tutti i costi soddisfare.
Avevo bisogno di lui e prima che me ne resi conto, le nostre labbra si erano già unite, connesse in un legame indissolubile.
Ed appena iniziò quel contatto, mi sentii rinascere. Come una rosa che schiude i suoi petali. Come un volatile che schiude le sue ali per la prima volta.
Appoggiai i palmi delle mie mani sulle sue guance e di rimando lui avvicinò la mia schiena verso il suo petto, con nessuna intenzione di lasciarmi andare.

Niente più barriere.
Niente più distanze.
Niente più confini insormontabili.
Niente di niente.
Solo due cuori che scalpitano, due anime che si fondono, due vite che mai si abbandoneranno.

Ed in quel momento mi resi conto di quanto realmente mi fosse mancato durante tutto questo tempo, di quanto mi fosse mancato averlo qui vicino a me, per me.
E mi chiedevo come avessi fatto a resistere in quei mesi senza la sua presenza, mi chiedevo come ci fossi riuscita, come avessi fatto a sopportarlo. Perché in quell'istante il solo pensiero mi faceva rabbrividire.

E mi resi conto anche di quanto quel momento fosse maledettamente giusto per me.

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