Ed Annalisa? Si... Si, era proprio innamorata, era persa, ormai non pensava ad altro, perché, e lo sappiamo tutti, l'amore ha questo immenso potere. Luigi, al contrario, non si accorgeva praticamente di nulla dato che era troppo impegnato a vivere al meglio quella straordinaria seconda possibilità che gli era stata donata. Si stava pian piano interessando alla sua vita passata, alla vita che, dopo quel brutto incidente, non era stata più sua per molto tempo: aveva finalmente ripreso in mano le redini del suo destino. E mentre intorno a lui il mondo di Annalisa si riempiva di colori, pensieri e farfalle nello stomaco, a lui importava, quasi paradossalmente, solo di se stesso. Fu così fino a quando, il 17 marzo, in un freddo mattino, qualcuno suonò il campanello a casa di Annalisa. Luigi, intento alle faccende domestiche di cui si occupava per ricambiare, se pur minimamente, l'ospitalità di Annalisa, si era catapultato verso la porta come se, in quel momento, aprire a chi aveva chiesto gentilmente di poter entrare, fosse la cosa più importante al mondo. Lì, davanti agli occhi increduli di chi, pur avendo visto e salutato con un cenno la morte, ha ancora la forza e la volontà di stupirsi e sorprendersi, meravigliandosi di ciò che gli sta accadendo, lì, in piedi, rigido e freddo, forse per il clima o forse per il carattere, c'era Edoardo che fissava quegli occhi in maniera quasi ossessiva o meglio ossessionata (e chissà da che cosa). Edoardo era l'unico vero amico che Luigi avesse mai avuto, e che ora, a quanto pare, non aveva più avuto da quel maledetto o santificato 28 agosto dal cielo autunnale. Edo, infatti, era uno di quelli che sarebbe dovuto stare in sala d'attesa o in fianco al letto insieme a Marta e che, in realtà, aveva avuto affari ben più importanti da svolgere piuttosto che andare in ospedale a trovare il suo migliore amico quasi morto. Non c'è molto da dire, Luigi lo fissò il tempo necessario per capire chi fosse e poi chiuse la porta, riprendendo le sue faccende domestiche. Edoardo rimase con l'ossessione con cui era arrivato- troppo tardi, spesso si arriva troppo tardi, spesso il voler rimediare non conta- e tornò a casa. Luigi, invece, che sul momento aveva reagito in modo molto sentimentale ma allo stesso tempo fin troppo razionale(magari Edo si sarebbe meritato almeno un insulto)si rese conto solo dopo di ciò che aveva appena visto, gli occhi veri di un uomo. Egli, infatti, era riuscito a cogliere le emozioni, i pensieri e le irrequietezze di Edoardo senza domandargli nulla e senza proferire alcuna parola, fatto alquanto improbabile ma non impossibile per un maledetto poeta che fissa una delle persone più odiate al mondo. E quelle amate di più? Perché nella sua mente contorta c'era posto soltanto per l'odio mentre lui si era svegliato proprio per trovare l'amore? Beh, semplice, l'ovvia risposta arrivò all' ora di pranzo quando la porta si aprì ed Annalisa entrò, sorridendo, felice di essere a casa per passare la pausa pranzo con Luigi. Egli rimase di pietra, come se avesse davanti la Gorgone Medusa e, lasciando cadere entrambi i piatti che sorreggeva con le mani, riuscì, dopo una manciata di secondo, a proferire solo un timidissimo e tremolante " Ciao"; Annalisa lo guardò attonita e affogò in una risata colossale che non fu in grado di interrompere per un paio di minuti, ripensando e rivivendo quella comicissima scena nella sua mente. Mentre Luigi calava sempre di più in un impenetrabile e pensieroso silenzio, Annalisa continuò a ripetergli per tutto il pranzo se avesse lasciato cadere i piatti in seguito ad una apparizione di qualche dio o strana divinità in cui credeva. Lei scherzava e ridacchiava ma Luigi, quella apparizione, la aveva avuta davvero. Si era trovato per la prima volta davanti ad una donna bellissima che non aveva mai notato fino a quel momento e, così, restava in silenzio per analizzarne tutti i dettagli: quei capelli biondi e lisci, profumati e tanto vellutati da essere quasi impercettibili al tatto; gli occhi di un verde indescrivibile e non presente tra i colori tradizionalmente facenti parte della gamma cromatica, cristallini, profondi, inseriti in cornici di ciglia sottilissime e in un viso contestualmente perfetto con il naso un pochino a patata e le guance un po' sporgenti in avanti; e quei denti, bianchissimi, che lo riportavano ai marmi dal bianco splendor tanto citati nelle sue poesie.
Luigi pian piano capiva, affiancato da questo essere straordinario venuto da chissà dove,che nella sua mente aveva avuto posto sempre e solo per l'odio perché l'amore lo aveva al suo fianco, fin da quando era tornato in vita, e, per quell'amore, lui si era proprio svegliato, Luigi era uscito dal coma soltanto per incontrare Annalisa.
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Ed ora volevo rivivere
RandomImmagina: svegliarsi di colpo, cercare se stessi e non ritrovarsi in quel corpo, in quegli' occhi, nel nome con cui tutti ci chiamano; guardare dalla finestra e scoprire che il mondo è il nostro peggior incubo. Iniziare ad aspettare, aspettare fino...