Capitolo 2

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Un leggero brusio riempiva la sala.
Non era fastidioso, era solamente indice di divertimento, ecco.
La serata stava andando, c'è da dirlo, veramente alla grande.
Le coppiette, rotta la timidezza avevano iniziato a parlare anche con gli altri.
Emma e Clary stavano chiacchierando affacciate ad una finestra che dava sul mare, desiderio della bionda.
Henry e Grayson da bravi migliori amici dopo essersi velocemente informati su come andava con la rispettiva ragazza, si erano immersi in una discussione che solo loro potevano capire sul basket.
Inizialmente pure Gideon vi aveva partecipato, ma dopo poco, iniziano a non capire gli aneddoti ai quali i due amici si riferivano, aveva lasciato stare ed aveva iniziato una discussione con le sorelle Silver che, gentilissime, gli spiegavano molto accuratamente tutti gli episodi che citavano in un loro discorso so quale fosse il dolce tedesco più buono.
Rose e Bella, che si conoscevano quella sera per la prima volta, o così almeno per i personaggi da cui erano travestite le due ragazze, si informavano l'una sulla vita dell'altra.
Vicino al tavolo delle vivande, Annabeth ed Edward discutevano animatamente sull'importanza di avere una buona istruzione.
La ragazza, felice di aver finalmente trovato il qualcuno che l'ascoltasse, dirottò senza problemi la discussione sull'architettura.
Seduti su un divanetto invece Jace e Julian parlavano del Conclave e della nuova legge che era stata proposta.
Percy invece, ascoltava talvolta le conversazioni di uno e talvolta quelle di un altro.
Non interveniva quasi mai, ma da bravo ascoltatore non si perdeva una parola.
Senza che nessuno se ne fosse accorto l'orologio posto in alto sulla parete nord della sala, scandiva il passare dei secondi.
L'Orchestra, se così può essere chiamata visto che non era composta da musicisti, suonava musica minimalista per rendere l'atmosfera più invitante.
Tra chi camminava avanti e indietro e chi mangiava qualcosa, il tempo passava.
Ormai le danze erano state abbandonate, anche se talvolta capitava che due amici improvvisassero un balletto senza senso.
L'atmosfera era rilassata.
Come succede solo in una cena tra amici di vecchia data.
Fu questo a rendere ancora più scioccante ciò che successe dopo.
Improvvisamente, senza nessun collegamento logico con quello che stava succedendo, il paesaggio mutò.
La sala si trasformò.
In un battito di ciglia la stanza delle necessità, da elegante salone per ricevimenti era diventato un promontorio roccioso che dava direttamente sul mare.
Il tavolo stracolmo di cibi, l'orchestra, i divanetti, tutto sparito.
Senza mettersi d'accordo tutti i partecipanti al ballo proibito cercarono gli occhi del proprio partner.
L'alta scogliera non era il posto ideale per camminare con i tacchi.
Perciò, quando Emma urlò per lo spavento di un'onda che si infrangeva con forza sovrumana contro le rocce, appena sotto da dove si trovava lei; Julian dovette correre per sorreggerla ed evitare che lei cadesse giù, nell'oceano di cui la bionda aveva tanta paura.
In comune accordo tutti i ragazzi si diressero verso le proprie fidanzate e con fare possessivo le passarono un braccio attorno alla vita, attirandole a se.
Quando in lontananza, così distante da non riuscire neppure ad individuare il posto da cui provenivano, dei fuochi d'artificio scoppiarono in cielo, a tutti fu chiaro.
La mezzanotte era scoccata.
Era arrivata l'ora.
A tutti gli invitati, nello stesso preciso istante, balenò in testa una frase dell'invito al ballo.
Alla fine della serata dovete andare a letto col vostro partner.
Anche le parole della lettera trovata da Clary si unirono alla frase precedente per formare un puzzle perfetto.
Ricordo a tutti voi che alla mezzanotte esatta vi dovrete ritirare nelle camere del componente maschile della coppia. Per accedervi, visto che non sapreste dove andare non ricordandovi chi siete, basterà aprire la porta con su incisi i vostri nomi che si aprono sul lato ovest del salone.
Non ci fu bisogno di parole.
Tutti, senza nessuna eccezione, si votarono verso quella che prima era la parete ovest della sala.
E le porte erano ancora lì, immacolate in attesa di qualcosa. Erano tutte uguali.
Di ebano, un legno nero proveniente principalmente all'Africa, e con una targhetta dorata su cui erano incisi due nomi.
Ed ancora una volta, tutti fecero la stessa cosa.
Probabilmente, visto da uno spettatore esterno, tutto ciò sarebbe sembrato magnifico.
Come una compagnia di ballo perfettamente sincronizzata.
Oppure avrebbe scatenato paura, tutto così perfetto, troppo perfetto.
I ragazzi presero in braccio le ragazze, per impedire che loro inciampassero in un sasso e si slogassero una caviglia camminando.
Poi con passo misurato si diressero verso la porta su cui era inciso il loro nome.
Questa volta furono le ragazza aprirla, girando la maniglia e spingendo in avanti.
Varcata la soglia le coppie si trovarono ad ammirare ognuna una stanza diversa.
Tra di loro ovviamente erano molto simili, quattro con la tappezzeria verde-argento e le restanti rosso-oro.
Eppure nessun particolare, nessun oggetto stimolava dei ricordi nei ragazzi.
Come se si fossero definitivamente dimenticati chi fossero davvero.
La cosa comune a tutte le stanze era un letto a baldacchino a due piazze che campeggiava al centro di ognuna di esse.
Su ogni trapunta risaltava una pergamena stretta da un sottile nastrino di raso blu.
Recitava:
Avete condiviso un ballo, una serata.
Ora è giunto il momento di condividere tutto.
Secrecy

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