L'anno nuovo non sarebbe potuto iniziare in un modo migliore: Luigi stava bene, aveva ritrovato se stesso anche se ora, sfortunatamente, cominciava ad accusare la solitudine. Ebbene si, aveva riscoperto la sua identità, si ricordava di essere un uomo dotato di intelligenza e ragione ma non aveva voluto incontrare Marta e non voleva che si parlasse di lei e questo, certamente, non lo migliorava.
La dottoressa Annalisa provava ad aiutarlo ma non era una situazione affatto facile, per niente, dato che, secondo i conti teorici dei Capi che dividono letti e cibarie, lui possedeva una casa, aveva un lavoro ed ora aera di nuovo in grado di svolgerlo.
Annalisa, però, sapeva che non avrebbe potuto lasciarlo solo, non ora, non in questo periodo, sapeva che non avrebbe sopportato di essere abbandonato di nuovo da qualcuno, e, così, senza pensarci su troppo a lungo, decise di ospitarlo a casa sua.
I primi tempi furono molto difficili nella nuova casa: Luigi non voleva rimanere solo a casa ma non voleva nemmeno uscire perché aveva un paura folle, una paura folle nei confronti del mondo che lo circondava e che andava avanti senza sosta nonostante lui stesse così male, aveva paura del mondo che si era dimenticato di lui, e aveva paura di dimenticare, perché a volte, anzi, spesso, dimenticare non significa andare avanti ma cancellare ciò che rimane indietro e questo, Luigi, non poteva accettarlo dopo la fatica che aveva fatto per recuperare tutto il suo passato.
Per lui non fu difficile trovare una soluzione a questo problema dall'apparenza catastrofica; decise dopo poco di iniziare a scrivere un diario dove annotare tutto ciò che gli passava per la mente e che succedeva intorno a lui.
Passate poche settimane, grazie a questo metodo, tornò in lui la voglia ma, soprattutto, l'ispirazione per scrivere, scrivere tutto, dalle ricette di cucina sentite in tve che lo entusiasmavano particolarmente per colori e metodi di realizzazione alle poesie di pochi o molti versi che la sua mente partoriva, ormai, quasi quotidianamente.
Il 28 gennaio, Luigi si era ambientato quasi definitivamente a casa di Annalisa ma non era ancora uscito ed ora, pervaso dalla stessa curiosità di un bambino di quattro anni alle prime scoperte, rimaneva stregato dal mondo che scorreva e correva fuori dalla finestra di quel terzo piano: voleva uscire.
Così Annalisa lo accompagnò nella sua prima uscita che non fu particolarmente lunga ma sicuramente molto intensa: aveva appena smesso di piovere e, appena usciti sul marciapiede, una macchina aveva schizzato Luigi sfrecciando, o meglio, navigando, su un' enorme pozzanghera e lui, invece che arrabbiarsi, era divenuto entusiasta: provava di nuovo un' emozione nuova, la prima emozione della sua nuova vita nel nuovo mondo.
La prima uscita terminò così, con una doccia calda, forse proprio come era iniziato tutto, quel magico 15 novembre quando, grazie ad una doccia calda, Luigi aveva ricominciato a vivere.
Mentre i giorni si ricorrevano, Luigi viveva appieno e con molta calma la sua vita e, come per magia, il 28 febbraio si ricordò del suo diario, quello in cui scriveva prima del ricovero, quel diario che, sfortunatamente, si trovava ancora a casa di Marta. Niente di speciale. Il 3 marzo Luigi aveva di nuovo il diario e molte delle sue cose rimaste a casa della sua ormai passata e dimenticata compagna.
Il giorno precedente, infatti, mentre Annalisa era al lavoro, era uscito, aveva preso l'autobus, aveva suonato il campanello a casa di Marta dei Celsi, e, dopo averla salutata con un euforico " ehi, hai visto chi c'è? Il tuo morto marito e risorto!", aveva preso le sue cose e se ne era andato, senza rabbia o paura.
Quella sera fu tutto un festeggiamento: Luigi e Annalisa mangiarono una pizza assieme, a casa, davanti ad un paio di birre, leggendo e ridendo delle poesie scritte su quel diario, così inutile ed incomprensibile per tutti ma così importante per lui.
Luigi era Luigi, era il Luigi felice, abitava con Annalisa, una donna eccezionale;
ed anche Annalisa era Annalisa, l' Annalisa entusiasta e fiera del suo Luigi di cui, forse, si stava innamorando pian piano.
E beh, si, i dottori si innamorano anche fuori dai films e, stando alla diagnosi della collega di Annalisa, Antonella, a cui lei raccontava davvero tutto, quello era proprio un brutto e difficile caso d'amore.
L' amore comporta rischi e paure, preoccupazioni e sofferenze e si, anche gioie, ma ne valeva davvero la pena? Valeva la pena di distruggere di nuovo, forse, Luigi?
Luigi era pronto? Era Abbastanza forte per una notizia del genere? Cosa sarebbe cambiato nel loro rapporto? E poi, era quello giusto? L'amore avrebbe fatto loro del male?
Ecco, fino ad ora, questo dannato e temutissimo amore aveva solo cambiato le carte in tavola e giocato con la vita di Luigi, scombussolandola completamente, e non si sa se in bene o in male, ma sicuramente distruggendola e ricostruendola, spingendolo alla ricerca della vita; perché l'amore ha questo potere, crea e distrugge, esortando inevitabilmente alla vita.
Questa, però, era l'unica cosa che Annalisa non sapeva dato che non si era nemmeno soffermata su una tale banalità: la realtà!
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Ed ora volevo rivivere
RandomImmagina: svegliarsi di colpo, cercare se stessi e non ritrovarsi in quel corpo, in quegli' occhi, nel nome con cui tutti ci chiamano; guardare dalla finestra e scoprire che il mondo è il nostro peggior incubo. Iniziare ad aspettare, aspettare fino...