La sveglia suonò puntuale, come sempre, alle 6.30; cominciava una nuova giornata. Mentre Luigi ancora dormiva in modo profondo dato che la sera e parte della notte amava passarle a scrivere e leggere, credendo fortemente che la notte portasse consiglio, Annalisa si alzò abbastanza rapidamente, passò per prima cosa davanti alla finestra per ammirare il mondo che si sveglia e cercare di capire quale tipo di clima la stesse aspettando là fuori, poi raggiunse il bagno.
Ne uscì indenne dopo solo 30 minuti e, dopo essersi acconciata come meglio credeva -non le importava affatto di che cosa avesse addosso ma ,purtroppo, questo punto sembrava essere fondamentale al lavoro- si avviò verso la porta senza fare colazione ma avendo cura di lasciare un biglietto a Luigi: " Buongiorno uomo, oggi fuori c'è una danza particolare che si chiama vita; vuoi prenderne parte anche tu? Ci si vede a pranzo".
Per ogni giorno che passava lei scriveva un biglietto diverso, e per ogni biglietto diverso che scriveva aumentava, ovviamente, l'uso della fantasia, e così, la creazione poetica e, quindi, inevitabilmente, l'amore.
Perché è questo che fanno gli innamorati, no? Diventano pian piano poeti che hanno come loro ispirazione un corrispettivo amoroso; e beh, questo è ciò che fanno anche i Grandi Poeti, con la semplice ma fondamentale differenza che il loro corrispettivo amoroso non è limitato a una sola persona ma all' intera umanità e, quindi, alla Vita stessa.
Questo Annalisa non lo sapeva o, forse, pur sapendolo, lo negava a se stessa.
Ma quando arrivava al lavoro, verso le 8, non era più in grado di trattenersi, di negare l'innegabile e, difatti, cedeva dopo poco sotto il tiro sfrenato delle domande delle sue amiche colleghe.
Annalisa non riusciva a sostenere tutte le frecciatine di chi, in un modo o nell'altro,era capace di farla esplodere con frasette quali " Come sta il tuo Uomo? " oppure " Ehi innamorata, Luigi? Si é un po' svegliato? Ha capito?"; lei, dopo poco, urlava di essere innamorata follemente, le colleghe si zittivano, e in quell'attimo lei si accorgeva di essersi nascosta dietro lo scudo più fragile e folle che possa esistere sul pianeta terra, la paura, e di aver,così, mentito a se stessa. Così prendeva da parte Antonella, la sua vera amica, quella che le aveva diagnosticato la malattia dell' amore fin dal primo momento e, puntualmente, le diceva così: " Oggi, oggi è il giorno perfetto, oggi glielo dico, promesso"; così puntualmente tornava al lavoro furiosa dopo la pausa pranzo perché, come se fosse routine, non era riuscita a dire niente a quel poeta fiabesco neanche questa volta.
Il poeta fiabesco, invece, si svegliava con molta tranquillità dopo le 8, restava in pigiama fin verso le 8 e 30 facendo la spola tra la finestra, spioncino sul mondo, e la scrivania presso la quale aveva lasciato tutti gli scritti la notte precedente e che si arrovellava per ricomporre in ordine la mattina seguente. Verso le 9 era pronto, gli scritti erano in ordine, lo sguardo sull' universo era stato abbondantemente dato e, così, si avvicinava al biglietto di Annalisa, lo leggeva due volte, lo metteva assieme a tutti quelli dei giorni precedenti in un' agenda allestita ad hoc, poi alzava lo sguardo ed esclamava estasiato: " Fantastica, davvero fantastica, stavolta sono proprio innamorato". Con questo pensiero felice iniziava la sua "vera" giornata, passava dal bagno, poi colazione e faccende domestiche, infine un poco di musica apparecchiando e preparando il pranzo per entrambi, nell' attesa di vedere al più presto l'ingresso di casa solcato dai piedi di quell' essere splendido che voleva mangiare con lui, proprio con lui; e questo fatto o accadimento extraterrestre dal suo punto di vista, lo estasiava ogni giorno di più ma Luigi, esperto di emozioni e sentimenti, non lo dava a vedere, sbagliando clamorosamente, come ogni buon poeta che si rispetti. E i due, allora, mangiavano, da un po' di tempo a questa parte, immersi in una timidezza infinita, in cui i profumi dei cibi si mescolano all'inquietante silenzio del sentimento più profondo, dando origine all'aroma più pregiato tra tutti: l'aroma dell' amore. I due "piccioncini", come li chiamavano amorevolmente le carissime amiche colleghe di Annalisa, si salutavano, dopo aver sparecchiato e proferito poche parole, con un imbarazzatissimo e devastante " Ciao, a stasera", e, appena lontani uno dall' altra, separati soltanto dalla porta chiusa dell' ingresso, si abbandonavano a un lungo sospiro pensando a improperi da attribuirsi anche questa volta per non aver avuto il coraggio di esprimere i propri sentimenti: se le emozioni provate dai due erano completamente le stesse, i sentimenti? Pure! Vi era un unico problema: non si lasciavano andare quando erano assieme per una paura profondamente infondata uno dell' altra, e questo impediva a quella magica sveglia vitale di suonare, di espandersi e di renderli, finalmente, felici.
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Ed ora volevo rivivere
RandomImmagina: svegliarsi di colpo, cercare se stessi e non ritrovarsi in quel corpo, in quegli' occhi, nel nome con cui tutti ci chiamano; guardare dalla finestra e scoprire che il mondo è il nostro peggior incubo. Iniziare ad aspettare, aspettare fino...